Poiché non ha pregio la rozza giustificazione del sindaco Occhiuto che gli edifici demoliti e (secondo lui) da demolire nel centro storico di Cosenza non presentano alcunché di rilevante dal punto di vista architettonico e storico, ho interpellato il ministro Franceschini (Atto Senato n. 3-02639 del 22 giugno 2021) per sapere “se non ritenga necessaria e urgente la creazione di un tavolo tecnico tra il Comune e la competente Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio allo scopo di adottare una seria strategia di salvaguardia del tessuto urbano storico e per evitare, tra l’altro, che agli interventi finanziati con i 90 milioni di euro che proprio il ministro Franceschini destinò al centro storico cosentino, riservati però, per ragioni mai del tutto chiarite, all’edilizia pubblica, si accompagni la creazione, tutto intorno a quelli, di un esteso campo di rovine che potrebbe suscitare gli appetiti degli speculatori”. Vari soggetti politici e associazioni di Cosenza hanno infatti avanzato forti dubbi, nei giorni scorsi, sulle demolizioni fatte eseguire dall’Amministrazione comunale nel centro storico cittadino, con una ordinanza con tingibile e urgente a firma del vicesindaco, dopo i crolli del 12 giugno, negandone l’urgenza e denunciando la presunta mancanza delle necessarie autorizzazioni. Ho chiesto, perciò, innanzi tutto, se sia stata convocata preventivamente, e come si sia espressa al riguardo, la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale (Co.Re.Pa.Cu.), organo del Ministero della Cultura che viene convocato dal Segretario regionale. Più in generale, alla luce delle responsabilità in capo al MiC, “se possa spiegare perché sia stato consentito all’amministrazione Occhiuto di strappare un altro importante tassello della forma urbis di Cosenza, praticando una nuova e larga ferita nell’antico tessuto urbano, nonostante la palese incoerenza tra l’emergenza causata dal crollo dei solai di un palazzo e l’azione demolitoria intrapresa, indirizzata su immobili diversi e distanti da quello danneggiato”. Il tavolo tecnico citato all’inizio è lo strumento imprescindibile per pianificare gli interventi, ordinari e legati alle emergenze, da eseguire nella città vecchia, e, oltre al Comune e al MiC, devono trovarvi posto tutti i portatori di interessi, perché la gestione di quel tesoro di memorie, dei Cosentini ma non solo dei Cosentini, che è il centro storico della città bruzia, meritevole di conservazione e promozione, non può in alcun modo essere discrezionale, bensì rispettosa delle previsioni di legge.
‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria
24 giugno 2021
Crolli nel centro storico di Cosenza, la sen. Corrado interpella il ministro Franceschini
Poiché non ha pregio la rozza giustificazione del sindaco Occhiuto che gli edifici demoliti e (secondo lui) da demolire nel centro storico di Cosenza non presentano alcunché di rilevante dal punto di vista architettonico e storico, ho interpellato il ministro Franceschini (Atto Senato n. 3-02639 del 22 giugno 2021) per sapere “se non ritenga necessaria e urgente la creazione di un tavolo tecnico tra il Comune e la competente Soprintendenza Archeologia, Belle arti e Paesaggio allo scopo di adottare una seria strategia di salvaguardia del tessuto urbano storico e per evitare, tra l’altro, che agli interventi finanziati con i 90 milioni di euro che proprio il ministro Franceschini destinò al centro storico cosentino, riservati però, per ragioni mai del tutto chiarite, all’edilizia pubblica, si accompagni la creazione, tutto intorno a quelli, di un esteso campo di rovine che potrebbe suscitare gli appetiti degli speculatori”. Vari soggetti politici e associazioni di Cosenza hanno infatti avanzato forti dubbi, nei giorni scorsi, sulle demolizioni fatte eseguire dall’Amministrazione comunale nel centro storico cittadino, con una ordinanza con tingibile e urgente a firma del vicesindaco, dopo i crolli del 12 giugno, negandone l’urgenza e denunciando la presunta mancanza delle necessarie autorizzazioni. Ho chiesto, perciò, innanzi tutto, se sia stata convocata preventivamente, e come si sia espressa al riguardo, la Commissione Regionale per il Patrimonio Culturale (Co.Re.Pa.Cu.), organo del Ministero della Cultura che viene convocato dal Segretario regionale. Più in generale, alla luce delle responsabilità in capo al MiC, “se possa spiegare perché sia stato consentito all’amministrazione Occhiuto di strappare un altro importante tassello della forma urbis di Cosenza, praticando una nuova e larga ferita nell’antico tessuto urbano, nonostante la palese incoerenza tra l’emergenza causata dal crollo dei solai di un palazzo e l’azione demolitoria intrapresa, indirizzata su immobili diversi e distanti da quello danneggiato”. Il tavolo tecnico citato all’inizio è lo strumento imprescindibile per pianificare gli interventi, ordinari e legati alle emergenze, da eseguire nella città vecchia, e, oltre al Comune e al MiC, devono trovarvi posto tutti i portatori di interessi, perché la gestione di quel tesoro di memorie, dei Cosentini ma non solo dei Cosentini, che è il centro storico della città bruzia, meritevole di conservazione e promozione, non può in alcun modo essere discrezionale, bensì rispettosa delle previsioni di legge.
Iscriviti a:
Commenti sul post (Atom)
Nessun commento:
Posta un commento