‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

07 dicembre 2014

Alarico e i falsi storici



 dal Quotidiano del Sud del 6-12-14

di FRANCESCA CANINO ©

CORSO MAZZINI si prepara al Natale. Ieri mattina hanno iniziato a sistemare le luminarie, che di natalizio hanno poco visto il tema prescelto. Pende sulla testa dei cosentini un grosso medaglione di luci al cui interno è raffigurato un volto molto noto attribuito ad Alarico I, il re che secondo leggenda è stato seppellito alla confluenza dei fiumi bruzi. L'immagine in realtà non gli appartiene – come abbiamo diverse volte spiegato proprio sulle colonne di questo giornale - sebbene sia largamente utilizzata da operatori culturali e commerciali come un marchio, o un brand, come si preferisce dire oggi. L'effigie, che consiste in un ovale che ritrae un busto e la scritta “Alaricus Rex Gothorum”, cioè Alarico re dei Goti, non si trova su una moneta del tempo, anzi non si trova affatto su una moneta, ma la cosa più importante è che essa non rappresenta Alarico I.
Da una ricerca effettuata presso il 'Kunsthistorisches Museum' di Vienna, dove l’oggetto è custodito, è emerso che si tratta di un sigillo.
La classificazione ufficiale di ciò che viene definito il 'logo di Alarico' riporta che esso consiste in uno zaffiro azzurro intagliato con grande perizia e incastonato in un anello d’oro. Era usato come sigillo alla corte del re visigoto Alarico II, vissuto tra il 484 ed il 507 dopo Cristo, nel suo regno in Spagna, a riprova di come i nuovi regni barbari emulassero i Romani nel commissionare intagli. L'immagine che da sempre vediamo (ab)usata come l'effigie di Alarico I, non raffigura lui, né un figlio, ma un altro re visigoto che regnò sui possedimenti ispanico-francesi circa 80 anni dopo la morte per malaria del primo Alarico. Un'ulteriore conferma perviene dalla più grande casa d’aste del mondo, Christie's, che nel 2002 ha battuto all’asta, al prezzo di 120.000 dollari, un secondo esemplare dello stesso sigillo e ha dato conferma dell'attribuzione dell'effigie ad Alarico II. L’immagine da sempre usata a Cosenza come simbolo di Alarico, dunque, con il re della leggenda sul Busento non ha nulla a che fare. Su Alarico e sulla ricerca del suo tesoro si potrebbe scrivere un lunghissimo trattato, di fantasia naturalmente, poiché le notizie storiche sono scarse e fors'anche dubbie e i ritrovamenti, ad oggi, inesistenti.


