Fanno
discutere i lavori di rifacimento dell’area cittadina prospiciente il sagrato
della chiesa di San Domenico. Molte le lamentele dei cittadini che subiscono i
disagi derivanti dalla delimitazione dell’area interessata dai lavori, considerati,
peraltro, inutili perché non migliorano in alcun modo la storica piazza.
I lavori,
iniziati mesi or sono per abbassare la sede stradale, hanno causato danni
permanenti ai lecci secolari presenti dinanzi la chiesa e hanno sollevato le
vibrate proteste degli ambientalisti. Proteste rimaste inascoltate, nonostante il
risalto che i media hanno puntualmente dato alle rimostranze di quanti hanno condannato
lo scempio commesso sugli alberi di San Domenico.
Oggi, le
radici degli antichi lecci - come si può vedere dalle foto - appaiono recise, i
lavori sembrano fermi da diverse settimane e, soprattutto, nessuno ha ancora
capito il perché siano stati iniziati se si considera che, a fronte di una
spesa che poteva essere investita per migliorare la città, non apporteranno
alcun beneficio alla zona.
Dall’inizio
dei lavori, tuttavia, è stata notata, in
prossimità dell’accesso al cantiere, l’assenza del “cartello di
cantiere”, che riporta i dati sui lavori da eseguire e le relative
autorizzazioni a norma del D.P.R. 380/2001, art. 27, comma 4, che obbliga di
esporlo a pena di sanzioni.
(Il cartello indica: il tipo di opere da
realizzare; l’importo delle opere da realizzare; le modalità di realizzazione, gli
estremi dell’autorizzazione o permesso di costruire comunale riguardante le
opere da eseguire, la stazione appaltante; l’impresa o le imprese esecutrici; le
eventuali imprese subappaltatrici; il nome del progettista architettonico; il
nome del progettista delle strutture il nome del progettista degli impianti; il
nome del direttore dei lavori; il nome degli eventuali direttori operativi o
ispettori di cantiere; il nome del coordinatore per la progettazione in materia
di sicurezza; il nome del coordinatore per l’esecuzione dei lavori - in materia
di sicurezza; il nome del direttore di cantiere; i responsabili delle imprese
subappaltatrici).
Tra
le finalità cui assolve l’obbligo di
esposizione del cartello di cantiere vi è anche quella di indicare i soggetti responsabili nel
caso si verifichino danni che coinvolgono soggetti terzi durante lo svolgimento
delle attività di cantiere. La Corte di Cassazione, con la sentenza 13963/2016,
si è nuovamente pronunciata sull'obbligo di esposizione del c.d. "cartello
di cantiere", precisando che è
reato non esporlo anche nel caso di sospensione dei lavori.
A
San Domenico il cartello non esiste, i lavori procedono a rilento causando
tanti disagi alla circolazione e gli alberi sono stati distrutti. Il solito
spreco di risorse pubbliche per opere inutili e devastatrici dei luoghi
storici.
16-5-2017
© Francesca Canino