COSENZA,
MARZO 2015
Oltraggiato, sacrificato, spesso depredato, abbandonato come un
rifiuto in mezzo ai rifiuti. Parliamo del verde cittadino, un grande patrimonio
ormai alla deriva per incuria e inciviltà.
La città dei Bruzi è ricca di zone verdi popolate di
alberi e aiuole, ma è povera di sensibilità verso l'ambiente e di politiche rivolte alla sua
salvaguardia. È inesistente, in una città che si
proclama aperta alle politiche sostenibili, un piano per il verde urbano,
sebbene sia stato predisposto negli anni passati, ma mai approvato; è
inesistente il servizio di video sorveglianza che avrebbe probabilmente evitato
tanti sfregi alla flora urbana, come quelli compiuti da alcuni fiorai che, per
realizzare le loro composizioni floreali, spesso non hanno esitato a tagliare
le siepi o i rametti degli alberi giovani. Inesistenti, di fatto, sono le
associazioni ambientaliste, le quali, più volte chiamate a intervenire su
questioni riguardanti la tutela del verde, hanno preferito scaricare su altri i
problemi o lavarsene le mani.
Le attuali condizioni del verde urbano, a partire
dagli alberi sui marciapiedi fino alle villette, ai parchi e al verde delle
frazioni, sono sempre più preoccupanti perché prive di attenzioni e di tutele.
Di questo passo senza futuro.
Da quando è iniziata la potatura, cioè da novembre
scorso, la maggior parte degli alberi ha subito, per la seconda volta in un
paio di anni, la capitozzatura, un'operazione pericolosa che può incidere
negativamente sulla vita dell'albero. Lo abbiamo scritto diverse volte, spinti
anche dalle lamentele di tanti cittadini che hanno parlato di scempio. Niente da fare, la potatura
cosiddetta selvaggia è continuata e oggi molte vie della città sono popolate di alberi di cui è
rimasto solo il fusto o qualche abbozzo di ramo e molti sono stati eliminati. Un lavoro effettuato da personale che solitamente si occupa
di altre mansioni, quindi non proprio esperti potatori.
Non sappiamo quale sia stato il destino dei rami
tagliati dopo essere stati lasciati lungo i marciapiedi per giorni e giorni, né
sappiamo perché molte potature sono state eseguite recentemente su alberi in
piena fioritura. Eppure il comune di Cosenza si avvale
della figura di un agronomo, esperto in scienze forestali e ambientali,
incaricato di assistere il direttore della gestione del verde pubblico.
Intanto, una visuale spettrale ha preso il posto del viale alberato, frondoso,
piacevole alla vista e salutare per i polmoni, visto che gli alberi abbattuti
non sono stati sostituiti e molti marciapiedi si presentano spogli, con le
piccole aiuole che avrebbero dovuto contenere l'albero tramutate in cestini
porta rifiuti.
Ma questa è una costante: non esiste spazio verde in
città senza ammassi di immondizia e di deiezioni. Ciò in cui ci si imbatte, se
si decide di fare un giro nelle villette, è solo spazzatura. Le foto che vi
mostriamo testimoniano lo stato in cui versano le aree adibite al tempo libero,
frequentate in massima parte da anziani e bambini: dai giardini pubblici di via
Roma a piazza Loreto, da piazza Cappello a piazza XXV Luglio e alla villetta di
via Fiume. Queste ultime sono le più fatiscenti a causa dei frequentatori
serali, avvezzi alle gozzoviglie, che lasciano rifiuti e bottiglie in ogni
angolo. Invasi anche dai volantini pubblicitari e dagli escrementi dei numerosi
cani, i giardini pubblici del centro non attraggono più come un tempo.
E tra palme eliminate a causa del punteruolo rosso,
potature discutibili, rifiuti in abbondanza, il quadro del verde cittadino è
drammatico, né sembra essere rispettato l'obbligo di porre a dimora un
albero per ogni neonato, previsto dalla Legge 10/13. La situazione non è
dissimile per i parchi e per le frazioni a sud di Cosenza, aree che prenderemo
in considerazione prossimamente.
©Francesca Canino