Tari: errori, ritardi, aumenti


dal Quotidiano del Sud del 4-12-14

di FRANCESCA CANINO ©

UNA TRENTINA le persone in coda ieri mattina davanti all'ufficio tributi del Comune di Cosenza. Il motivo è sempre lo stesso da una settimana e più a questa parte e cioè il pagamento della Tari che sta causando problemi e perdite di tempo ai cittadini.
Incassata la batosta, anche se non digerita, restano da rivedere le diverse inesattezze riportate sulla bolletta che hanno contribuito a far lievitare gli importi. Non bastavano gli adeguamenti alle norme europee e nazionali che hanno modificato la struttura della tassa triplicando le tariffe, ad aumentare, in alcuni casi, la quota dell'ex Tarsu sono intervenuti errori nel calcolo dei metri quadrati dell'immobile o del numero degli occupanti. Per correggere i dati inesatti, i cittadini si sono recati presso gli uffici preposti armati di bollette. E qui è iniziato il balletto di lamentele per la lunga fila davanti agli sportelli, per l'assenza di un distributore di ticket per rispettare la coda, per l'esiguo numero di personale incaricato e per i soli tre giorni a settimana in cui gli uffici sono aperti al pubblico, sebbene il momento ne richiederebbe di più. Ma ci si lamenta soprattutto per il totale da pagare, esagerato sia per i pensionati che per coloro i quali percepiscono uno stipendio degno di questo nome. Sul piede di guerra la categoria dei commercianti, che lascia intravedere la possibilità di intraprendere una class action, considerato il periodo altamente critico che vivono le attività commerciali cittadine e che non consente di affrontare una spesa così esosa.
Alcuni cittadini hanno provveduto al pagamento non appena è arrivata la bolletta, i cui termini per il pagamento erano scaduti almeno una settimana prima. Spedite in netto ritardo quindi. Solo in un secondo momento la maggior parte dei contribuenti si è resa conto delle imprecisioni riguardanti i dati su cui è stata calcolata la quota. In tanti hanno notato che il numero degli occupanti e dei metri quadrati del proprio immobile è stato scritto con un carattere piccolissimo, quindi non facilmente visibile, tant'è che hanno pagato e solo dopo hanno rilevato gli errori. Altri hanno fatto notare, invece, che nel corso del 2014 il loro reddito è cambiato rispetto al 2013, anno a cui si fa riferimento per calcolare l'ISEE che consente di accedere alle agevolazioni.
Errori madornali e inspiegabili, inoltre, sono quelli capitati a chi nell'avviso di pagamento si è visto calcolare la Tari su immobili che non possiede, che non ha mai posseduto e di cui non conosce nemmeno l'esistenza. Facili battute sono scaturite da questo inconveniente, le persone hanno affermato ironicamente che sarebbero contente di pagare la Tari se qualcuno regalasse loro gli immobili erroneamente attribuiti.

E chi ha già pagato nonostante le inesattezze? Per un eventuale rimborso dovrà attendere la prossima bolletta, quella del 2015, sperando che il rimborso non servirà a compensare nuovi aumenti delle tariffe. Ciò che sorprende - e che nessuno ha saputo spiegare - riguarda l'errore nel computo dei metri quadrati e il nuovo corso dei rifiuti in città. Se il numero degli occupanti può mutare a distanza di un anno, non si capisce come possa variare la superficie di uno stesso appartamento, visto che negli anni scorsi l'ex Tarsu veniva calcolata esclusivamente sui metri quadrati, noti agli uffici comunali. Nessuna risposta poi sulla differenziata, che come ultimamente è stato dichiarato, ha raggiunto il 60%. Ma non si doveva pagare di meno in virtù della raccolta porta a porta? 


