Cosenza vecchia, la città che fu
Da “Il Quotidiano del Sud”,
marzo, aprile, maggio 2016
TRA QUALCHE settimana sarà l'argomento principe in
ogni dibattito e nella presentazione di tutti i programmi politici. Sui media e
nelle piazze reali e virtuali non vi sarà discorso o promessa o intenzione che
non verterà su ciò che è ormai una bandiera da sventolare per raccattare più
voti. Su Cosenza vecchia tutti si riempiranno la bocca di parole vacue, come è
accaduto dopo i crolli della scorsa estate. Processioni di politici,
interpellanze urgenti al Governo, lettere ai giornali, promesse e soprattutto
tanta propaganda per fare davvero poco.
Negli ultimi tempi non 'ha fatto più notizia',
nonostante i problemi non risolti - e probabilmente aggravati dall'incuria - siano
visibilissimi a chiunque si addentri nei vicoli della città vecchia. È ciò che
abbiamo fatto in un sabato di marzo per verificare le attuali condizioni di
tanti edifici che sorgono nelle varie zone del centro storico.
Senza sorpresa ci siamo imbattuti in situazioni di
degrado e di scarsa igiene, in palazzi pericolanti e strade dissestate, in
tanti cani randagi e in nugoli di zanzare sebbene fosse ancora inverno. Ma la
nostra attenzione si è concentrata in particolare sugli edifici, molti dei
quali disabitati perché fatiscenti e a rischio crolli. Le uniche impalcature che
abbiamo trovato, tuttavia, sono quelle che sostengono il palazzo crollato a
maggio scorso in via Bombini. Purtroppo, la maggior parte dei palazzi
appartiene a privati e ciò rende più complicato la messa in sicurezza. Un
sistema, però, si deve trovare per salvare Cosenza vecchia e tutti i residenti
da eventuali altri crolli. Sarà, senza dubbio, il primo problema che dovrà
porsi la nuova amministrazione comunale all'indomani delle elezioni di giugno,
se non vuole affrontarne poi di più gravi.
Nella passeggiata che abbiamo fatto partendo da Lungo
Crati, abbiamo notato le prime costruzioni da abbattere o da ripristinare
subito dopo l'ex hotel Jolly. Spettrali, tanto da farci affrettare il passo e
raggiungere la 'Vinella da nivi', bella e con tanti edifici ormai disabitati,
visto che sono numerose le finestre senza vetri. Lesioni e intonaco caduto sono
le caratteristiche che accomunano i diversi palazzotti della vinella e delle
altre che la circondano. Infatti, imboccando un vicoletto si giunge in un'area
poco distante, che si contraddistingue per un muro crollato a metà e per le
lesioni degli edifici. È via Carelli, suggestiva e bisognosa di urgenti lavori.
Siamo sbucati su corso Telesio per raggiungere, attraverso un groviglio di
vicoli, la Ficuzza, di cui vi parleremo prossimamente.
VIAGGIO NELLA
CITTÀ VECCHIA 2
Da corso Telesio a via del Seggio
passando per la Ficuzza
PROSEGUIAMO la
nostra passeggiata nella parte vecchia della città, ri-partendo da corso
Telesio. Anche qui abbiamo notato la presenza di un palazzo in pessime
condizioni situato di fronte alla Casa delle culture. La vegetazione spontanea
che abbellisce le finestre cadenti e le pareti in prossimità delle canalette è
il segno inequivocabile dell'abbandono.
Lasciamo il corso dedicato al grande
filosofo naturalista cosentino e, attraverso uno dei tanti bui e umidi vicoli
che lo intersecano, percorriamo le viscere della città. Ovunque sporcizia,
deiezioni di cani, insetti, palazzi anneriti e malridotti. La strada che porta
alla Ficuzza, così denominata per il grande e antico albero di fico che ha le
radici nel muro di una casa, è costeggiata da alti palazzi antichi, disabitati
e cadenti, alcuni dei quali presentano logge che richiamano l'arco ribassato
catalano. Nei vicoli, le pareti sono ricoperte dal muschio e alcune sono
sostenute da piccole impalcature. Qualche balcone è stato rifatto, ma sono
tante le costruzioni percorse da numerose lesioni. Tra queste vi è un palazzo
a tre piani che sembra venir giù da un momento all'altro. Accanto si ergono
altre case scrostate con l'immancabile vegetazione sui davanzali e il profilo
di un uomo glabro, disegnato sul muro, dall'espressione disgustata.
Giungiamo alla Ficuzza e lo scenario
non muta: solite lesioni nelle pareti, balconi e finestre rotte e piene di fogliame,
edicole votive tra i ruderi e, come una nota stonata, un murales dai vividi
colori affisso di recente. Sotto di esso, l'intonaco è caduto e sono visibili
le pietre con cui è stato realizzato l'edificio. Una caratteristica comune a
tante altre case di Cosenza vecchia, da recuperare al più presto se non si
vogliono perdere per sempre gli antichi manufatti e con essi pezzi della nostra
storia.
