Il 31 luglio 2019,
esattamente un anno fa, l’allora ministro
per il Sud, Barbara Lezzi, scrisse il seguente post sulla sua pagina facebook: «Il sindaco di Cosenza
Mario Occhiuto - eletto con Forza Italia e Fratelli d'Italia - non brilla
soltanto per le indagini a suo carico ma anche per l'arroganza con cui tratta i
suoi cittadini ai quali dovrebbe umilmente chiedere perdono per non aver ancora speso le risorse che sono
state assegnate al centro storico della città. Stia certo il Sindaco
plurindagato che i suoi insulti e deliri non mi fermeranno. Cosenza avrà il suo
centro storico riqualificato e non permetterò che la sua sospetta insistenza
nel cambiare destinazione ai fondi (dal pubblico al privato) blocchino la spesa».
Parole forti giunte qualche
tempo prima della dichiarazione di dissesto del comune bruzio. A distanza di un
anno, considerato che le risorse (CIS) a cui si riferiva l’ex ministro Lezzi,
in carica fino al 5 settembre 2019, non sono state ancora spese, ne
ricostruiamo l’insidiosa storia, dalla quale emergono fatti tuttora poco noti e
controversi figuranti.
Il ministro Franceschini a Cosenza destina 90 milioni al
centro storico
A
fine novembre 2017, il ministro dei Beni culturali Dario Franceschini giunse a
Cosenza per presentare un suo libro. Nelle ore precedenti l’evento,
associazioni e comitati cittadini si erano organizzati per incontrare il
ministro e mostrargli le pessime condizioni del centro storico di Cosenza, da
anni oggetto di dibattiti, convegni, proposte, abbattimenti illegittimi, incuria e crolli. L’incontro, di fortuna,
avvenne nella sala della curia arcivescovile: i rappresentanti dei comitati lessero
una lettera al ministro, il quale propose subito un aiuto concreto per il
centro storico cosentino. Si trattava del finanziamento Fondo Sviluppo e
Coesione, di cui al Piano Operativo “Cultura
e Sviluppo”, con il quale si destinarono 90 milioni di euro per il “Progetto
integrato di riqualificazione e
rigenerazione di un quartiere del Centro Storico di Cosenza”. Il progetto prevedeva il coinvolgimento della comunità locale e la
stesura di un progetto integrato
quale nucleo centrale per tutte le altre azioni di sostegno, che avrebbe dovuto
interessare i privati e individuare attrattivi culturali per riqualificare una parte omogenea del territorio.
Infatti, il finanziamento faceva riferimento a un quartiere, oggetto di
intervento e non a interventi di vario genere disseminati nel Centro Storico.
L’incontro alla Provincia organizzato dal Pd
Con le elezioni di marzo 2018 e la vittoria dei 5 Stelle, fu nominato ministro dei Beni
culturali Alberto Bonisoli, nomina che le forze politiche sconfitte ritennero
essere di secondo ordine, poiché continuarono a comportarsi come se fossero
ancora al potere. Infatti, l’8 giugno
2018, si svolse un incontro nelle
sale della Provincia di Cosenza, organizzato dal Pd locale, al quale parteciparono
i residenti del centro storico, le associazioni e quasi tutti i rappresentanti
del Pd cittadino. In quella sede, gli organizzatori dell’incontro rivendicarono
la paternità del finanziamento, visto che Franceschini era un loro ministro, e
in virtù di ciò lasciarono intendere chiaramente che sarebbero stati loro i
gestori dei fondi in arrivo. L’entusiasmo in sala era evidentissimo, i 90
milioni rappresentavano una provvidenziale ‘manna’ da riservare in minima parte
al centro storico – che, a oltre alle passerelle politiche, non è mai interessato
a nessuno - e in massima parte ad altro e altri, come sempre accade quando i
politici hanno a disposizione una rilevante somma da gestire.
90 milioni solo per gli edifici pubblici
In
quella occasione, i residenti, i primi a subire da sempre il degrado del centro
storico e a soffrire per la perdita dei luoghi legati alla storia cittadina,
dopo aver tentato per anni di ricevere le dovute attenzioni non solo dell’amministrazione
comunale e provinciale di Cosenza, ma anche della Regione e dei parlamentari
calabresi sulla disastrosa situazione del centro storico bruzio, si mostrarono speranzosi,
ma nel contempo guardinghi. Come fidarsi, si chiedevano i cittadini, dei soliti noti che in tanti anni non
avevano mostrato alcun interesse per Cosenza vecchia?