dal Quotidiano del Sud del 2-12-14

di FRANCESCA CANINO ©

L'ARRIVO delle bollette Tari ha causato malumori e sconforto nei cosentini, non solo per le inesattezze che compaiono sulle bollette, ma anche per l'aumento esagerato delle tariffe. Negli ultimi giorni, le lamentele dei cittadini e dei commercianti hanno occupato le pagine dei giornali e le piazze. Pagare tre/quattro volte di più rispetto agli altri anni è un sacrificio troppo grande che non tutti in città possono permettersi di sostenere.
Con un comunicato risalente alla scorsa settimana, l'amministrazione comunale ha informato i cosentini della possibilità di usufruire di alcune agevolazioni, le quali sono tutte riportate sul sito del Comune. In molti, quindi, si sono affrettati a collegarsi al sito e a leggere la sezione intitolata ''TARI 2014: i modelli per gli sgravi'', che comprende il 'modello sgravio uso abitativo' e il 'modello sgravio uso NON abitativo'. Cliccando sul primo, si apre un modulo che dovrebbe essere utilizzato, secondo la definizione, per ottenere una riduzione della tassa. Invece è il modulo per ricalcolare ''il corretto importo del tributo'', da compilare per comunicare ''che il numero dei componenti il proprio nucleo familiare è di n._unità e non già di n._unità come indicato nell'avviso'' oppure ''che erroneamente è stato applicata la quota variabile alla pertinenza dell'abitazione principale individuata nell'articolo n._dell'avviso di pagamento''.
Nulla a che vedere con le agevolazioni, ci hanno comunicato i cittadini, disorientati anche dalle ultime righe del modulo che reca scritto di provvedere ''comunque, al pagamento dell'importo della 1ª rata scadente al 30.11.2014 fatti salvi eventuali maggiori somme versate che saranno oggetto di rimborso ovvero di compensazione per l'anno successivo''.
Riepilogando: si legge il modulo convinti che contenga le informazioni per ottenere una riduzione della tassa e invece si trova scritto di correggere le inesattezze riportate sulla bolletta. Intanto si deve pagare anche se ci sono state imprecisioni nei calcoli, questi ultimi saranno corretti e la differenza sarà rimborsata l'anno prossimo. Proprio ciò che i cittadini non volevano, cioè pagare cifre esagerate o perché calcolate male o perchè calcolate tenendo conto dell'adeguamento alle norme europee e nazionali che hanno radicalmente modificato la struttura della tassa.
E per le agevolazioni? L'amministrazione aveva fatto sapere che sono state previste da una delibera. C'è un modulo che si trova in un'altra sezione del sito, ma non sembra potrà essere d'aiuto a molta gente. Si richiede, infatti, per un'esenzione totale  della tassa (parte fissa + parte variabile), un valore ISEE fino a € 5.000,00; per l'esenzione della parte variabile un valore ISEE compreso tra € 5.000,01 e € 7.500,00 e per la riduzione del 50% della parte variabile un valore ISEE compreso tra € 7.500,01 e € 8.500,00''. Se si percepiscono dodici mensilità di poco oltre le 700 euro, si deve pagare in toto la bolletta, nel migliore dei casi triplicata. Non finisce qui, poiché ''il godimento di tali benefici – è scritto sul modulo - è subordinato all’inoltro della presente istanza, in carta semplice, da produrre al bollo d’entrata del Comune entro il 31 ottobre 2014, con effetto per il solo anno 2014''. Ma se i termini sono scaduti, per quale motivo sono stati informati i contribuenti bruzi che si poteva fare domanda per pagare di meno?



















27 novembre 2014

Cosenza, anche l'amministrazione comunale non rispetta le regole

Cosenza è la città dove ognuno fa quel che vuole. Il riferimento non è solo ai cittadini, ma anche alle istituzioni. Le regole non vengono rispettate nemmeno quando chi dovrebbe farle rispettare viene chiamato in causa, e non una volta sola. 
Martedì mattina (25 novembre) una squadra di operai ha effettuato la potatura degli alberi in una centralissima via senza che nessuno avesse apposto, 48 ore prima, il cartello del divieto di sosta, come previsto dai regolamenti comunali.
Il lavoro è stato compiuto con le auto parcheggiate, i passanti sui marciapiedi e il normale traffico sulla strada. Con tutti i rischi del caso, dunque. Alcuni residenti, per evitare che le proprie auto potessero subire dei danni, ma anche per chiedere il rispetto delle regole, hanno telefonato alla Polizia municipale, la quale ha risposto che non c'erano pattuglie disponibili poiché in città si stava svolgendo un corteo senza un percorso definito (ci si chiede: ma Cosenza non è la città che ha un elevato numero di vigili?). La polizia municipale ha consigliato di spostare le auto per prevenire disastri. Dopo aver fatto notare che non è così che si agisce, essi hanno replicato dicendo di fare un esposto, di allegare le foto degli operai al lavoro e dei cartelli mancanti. Purtroppo in città nessuno crede più nell’efficacia degli esposti, visto che negli ultimi tempi equivalgono al nulla, infatti o vengono cestinati o se vengono presentati in Procura il loro destino è l'archiviazione. Oltre a ciò, i residenti hanno comunicato alla municipale che gli operai non avevano nessun distintivo che facesse intendere di essere stati mandati dal comune, potevano anche essere abusivi. Ciò secondo i Vigili sarebbe stato impossibile perché in città è in atto la potatura!!! Alla fine i residenti preoccupati hanno parlato con gli operai, i quali se ne sono andati quando è stato fatto notare loro che stavano lavorando senza i cartelli. Erano davvero operai incaricati dal comune?
Giovedì mattina (27 novembre) si verifica la medesima situazione di martedì: sulla stessa via potatura senza cartello. Ed erano stati avvisati sia gli operai che la polizia municipale. Di nuovo si telefona ai vigili. Rispondono che avrebbero mandato una pattuglia. Mai arrivata. Gli operai hanno continuato il loro lavoro. E i residenti hanno fatto la guardia alle auto. E anche un po' di foto che vi mostriamo.
Il problema è un altro: se in questa città non si ripristinano le regole non si vivrà più. Spesso gli amministratori comunali dicono che i cosentini non rispettano le regole, che devono essere educati, che sistemeranno le telecamere per controllare chi si comporta da vandalo, che sanzionerà i trasgressori, ma loro le rispettano le regole? E quando non le rispettano, chi può sanzionarli?
27-11-2014
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©Francesca Canino