Dopo aver fotografato, in via del
Seggio, uno dei più maestosi edifici pericolanti che sorgono nell'area, abbiamo
la consapevolezza che il disinteresse mostrato per il centro storico può essere
letale come gli attacchi di alcuni gruppi terroristici ai danni del patrimonio
dell'umanità.
VIAGGIO NELLA
CITTÀ VECCHIA 3
Da via Messer d'Andrea a Santa
Lucia,
edifici pericolanti e problemi
igienici
DALLA FICUZZA raggiungiamo via Messer d'Andrea dopo
aver oltrepassato, in salita, altri vicoli umidi. Anche qui alti edifici
abbandonati si mostrano ai nostri occhi, in contrasto con la parte posteriore
del complesso di san Francesco d'Assisi che è, invece, in buone condizioni. I
palazzi abbandonati si riconoscono subito per la mancanza di infissi, ma quando
sono presenti, appaiono sempre spalancati e ricoperti di vegetazione spontanea.
Su un lato della via, in un piccolo slargo, l'intonaco caduto dai muri è il
biglietto da visita di un altro edificio in pessime condizioni, affiancato da
un vecchio palazzotto che è stato decorato con alcuni disegni.
Proseguiamo per Vico II Santa Lucia nell'intento di
fotografare altri palazzi cadenti, ma la nostra passeggiata è ostacolata da
quattro cani che ci sbarrano il passaggio e ci mordono le scarpe. Ce ne
liberiamo a fatica e non riusciamo a fotografare tutto, nonostante l'area sia
più 'aperta' rispetto ai vicoli. E proprio nello spiazzo che si presenta alla
nostra vista, notiamo una lunga fila di elettrodomestici abbandonati e
addossati lungo le pareti di una casa bassa, unita a un edificio di quattro
piano in condizioni disastrose, con le finestre aperte e l'immancabile murales.
Lasciamo subito la zona per avviarci in altri vicoli
e lungo il cammino è frequente imbattersi in case di proprietà comunale
occupate abusivamente dopo essere state ristrutturate. Giungiamo a Vico I Santa
Lucia dopo un lungo girovagare tra un dedalo di vicoli disseminati di sacchetti
di spazzatura. Qui non abbiamo fotografato gli edifici cadenti perché un
gruppetto di residenti si è avvicinato per chiederci di essere latori dei
disagi che vivono giornalmente. In primis le condizioni igieniche peggiorate da
quando molte case pericolanti e senza servizi igienici sono state occupate da
extracomunitari e Rom. La preoccupazione dei residenti risiede nel fatto che i
ruderi adibiti ad abitazioni sono un pericolo per quanti vi risiedono perché a
rischio crolli. C'è poi una questione di decoro che i residenti denunciano,
visto che le pubbliche stradine sono usate come toilette da chi vive nelle
case/ruderi e ciò peggiora le già problematiche condizioni igieniche dei
quartieri della città vecchia. Si affaccia, ora, da quelle finestre aperte e
piene di erbacce un serio problema sociale di cui vi parleremo prossimamente.
VIAGGIO NELLA CITTÀ VECCHIA 4
La ‘’questione’’
sociale
COSENZA vecchia è l'anima della
città, ma è un'anima dilaniata dalla miseria, dal degrado, dall'abbandono.
Di frequente si parla dei problemi
strutturali del centro storico, evidenziando i palazzi pericolanti, i crolli
già avvenuti, la storia che si perde per sempre e con essa gli stilemi di
un'architettura unica. Non si parla, invece, del problema sociale che si annida
tra i vicoli e gli edifici pericolanti, tra le residenze di lusso dei nobili
cosentini di un tempo ormai lontano e quelle che ospitano, oggi, enti pubblici,
banche, scuole, luoghi di culto e di cultura. Quasi un universo in proporzioni
variabili, a seconda della prospettiva da cui lo si consideri: se il punto di
vista materiale
ci proietta un agglomerato variegato, in cui si alternano realtà contrastanti
derivanti dalla lunga storia che ha attraversato Cosenza, il punto di vista
sociale ci rimanda le storie di persone semplici e spesso cariche di problemi
di ogni sorta, che vivono nei vicoli e negli slarghi della città vecchia. Sono
vite rese difficili dalle ristrettezze economiche e, tante volte, anche dalle
malattie che peggiorano le loro già gravi condizioni finanziarie. A ciò deve
aggiungersi la mancanza di aiuti da parte delle istituzioni, ma anche di
controlli. Ecco perché in questo settore
della città non è difficile imbattersi in zone che sono diventate terra di
conquista da parte di chi, non possedendo una casa, ha pensato di occupare
abusivamente edifici disabitati, sia pubblici che privati. Episodi del genere
si sono verificati ad opera di Rom ed extracomunitari, che si sono insediati
in case abbandonate, e probabilmente pure pericolanti, spesso prive di servizi
igienici. Occupazioni abusive sono state compiute
anche da cosentini ai danni
di case di proprietà comunale. Ciò accade quando le politiche abitative, ma più
in generale quelle sociali, sono assenti, pertanto ognuno si arrangia come può
e a nessuno viene in mente, occupanti e istituzioni, che questo 'arrangiarsi'
può sconfinare nell'illegalità. E se i controlli latitano, può accadere che
vaste aree del centro storico siano controllate, invece, da residenti che si
comportano come se fossero i padroni assoluti di intere zone di Cosenza
vecchia. Dalle foto che vi mostriamo si può notare come in tanti punti la città
vecchia è diventata un cortile privato, una discarica privata, un garage
privato, cioè suolo pubblico ad esclusivo appannaggio di
chi si se ne è arbitrariamente impossessato. Ne deriva un problema igienico-sanitario
a causa delle numerose carcasse di elettrodomestici e pezzi di auto accatastati
da tempo, ma anche per i rifiuti abbandonati ovunque che, in certe zone,
rendono l'aria irrespirabile e popolata da insetti.