I
dubbi aumentarono quando si seppe che i
90 milioni sarebbero stati investiti per
migliorare gli edifici pubblici di Cosenza vecchia, non pericolanti e in
buono stato di conservazione, e nemmeno un centesimo, invece, sarebbe stato
speso per la ristrutturazione degli immobili privati fatiscenti. 90 milioni per arricchire i politicanti e i
loro sodali traffichini? I cittadini reclamavano i fondi per recuperare le
case, per mettere in sicurezza i quartieri, per dare dignità alle persone indigenti
e per impedire la perdita del patrimonio storico della città. Che senso
avrebbe, infatti, spendere milioni per interventi sugli edifici pubblici che
godono di buona salute e lasciare gli immobili privati a deteriorarsi sempre
più? Meglio rispedirli al mittente ed evitare altra corruzione impunita. E sì,
perché è risaputo che a Cosenza i reati non si puniscono, si premiano.
La visita del ministro Bonisoli a Cosenza, le polemiche, il
ruolo della sua segretaria
Alcuni
mesi dopo, il ministro Bonisoli annunciò
una visita a Cosenza per gennaio 2019. La notizia scatenò un vero e proprio
‘assalto alla diligenza’ da parte degli amministratori locali, di alcune
associazioni e di tutti coloro che avevano messo gli occhi sulla torta da 90
milioni di euro. Nei giorni precedenti la visita, si apprese dai documenti
ufficiali che i fondi sarebbero stati destinati al Museo dei Brettii e degli Enotri, a Palazzo Arnone, alla Biblioteca
Nazionale e al quartiere Massa (senza alcuna specificazione). Non si
comprese il senso di questa decisione, né ci fu la possibilità di comprenderne in
seguito i motivi poiché scoppiarono subito violenti polemiche sulla visita di
Bonisoli a Cosenza. Il ministro aveva deciso di incontrare i cittadini nella
sede dell’Accademia cosentina, la più antica istituzione culturale della città
e questo provocò la rabbia del sindaco Occhiuto, che parlò di “sgarbo
istituzionale”: «Era stato fissato un appuntamento per venerdì nella casa
comunale – ha sottolineato Occhiuto - ma la
segreteria particolare del ministro mi riferisce che la visita è saltata»
si legge in un comunicato stampa del comune bruzio datato 15 gennaio 2019 (https://www.comune.cosenza.it/index.php?id_oggetto=10&id_doc=18288&id_sez_ori=0&template_ori=1) e inoltre:
«Poco fa, mi ha chiamato per
l’ennesima volta la segretaria particolare del ministro Bonisoli, Francesca
Tarditi, per dirmi che c’è un ulteriore cambio di programma… E che un
Ministro della Repubblica non dovrebbe comportarsi così, senza dignità e
rispetto delle istituzioni. La nuova casta avvinghiata al potere pensa di
spadroneggiare utilizzando le cariche istituzionali per boicottare i programmi
degli avversari con ingerenze improprie e illegittime. Morra come Oliverio e
Gentile. Aspettiamo un’altra telefonata, e un’altra ingerenza. Vi farò sapere»
(https://www.quicosenza.it/news/le-notizie-dell-area-urbana-di-cosenza/cosenza/273465-la-segretaria-del-ministro-chiama-occhiuto-tavolo-sul-centro-storico-si-sposta-a-roma-il-5-febbraio).
Ciò che emerge,
oltre all’irritazione del sindaco che stava perdendo un’occasione da primadonna
(e forse anche perché vedeva sfilarsi dalle mani i 90 milioni) è il
comportamento, a dir poco sconcertante e inspiegabile, della segretaria
particolare del ministro Bonisoli, Francesca Tarditi, che si mostrò insistente nel
riproporre, più di una volta, la visita del ministro in comune, nonostante alla
signora Tarditi fosse stato a più riprese precisato la non opportunità
dell’incontro con il sindaco presso la casa comunale. Perché la segretaria del ministro insisteva tanto?
Nel frattempo,
gli amministratori locali e i loro fidati seguaci si scagliavano contro il
ministro, la sua parte politica e il senatore Morra, rei a loro dire, di aver
volutamente escluso il comune dalla partecipazione all’incontro con Bonisoli. L’argomento
tenne banco per almeno un paio di settimane, sia sui giornali che sui social, i
quali riportarono puntualmente le dichiarazioni al vetriolo, i commenti e i
fotomontaggi indecorosi pubblicati su facebook contro Bonisoli dai sostenitori
del sindaco. Una figura meschina, come potete vedere dalle foto, che qualificò,
o meglio dequalificò, tutta l’amministrazione comunale, che non prese mai le
distanze da ciò che i suoi fan
diffondevano.
Il comune in dissesto
Qualche mese più
tardi, dopo lo svolgimento di diversi
tavoli istituzionali presso il Mbact, in cui si discusse il cronoprogramma
degli investimenti da attuare, la Corte
dei Conte certificò il dissesto di Palazzo dei Bruzi e per i 90 milioni dei fondi Cipe, già stanziati,
fu paventata l’ipotesi di farli confluire in un Cis (Contratti Istituzionali di Sviluppo) complessivo per tutta la
Calabria. Un altro rallentamento delle attività intervenne a causa della crisi
di governo dell’estate 2019, il ministro Bonisoli fu mandato a casa e al suo posto fu ri-nominato
Franceschini, ovvero colui che in realtà non se ne era mai andato.