Ecco il film della potatura senza i cartelli di divieto di sosta
































10 novembre 2014

Il ministro della salute Lorenzin all'ospedale di Cosenza: visita istituzionale o tour elettorale?



 

Mentre il senatore Gentile giungeva dinanzi allo spiazzale del Pronto soccorso dell'ospedale cosentino, il ministro della salute Beatrice Lorenzin era intenta a visitare il Pronto soccorso pediatrico. Reduce dall'incontro di ieri, domenica, con i medici bruzi, il ministro ha visitato solo stamattina l'Annunziata, malgrado numerosi siano stati gli appelli che i sanitari le hanno rivolto nel corso della loro protesta dei mesi scorsi. Nessun segnale allora, nemmeno quando i camici bianchi si sono recati a Roma e hanno incontrato il sottosegretario Fadda (ora ex), il quale aveva detto di non poter fare nulla perché il ministro Lorenzin aveva avocato a sé la delega per la Calabria. Nulla di fatto dunque, i medici hanno continuato a lavorare tra mille disagi e con una pianta organica sottodimensionata. La settimana scorsa è giunto, invece, l'annuncio della visita del ministro. A tredici giorni dalle elezioni regionali. E accompagnata nel tour, cosentino almeno, dal senatore Gentile. Anche a volersi armare di tanta buona fede, risulta difficile credere che il tour del ministro non sia elettorale. Avrebbe potuto scegliere una data diversa, avrebbe potuto decidere di non farsi accompagnare dal senatore il cui fratello è candidato alle prossime regionali e che nei manifesti elettorali, affissi oltre dieci giorni fa, ha scritto “Sbloccato il turnover”. Niente di più falso, visto che il ministro ha ribadito stamani all'Annunziata che mercoledì prossimo ci sarà la riunione di un tavolo tecnico per decidere se si dovrà procedere allo sblocco ed eventualmente in che misura.

«La Calabria è all'anno zero – ha dichiarato il ministro al termine della visita al Pronto soccorso pediatrico – questo è il motivo per cui sono venuta. Abbiamo chiuso la fase finanziaria e aperto quella organizzativa, ora abbiamo i dati, quindi un censimento che ci servirà a costruire la rete ospedaliera».

Eppure dagli ultimi 'tavoli Massicci' non sembrava che la Calabria ne fosse uscita a testa alta, anzi.

«Ormai ci siamo. L'Annunziata - ha continuato il ministro - avrà dal piano commissariale un aumento dei posti letto, deve esserci, però, una ristrutturazione, ho visto ora le sale operatorie che devono essere portate a standard diversi».

