Da un comunicato diramato ieri dalla Direzione Aziendale dell’ospedale si legge: «Sono stati sei gli interventi di Alta
Chirurgia pediatrica neonatale effettuati, nell’ultimo trimestre nel
Dipartimento Materno Infantile dell’Annunziata di Cosenza. I neonati affetti da
gravi malformazioni – atresia esofagea, atresia duodenale, atresia anale ed
esofagea associata complessa – sono stati trattati dalle equipe di Chirurgia
Pediatrica diretta dal dr Fawzi Shweiki e successivamente presi in cura dall’equipe
di Terapia Intensiva Neonatale».
Due parole bisogna ora spenderle
per ricordare che la Chirurgia Pediatrica di Cosenza è sempre stata
un'eccellenza e che gli interventi in questione vengono eseguiti dal dott.
Fawzi all’Annunziata già dai tempi in cui vi era la dottoressa Ricci Petitone,
anzi pare che a quei tempi il numero degli interventi fosse maggiore. Suona
strano che ci si ricordi oggi dell'ottimo lavoro che svolge sia il dr. Fawzi,
sia l’unità, che negli ultimi anni è stata mortificata in tutti i modi. È,
infatti, l'unica struttura del Dipartimento Materno-Infantile che il nuovo Atto
Aziendale non ha voluto gratificare con una struttura interna per chi vi presta
servizio, inoltre è stato bloccato da oltre un anno il concorso per primario,
concorso per il quale era stata sorteggiata anche la commissione esaminatrice.
I termini sono stati riaperti tempo dopo e ora probabilmente si dovrà nominare
una nuova commissione. La Chirurgia pediatrica è sicuramente un’eccellenza
dell’Annunziata, ma come dimenticare che era stata accorpata (anche se poi
ripristinata) alla Pediatria con la scusa del Covid? Perché accorpare una
eccellenza? Perché non si fanno sufficienti sedute operatorie per utilizzare a
pieno questa eccellenza?
Il comunicato riporta ancora: «Il Direttore del Dipartimento
Materno-Infantile e dell’U.O.C. Neonatologia e TIN dell’Azienda Ospedaliera di
Cosenza, dr. Gianfranco Scarpelli non nasconde particolare soddisfazione nell’illustrare
i risultati raggiunti… che confermano l’Area Materno-Infantile dell’Azienda
Ospedaliera di Cosenza come centro di riferimento regionale nel trattamento e
cura delle patologie neonatali che, in altri tempi, sarebbero stati oggetto di migrazione
sanitaria. Un’inversione di tendenza, per quanto riguarda la migrazione che sta
facendo registrare segno negativo nei flussi in uscita e segno positivo nei
flussi in entrata. Sono infatti numerosi i neonati che sono stati trasferiti
dai Centri di Terapia Intensiva Neonatale delle altre Provincie della Calabria».
Secondo il comunicato i risultati
confermano “l’Area Materno-Infantile dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza come
centro di riferimento regionale nel trattamento e cura delle patologie
neonatali”. Eppure l’Area ha perso delle unità prima ritenute importanti, come
la Struttura dipartimentale di gravidanza assistita, l’Anestesia
materno-infantile e la Terapia Intensiva Pediatrica, ora inglobata in Terapia
intensiva adulti, Senologia. Si accenna infine all’inversione della migrazione
pediatrica. Su questo punto sarebbe interessante confrontare i dati ufficiali
della Regione.
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Francesca Canino