Il sottosegretario Anna Laura Orrico incontra la città
Nello scorso
mese di dicembre, in città arrivò il sottosegretario ai Beni e alle attività
culturali Anna Laura Orrico per decidere le sorti della Biblioteca Civica. Orrico
aveva anche ricevuto la delega ai quattro Contratti Istituzionali di Sviluppo (CIS)
di competenza del Mibact. L’incontro si svolse in una sala della Biblioteca
nazionale e sarà ricordato per l’infelice frase che il sottosegretario rivolse
a uno dei presenti, al quale fece notare, con non poca alterigia,
l’eccezionalità dell’evento «Quando mai avete ricevuto la visita di un
sottosegretario?», dimenticando che un anno prima la città dei Bruzi
aveva ricevuto la visita del ministro ai Beni culturali! Quello stesso
pomeriggio, il sottosegretario incontrò anche alcuni rappresentati dei comitati
di quartiere.
Poche settimane
fa, Orrico ha fatto sapere che «nel mese
di gennaio e in poco più di cinque mesi, nonostante la pandemia e il lockdown,
siamo riusciti a raccogliere riguardo al Cis Cosenza qualcosa come 40
proposte progettuali spendibili secondo le linee guida dell’Autorità di
gestione per un valore complessivo che potrebbe superare ampiamente la cifra
dei 90 milioni messi in campo dal Ministero per i beni e le attività culturali
e per il turismo: si potrebbero infatti aggiungere, come ho più volte ripetuto,
importanti risorse, modulari, provenienti da altre amministrazioni dello Stato,
centrali e periferiche. Ecco, perché sono soddisfatta del lavoro portato avanti fino ad oggi
dagli attori istituzionali».
L’amministrazione comunale e il CIS
Quasi
contemporaneamente alle suddette dichiarazioni, il vicesindaco di Cosenza, Francesco
Caruso, ha ricordato al consigliere Guccione «che il Comune di Cosenza è stato l’unico ente che ha presentato dal
primo giorno i progetti e le idee che oggi lui (Guccione n.d.a.) definisce
“assenti” dal tavolo di concertazione aperto al Mibact. Non solo. I progetti
del Comune di Cosenza erano stati già recepiti, integralmente e per l’intero
ammontare dei 90 milioni di euro, dal Ministero, andando a costituire la
complessiva strategia di sviluppo del CIS, come dimostrano le schede in nostro
possesso».
L'Amministrazione
comunale ha prodotto, si legge sul sito del comune, nel termine stabilito (4
giugno), le schede di intervento relative alle proposte per la riqualificazione
della parte antica della città, tra cui «l'intervento
di restauro dell'ala posteriore del Complesso Monumentale di San Domenico, il
restauro conservativo con adeguamento sismico della Chiesa di San Gaetano e
delle relative pertinenze, l'adeguamento sismico e funzionale della Chiesa
delle Vergini, l'intervento di riqualificazione territoriale tramite i
“Giardini Urbani Diffusi”, la riqualificazione degli spazi pubblici del centro
storico, del verde e dei sottoservizi, il miglioramento dell'accessibilità al
centro storico attraverso interventi di mobilità sostenibile. Tra i progetti
più significativi della rimodulazione presentata dal Comune di Cosenza, in
questo caso con una progettualità condivisa con la Provincia, anche
l'adeguamento sismico, l'efficientamento energetico e la rifunzionalizzazione
del Monastero dei Cappuccini (ex Ricovero Umberto I) e dell'area di pertinenza…
alcune opere di completamento o ristrutturazione di impianti sportivi, sempre
nel centro storico. In quest'ambito rientrano la riqualificazione urbana del
quartiere Casali, con la demolizione e ricostruzione del Palazzetto dello
Sport, in un'ottica di ecosostenibilità e il completamento del Parco Acquatico
del Crati. La progettazione complessiva presentata dal Comune al MIBACT è pari
a circa 93 milioni di euro… abbiamo seguitato ad interloquire con le
associazioni di categoria maggiormente rappresentative e con le altre
associazioni spontanee presenti sul territorio…». (https://www.comune.cosenza.it/index.php?id_oggetto=10&id_doc=19165&id_sez_ori=&template_ori=1).
Proposte
che in alcune parti esulano dalle direttive del CIS e che proprio per questo
potrebbero non essere accolte e ritardare la riqualificazione.
Intanto,
il centro storico di Cosenza è sempre più abbandonato e pericoloso: nelle
ultime settimane è stata segnalata la presenza di pulci, sono divampate delle
fiamme, subito domate, nello stesso stabile in cui, nell’agosto del 2017, persero
la vita tre persone e un cagnolino a causa di un terribile incendio. Esemplare l’impegno
del Comitato Piazza Piccola, mentre tutti gli altri sono distratti da altro, in
attesa delle prossime passerelle elettorali.
Cosenza, 31 luglio 2020
© Francesca Canino
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