Gli accompagnatori della Lorenzin durante la visita al blocco operatorio hanno riferito che la stessa é rimasta impressionata dalle sale. Infatti ha poi detto che devono essere assolutamente rifatte. Ma il ministro non sa che una parte di esse sono quelle che il senatore Gentile ha inaugurato più volte e che sono entrate in funzione molto tempo dopo le inaugurazioni. In pratica erano già vecchie quando venivano definite nuove, considerato che dalla consegna dei lavori, tra una inaugurazione e l'altra, collaudi e perdite di tempo varie, le sale, riferiscono i bene informati, sono diventate operative circa sei anni dopo l'effettivo completamento dei lavori. Storia passata ormai, il presente si prospetta roseo e il ministro ha affermato che «allo sblocco del turnover ci stanno lavorando da cinque mesi, è stata rallentata la presentazione del piano perché in Calabria non c'era il commissario, io ogni due o tre mesi sarò qui a verificare l'attuazione».

Ciò che sorprende è che cinque mesi fa non sembra si sia parlato di sblocco del turnover per la Calabria, ma forse ci è sfuggito.

«Troppa politica – ha evidenziato Lorenzin - ma anche cattiva capacità di misurazione, non ci sono degli elementi di misurazione obiettiva di un direttore, un bravo direttore cambia totalmente un'azienda ospedaliera, un cattivo direttore la affossa. I manager hanno lavorato male». Qualcuno tra i presenti le ha chiesto se anche Scopelliti è tra questi e il ministro ha risposto «Io parlo dei direttori generali».

Le è stato fatto notare che la nomina del commissario all'indomani delle dimissioni di Scopelliti è avvenuta dopo sei mesi, un tempo troppo lungo secondo i camici bianchi bruzi «è stato molto complicato – ha rimarcato Lorenzin - la Calabria è una regione difficile. Ora abbiamo bisogno di stabilizzare i precari, di assumere nuove persone, di aumentare di 56 posti letto la disponibilità all'Annunziata e di normalizzare i LEA. C'è il decreto Dalia che prevede la stabilizzazione, in tutta la penisola, di 32000 precari della sanità».  

Ma ci sono i fondi per realizzare tutto ciò? Sembra sia stato raggiunto il pareggio di bilancio «potremo attingere - ha concluso il ministro - dall'art. 20 rifinanziato dal patto della salute o dai bandi europei. Il paradosso delle regioni sottoposte a Piano di rientro è stato che quelle del Sud non hanno presentato progetti, come è stato fatto al Nord che ha usufruito di fondi cospicui. Ora bisogna uniformarsi agli standard italiani e riorganizzare la rete ospedaliera».

10-11-2014

©Francesca Canino

09 novembre 2014

PRIVATA, la mostra sul femminicidio e la violenza di genere arriva a Cosenza

 
Nel mese della lotta contro la violenza sulle donne la mostra nazionale sul femminicidio
e la violenza di genere fa tappa all’Archivio di Stato di Cosenza.

Privata:
la mostra sul femminicidio e la violenza di genere arriva in Calabria 
Inaugurazione e convegno sabato 15 novembre, alle ore 16.30

 

      Un convegno con la partecipazione dei familiari di alcune donne calabresi vittime di femminicidio e di esperti del settore, una mostra di documenti antichi e nuove opere con la partecipazione di artisti di calibro internazionale. Nel mese contro la violenza sulle donne, PRIVATA, il progetto nazionale sul femminicidio e la violenza di genere, approda in Calabria, a Cosenza, arricchendosi di nuovi elementi e spunti di riflessione. È dall'8 marzo scorso che PRIVATA gira l'Italia, puntando il dito contro questo grave problema mediante il linguaggio dell’arte contemporanea e dei laboratori didattici nelle scuole.

