‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

07 dicembre 2018

Piazzetta Toscano, lavori fermi


I lavori su piazzetta Toscano sono fermi da mesi. L’importante sito archeologico giace come sempre nell’incuria, dopo essere stato adibito a luogo della movida circa un anno fa (https://emergenzacultura.org/2018/01/13/francesca-canino-beni-culturali-o-luna-park-cosenza-sito-archeologico-romano-adibito-a-luogo-della-movida/).

Esaminando le vicissitudini di cui il sito è stato protagonista negli ultimi anni, emerge che c’è una chiara volontà di lasciarlo nell’abbandono. Ecco perché:
Novembre 2016: in seguito a numerose segnalazioni sullo stato di degrado dell’area denominata piazzetta Toscano pervenute ai carabinieri del Nucleo tutela patrimonio culturale (NTPC), la Procura della Repubblica di Cosenza dispose il sequestro probatorio del sito, considerato un ‹‹bene culturale sottoposto a vincolo tutorio – scrivevano i carabinieri del Nucleo in un comunicato – ubicato nel centro storico di Cosenza, di proprietà comunale, su un’area di 1500 mq dove insistono i resti di strutture murarie di abitazioni di epoca brettia del IV – III sec. a.C. nonché i resti di una domus romana di età imperiale del II – III sec. d.C., decorata con pavimenti a mosaico e intonaci policromi››.
Non si fecero attendere le rituali reazioni dell’amministrazione comunale, chiamata in causa perché proprietaria del bene, che promise interventi sul sito se avesse trovato finanziamenti adeguati e assicurò alla Soprintendenza e al Nucleo TPC la sua collaborazione. Spenti i riflettori, l’area fu, come al solito, dimenticata, nonostante l’interesse mostrato finanche dalla direzione generale del Mibac, che nei mesi seguenti al sequestro scrisse alla Soprintendenza cosentina, sottolineando «la difficile situazione in cui versa il patrimonio archeologico di Consentia, quale ad esempio l’area della domus romana di piazzetta Toscano, che è stata sequestrata dalla Procura in quanto il sito versa, già da diverso tempo, in uno stato di gravissimo degrado, con rifiuti di vario genere ed erbe infestanti che hanno invaso le strutture murarie».
A distanza di un anno dal sequestro, le emergenze archeologiche erano completamente offuscate dai vetri appannati, i nastri di delimitazione apposti dai carabinieri del Nucleo si vedevano appena e l’oblio era di nuovo calato sulle vestigia romane.
Primavera 2018: iniziano i lavori per il recupero della piazza, interrotti qualche mese dopo. Oggi, è di nuovo tutto abbandonato, non si conoscono i motivi, né si sa se essi riprenderanno.
Sono le contraddizioni di una città ad alto interesse storico-artistico, in cui si investe molto per le leggende e nulla per la storia, anzi si lascia nei rifiuti e nell’abbandono totale un luogo di alto valore archeologico. Stessa sorte è riservata a tutto il cadente centro storico, tra i più estesi e belli d’Italia.
Cosenza, 7 dicembre 2018
© Francesca Canino