Indignano le immagini trasmesse dal programma televisivo “Piazza Pulita” sul Pronto soccorso di Cosenza. Indignano perché, purtroppo, non possono essere smentite e spaventano tutta la popolazione calabrese, conscia di dovervi approdare prima o poi. I numeri degli accessi al Pronto soccorso sono esagerati, gli ammalati provengono spesso anche dalle altre province, non si contano gli stranieri presenti sul territorio cosentino ai quali non vengono mai negate le cure. Il carico è insostenibile, specialmente nel fine settimana. È doveroso spiegarne le cause, non tanto per assolvere l’organizzazione del Pronto soccorso - che ha le sue ataviche pecche - ma per informare i cittadini e anche i media, tante volte silenti sull’argomento, che la responsabilità del Pronto soccorso intasato e malfunzionante deve essere anche attribuita all'insufficiente supporto dell’Azienda sanitaria provinciale. Un servizio giornalistico completo avrebbe dovuto, dopo aver mostrato le immagini che abbiamo visto, interessarsi anche dei servizi sanitari erogati sul territorio dall'ASP. Avrebbe scoperto che sono insufficienti a rispondere alla domanda di salute dei cittadini, al punto da riversare il carico di pazienti sul Pronto soccorso. Eppure, l'Asp di finanziamenti regionali ne riceve a iosa. Ci sarebbe da chiedersi come mai nessuno realizza un servizio giornalistico nei vari locali dell’ASP, con tanto di intervista al suo direttore. E come mai solo in pochi si rivolgono alla Guardia medica, che dovrebbe anche assolvere alla funzione di supporto al sempre vituperato Pronto soccorso? Come mai, ancora, i Nuclei di cure primarie si sono dissolti per sempre? Quante le responsabilità della becera politica calabra in questa tragica situazione, in cui a farne le spese sono, come sempre, i cittadini/contribuenti più bisognosi?
Siamo ormai abituati a sentire o a leggere critiche sul Pronto soccorso, legittime, ma quasi mai si parla, si indaga, si stanano i co-responsabili del malfunzionamento del Pronto soccorso dell'Annunziata. L'informazione a metà non serve a niente, se non a creare allarmismo e favorire discutibili politicanti che approfittano della situazione per il proprio tornaconto, ovvero iniziare campagne elettorali fondate sulle negatività della sanità calabrese, senza un reale interesse.