 

Sette gli artisti coinvolti nel progetto: Federica Amichetti, Alessandra Baldoni, Mirko Canesi, Mandra Cerrone, Giovanni Gaggia, Francesca Romana Pinzari, Rita Soccio, con la partecipazione delle giornaliste Nikla Cingolani e Tamara Ferrari. Le loro opere dal forte impatto emotivo, ma che hanno stupito il pubblico italiano per la capacità di denunciare il fenomeno con delicatezza, saranno esposte presso l’Archivio di Stato di Cosenza che ha sede  nell'antico e suggestivo convento dei Minimi di San Francesco di Paola. Alla mostra d’arte contemporanea, curata da Federica Mariani, sarà collegata per l’occasione un’altra esposizione «Storie di donne e di violenza nei secoli passati», a cura dell’Archivio di Stato con documenti sul femminicidio in Calabria.

 

Ma la tappa calabrese di PRIVATA presenterà anche un'altra novità: oltre alle opere esposte nelle varie tappe italiane (alcune delle quali hanno anche ottenuto riconoscimenti internazionali) sarà presentata per la prima volta al pubblico l’opera Stigmata di Attinia, artista che lavora con diversi mezzi espressivi e che per questa occasione presenta un video provocatorio e tagliente che non lascerà indifferenti.

 

Il progetto PRIVATA, che utilizza diversi linguaggi e soprattutto quello visivo per scuotere le coscienze, ha iniziato la sua corsa l’8 marzo alla Mole Vanvitelliana di Ancona, proseguendo poi all’Art Hotel Gran Paradiso di Sorrento e nella Chiesa Di San Giovanni Evangelista di Penne (Pescara). Dopo Cosenza, la mostra proseguirà il suo tour con appuntamenti in altre città e laboratori didattici nelle scuole.

 

L'inaugurazione presso l’Archivio di Stato di Cosenza, in via Gian Vincenzo Gravina, nel centro storico cittadino, è prevista per sabato 15 novembre alle ore 16.30, con un convegno dal titolo «Stop al Femminicidio: d'arte e d'amore mai più Privata!».

Il convegno sarà introdotto dalla direttrice dell'Archivio di Stato, Pasqualina Maria Trotta, e moderato dalle giornaliste Rosalba Baldino e Tamara Ferrari. Diversi gli esperti che interverranno: il giornalista della Gazzetta del Sud, Arcangelo Badolati; il criminologo Paolo De Pasquali; la consigliera di Parità della Provincia di Ancona, Pina Ferraro Fazio; Francesca Spadafora, psicologa e membro dell’associazione Attivamente Coinvolte Onlus, e nipote di Anna Morrone, uccisa a Cosenza il 2 luglio 1999; la giornalista Francesca Canino, che per l’occasione ha chiesto di riproporre la mostra sui documenti antichi che attestano l’uccisione di donne in questa regione. Ma soprattutto saranno presenti le famiglie di alcune vittime del femminicidio in Calabria: Mario e Rosa Luzzi, genitori di Fabiana Luzzi, la sedicenne uccisa e bruciata dal fidanzatino a Corigliano Calabro il 24 maggio 2013; Marisa Garofalo, sorella di Lea Garofalo, la testimone di giustizia uccisa e fatta sparire a Milano il 24 novembre 2009; Angela, Giovanna e Antonella Scorzo, sorelle di Vincenzina Fernanda Scorzo, uccisa a Collegno (Torino) l’11 ottobre 2012;  Franco e Matilde Lanzino, genitori di Roberta Lanzino, la studentessa violentata e uccisa il 26 luglio 1988 mentre in motorino si recava nella casa al mare, che da 26 anni con la Fondazione Roberta Lanzino sensibilizzano e aiutano le donne e i bambini vittime della violenza. Durante il convegno verrà loro consegnato un riconoscimento.

 

Affrontare l’argomento con diverse prospettive ribaltandone l’approccio originario è il senso del progetto PRIVATA che, interrogandosi sulla violenza di genere e il femminicidio, pone il pubblico di fronte ad installazioni, video e fotografie create espressamente per questa mostra.

Al convegno interverranno con un focus specifico sulla mostra la curatrice Federica Mariani, l’ideatrice del progetto Federica Amichetti e l’artista Attinia.

