‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

02 settembre 2020

Pronto soccorso di Cosenza, urge riorganizzazione


Gruppetti di persone affollano quotidianamente lo spazio antistante la sbarra del Pronto soccorso dell’Annunziata. Sono i familiari dei pazienti che attendono di essere curati nella porta d’accesso dell’ospedale cittadino. Ore sotto il sole cocente, seduti per terra ad aspettare che arrivino notizie sullo stato di salute dei loro cari. E la sera sono ancora là, i tempi del Pronto soccorso sono estremamente lunghi, ma i familiari degli ammalati resistono a tutto, sperando che il sacrificio non si riveli vano.
In ospedale non si entra più come nei mesi scorsi, l’emergenza determinata dalla SARS-CoV2-19 ha imposto nuove regole – legittime - da rispettare per evitare contagi. Alcune direttive, però, devono essere riviste per impedire che i pazienti rimangano completamente da soli, considerata la penuria cronica di personale che affligge l’ospedale e, di conseguenza, i tempi dilatati che un accesso al Pronto soccorso richiede in queste condizioni. I familiari devono essere messi in condizione di entrare – uno per paziente – nei locali del Pronto soccorso e delle altre Unità operative per assistere i loro congiunti e avere notizie immediate sul loro stato di salute.
Si creino, pertanto, nuovi percorsi in sicurezza in tutto il nosocomio, poiché tutti i malati devono avere un familiare al proprio fianco. Non si può dimenticare il messaggio inviato dalla giovane donna deceduta nei giorni scorsi all’Annunziata per cause da accertare, con cui informava il marito di essere sola da ore. Se avesse avuto qualcuno vicino non sarebbe morta in solitudine.
Urge una riorganizzazione immediata del’Hub cosentino, visto l’aumento dei contagi nella nostra regione e la carenza di strutture sul territorio in grado di prestare cure a chi ne ha bisogno.

Cosenza, 2 settembre 2020

© Francesca Canino

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