Esiste, però, un problema più grave.
Durante il ''viaggio'' compiuto nella città storica, non sono stati poche le
abitazioni fatiscenti che abbiamo visitato. Appartamenti cadenti, con i muri
scrostati e i solai poco integri che lasciano passare l'acqua piovana. L'odore
di muffa è fortissimo e le bacinelle sono sparse sul pavimento in direzione dei
fori del soffitto. Non solo anziani e bambini vivono in queste condizioni,
anche ragazzi in età scolare che devono adeguare la loro vita ai disastri della
loro casa. Se piove si sta in un angolo della stanza, se fa freddo lontano
dagli infissi, se fa caldo si va per strada e chi ha davvero molta voglia di
apprendere, pochissimi, porta i libri con sé e studia, chi ha meno voglia, i
più, accantonano i libri perché distratti o impediti da ciò che li circonda.
Quale futuro si prospetta, viste le premesse, per i giovanissimi del centro
storico? E quale sarà il futuro di Cosenza vecchia, viste le attuali
condizioni, che da grande bellezza è ora un grande disastro? Qualche risposta
tenteremo di darla prossimamente.
VIAGGIO NELLA CITTÀ VECCHIA 5
Un futuro per Cosenza vecchia
DA
grande bellezza a grande disastro il passo non è stato breve.
Cosenza
vecchia, cadente e degradata,
paga lo scotto
di decenni di incuria, mancanza di controlli e occupazioni abusive di case
spesso pericolanti e senza servizi igienici. C’è un'altra città al di là dei
fiumi che si inerpica sui colli senza mostrare alcuna continuità con la città
nuova, né architettonicamente, né socialmente. Nelle quattro puntate precedenti
vi abbiamo mostrato gli edifici pericolanti, le strade dissestate, i cumuli di
rifiuti, la povertà di tante persone che vi risiedono e le zone in cui è
difficile accedere perché sono state 'privatizzate' da alcuni abitanti.
Emergenze che devono essere affrontate e risolte con precedenza rispetto a
molte altre criticità cittadine.
Oggi
vi mostreremo, a conclusione del nostro viaggio, la maestosità e il grande
valore artistico di tanti palazzi della città vecchia, alcuni in buono stato,
altri meno. Da palazzo Giannuzzi Savelli, a palazzo Vaccaro, dagli imponenti
edifici di Largo Vergini a palazzo Tarsia abbiamo fotografato portali, qualche
interno, gli stemmi, tutti elementi che trasudano la storia e l'arte della
città dei Bruzi, consci, tuttavia, di presentarvi
solo una piccola parte di un patrimonio che merita attenzione e tutela. Alcuni
dei palazzi citati sono stati, purtroppo, adibiti a garage e a scantinati
abusivi, sminuendo, così, l’importanza dei luoghi. Rifiuti, cassette di legno,
cartoni e motociclette abbandonati tra archi, capitelli, scalinate e portici
sono scene molto frequenti che testimoniano l'assenza dei controlli e la
mancanza di rispetto verso la nostra storia. Gli edifici devono, invece, essere
protetti e destinati a usi diversi, più vicini all'arte in tutte le sue forme,
agli studi, al turismo. Di proposte ne sono state fatte tante nel corso degli
anni, così come numerosi sono stati i dibattiti - o le polemiche - a cui è
sempre seguito un nulla di fatto.
Le
architetture e la posizione della città vecchia sono perfetti per un set
cinematografico permanente, per ospitare istituti di cultura o laboratori
artistici seri. Spesso inficiata da opere discutibili, da iniziative risibili e
da interessate trovate di associazioni che hanno oltraggiato i luoghi storici
con suppellettili obbrobriose, il
centro storico richiede iniziative tendenti a ricordare le celebrità locali, da
Telesio, grande filosofo naturalista, a Tony Gaudio, il primo Oscar italiano
della storia del cinema, ad Alfonso Rendano e a tutti gli altri personaggi che
hanno lasciato un segno nella nostra storia. Solo in questo modo si potrà
restituire alla città vecchia la dignità perduta.
10-4-2017
© FRANCESCA CANINO