Nella U.O.C. di
Neonatologia dell’ospedale di Cosenza sarà presentato prossimamente il
MamiVoice, un trasduttore di onde che posto sull’incubatrice
trasmette vibrazioni sonore. Il suono che il neonato percepirà dovrebbe essere
efficace per calmarlo nei momenti critici, tramite l’ascolto della voce della
mamma. Si tratta di una sedazione sensoriale, che attutisce i dolori provocati da
alcune pratiche mediche come le iniezioni. Un solo MamiVoice sarebbe poco, in effetti
ne servirebbe almeno uno per ogni neonato in termoculla, dunque circa una
dozzina.
Il dispositivo, ideato dall’ingegnere Bigogno, è
stato donato alla Terapia Intensiva Pediatrica (TIN) dell’Annunziata da un
gruppo di mamme nel periodo più difficile della pandemia.
Dal comunicato diramato dall’Azienda ospedaliera di
Cosenza si apprende che “In una prima
fase è stato utilizzato in maniera sperimentale nell’ambito del progetto di
ricerca Sviluppo delle cure Palliative
e della Terapia del Dolore in età pediatrica, realizzato dalla dott.ssa
Michela Peta”.
Dovremmo, ora, porci alcune domande: circa 4 anni
fa, il dispositivo in questione era stato acquistato su indicazione della
dott.ssa Peta, che a quel tempo, grazie a una borsa di studio, svolgeva un
tirocinio presso la Neonatologia, interessandosi, da un punto di vista
psicologico, delle mamme e dei neonati. Il suo funzionamento era abbastanza ‘artigianale’,
pur essendo costato circa 3000 euro, e fu usato per poco tempo e con scarsa
partecipazione del personale della UOC di Neonatologia. Diversi erano i
problemi che scaturivano dall’uso del dispositivo, in particolare per quanto
riguardava le batterie che si scaricavano velocemente. Anche per questa
ragione, il suo funzionamento era limitato.
I bene informati, fanno sapere che in seguito alla
scadenza della borsa di studio della dott.ssa Peta, del dispositivo non si
seppe più nulla. Ecco perché oggi è importante chiedersi che fine ha fatto l’apparecchio
esistente per il quale erano stati spesi migliaia di euro? Perché è stato
ripreso 4 anni dopo? Sarà incrementata la pratica o finirà nel dimenticatoio
come già accaduto?
Cosenza, 7 marzo 2022
© Francesca Canino