Il Covid sembra aver rallentato la sua corsa
rispetto ai mesi passati, liberando gli ospedali e soprattutto le terapie
intensive. Il personale sanitario può finalmente tirare un respiro di sollievo,
mentre i reparti convertiti a causa della propagazione del virus ritornano alle
loro precedenti destinazioni. Si spera di non dover più rivivere periodi come
quelli appena trascorsi, che hanno messo in evidenza tutte le falle del sistema
sanitario nazionale e regionale. Sarà difficile rimettere in sesto la sanità
pubblica, specialmente al Sud, dove la sanità privata avanza grazie agli
accordi tra massomafia, politici corrotti e imprenditori senza scrupoli.
Fortunatamente reggono – tra flutti impetuosi - gli hub regionali, bisognosi,
tuttavia, di interventi strutturali concreti e di altre risorse professionali.
L’Annunziata di Cosenza, mortificata negli ultimi
mesi da dirigenti che hanno rifiutato consistenti finanziamenti e nulla hanno
fatto dal punto di vista organizzativo, naviga a vista con uno sguardo al
futuro. L’attuale commissario, Isabella Mastrobuono, non più di due settimane
fa, ha illustrato un piano di assunzioni e riorganizzazione delle Unità
operative davanti alla commissione sanità del comune di Cosenza. Ha annunciato
l’utilizzo di graduatorie non decadute e di avvisi nelle more dei concorsi, ma
ha, nel contempo, disposto l’accorpamento di alcune Unità a causa del personale
risicato, aggiungendo che non ci sarebbero medici in pensione o altro “che
vogliano venire al Pronto soccorso”. Equivale a dire che, con tutta la buona
volontà, sarà difficile trovare medici che possano rimpinguare l’organigramma
del nosocomio, pertanto si continuerà ad operare alla meno peggio.
Mastrobuono va oltre, però, e annuncia l’apertura
del Mariano Santo, chiuso per lavori di ristrutturazione dal 2015, a fine
settembre. L’ex sanatorio sarà una struttura all’avanguardia, secondo il
commissario, e svolgerà numerose e innovative attività specialistiche. E il
personale? Oltre a ciò, i bene informati riferiscono che i lavori al Mariano
Santo sono quasi sempre fermi, quindi ci si chiede come potrà riaprire a fine
settembre e soprattutto quanti e quali saranno i sanitari che vi presteranno
servizio.
Si naviga a vista, dicevamo, ma si parla spesso
astraendosi dalla realtà, così il commissario ha inteso fare un passaggio, parlando
del PNRR, anche sul fantomatico nuovo ospedale che da decenni disturba il sonno
di tanti politici e amministratori locali. Dopo studi di fattibilità – soldi
buttati – progetti campati in aria, liti tra fazioni politiche e chiacchiere varie,
riparlare di un nuovo ospedale per Cosenza non è altro che il solito jolly da
tirar fuori dal mazzo quando si sa di aver detto o fatto poco e per niente
bene.
Focus
Mariano Santo
Chiuso nel 2015, il Mariano Santo è ancora un
cantiere sui generis. Si lavora a singhiozzo, la consegna dei è prevista per
fine settembre, ma basta fare un giro intorno al plesso in ristrutturazione per
notare l’assenza degli operai e del cartello di cantiere. Quest’ultimo è
obbligatorio.
Intanto, da sei lunghi anni la sanità cosentina è
costretta a fare meno dei 120 posti letto disponibili nell’ex sanatorio, che
sarebbero stati di grande aiuto per
fronteggiare l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi.
Dopo l’approvazione di varianti su varianti e
l’investimento di cospicue risorse (https://francescacanino.blogspot.com/2020/11/lavori-infiniti-al-mariano-santo-ecco-i.html), nei mesi scorsi, a
causa di un contenzioso con la precedente impresa aggiudicataria dei lavori e a
seguito della risoluzione contrattuale, i lavori sono stati riappaltati.
Appalto, questo, che riguarda le opere elencate in occasione del sopralluogo e
ritraccio delle non compiute fatte della prima impresa. Si tratta di un
intervento di rattoppo per avere quel quadro completo che era nell’originaria
progettazione e che ha escluso alcuni interventi probabilmente perché non c’è
capienza di spesa.
Il tempo utile per completare i lavori è stato
fissato in 196 giorni e l’importo complessivo dei lavori si aggira su €
1.336.459,50 a corpo, per cui non si vengono compiute alcune operazioni. Dovrebbero,
tuttavia, essere spiegate le categorie di lavori da fare e gli interventi
progettualmente definiti in senso esecutivo. Ci si chiede, ora, se sia stata
fatta la valutazione delle offerte anomale, come dovrebbe risultare dal verbale
di aggiudicazione, e se la prima ditta, dopo la rescissione, abbia pagato una
penale. Domande alle quali difficilmente seguiranno risposte.
Cosenza, 25
giugno 2021
©
Francesca Canino