 

La mostra sarà visitabile dal 15 novembre al 7 dicembre, con i seguenti orari: da lunedì a giovedì 9.00-17.00, ven. e sab. 9.00-13.00.

Preoccupano i debiti del comune bruzio: la giunta Occhiuto ha contratto un mutuo di 25 milioni con la Cassa Depositi e Prestiti per i soli debiti del 2013

«La relazione della Corte dei Conti sul comune di Cosenza è impietosa – scrive il consigliere Sergio Nucci - e lascia presagire l'ipotesi del dissesto finanziario. Una stroncatura che appare senza appello riassumibile in quattro punti:

1. Incapacità di far fronte agli impegni assunti che generano continue richieste alla Tesoreria comunale di liquidità per ripianare debiti di situazioni pregresse, senza procedere alla loro restituzione.

2. Misure di risanamento proposte poco credibili in quanto i risultati ottenibili non realizzerebbero gli obiettivi sperati alla luce della concreta incapacità dell’Amministrazione comunale di raggiungerli.

3. Impegni presi in assenza di copertura finanziaria e addirittura utilizzo di fondi a specifica destinazione non restituiti.

4. Artifizi contabili che palesemente non sono idonei a risolvere situazioni attuali e pregresse e che anzi potrebbero condurre al “dissesto” dell’Ente.

Non è poco, anzi. L'enorme mole di debiti contratta nel tempo dalle varie amministrazioni (l'ultima tranche di 25 milioni riguarda un mutuo con la Cassa Depositi e Prestiti sottoscritto per i soli debiti del 2013 dalla giunta Occhiuto - Determina Dirigenziale n° 2436/2014) e l'aumento vertiginoso delle imposte e tasse comunali verso cittadini e imprenditori, commercianti e contribuenti, fanno capire come sia ormai impossibile raggiungere un equilibrio di bilancio.

Se la Corte dei Conti, per la quale il processo di declino è inarrestabile, procederà alla dichiarazione di dissesto correremo il rischio che il commissario agisca con tagli lineari che andrebbero a colpire lo stato sociale. Occorre, quindi, correre fin da subito ai ripari mettendo in salvo quel poco che resta della barca che affonda.

Il sindaco di Cosenza ha nominato al suo insediamento dirigenti esterni e collaboratori di staff. Il costo per questo personale pesa sull’Ente per diverse centinaia di migliaia di euro all’anno. Al contrario di ciò che accade alla provincia di Cosenza, dove Occhiuto ha interpretato la legge in un modo, al comune di Cosenza alcune funzioni di staff rivestono funzioni dirigenziali».

Tagliare le spese superflue è quel che il consigliere auspica visto che «il Comune ha le professionalità giuste al suo interno in grado di portare avanti la macchina comunale. Un'assunzione seria di responsabilità non può prescindere da scelte che possono essere dolorose sul piano dei rapporti personali – continua Nucci - ma oggi improcrastinabili. Per rendere credibile l’impegno dell’amministrazione a tirarsi fuori dalle sabbie mobili del dissesto, le figure di staff e i dirigenti devono essere individuati obbligatoriamente tra il personale dipendente. Con l'abbattimento di questi costi, già si individuerebbero le risorse utili per pagare parte dei mutui dolorosamente contratti. Invertiamo la tendenza affinché a tirare la cinghia non siano sempre e solo i cittadini. E' dunque necessario un cambiamento di rotta, si taglino le spese inutili e voluttuarie e ci si concentri sulle cose indispensabili».

9-11-2014

©Francesca Canino

 

Piazza Fera: i dubbi dei commercianti, la bocciatura degli ambientalisti, il problema del ritorno economico minimo


Il 21 ottobre scorso, il Movimento 5 Stelle ha incontrato i cittadini in piazza XI Settembre per discutere sui lavori di piazza Fera. Sono intervenuti il senatore Nicola Morra del M5S, il consigliere comunale Marco Ambrogio del Pd, l'ingegnere Gustavo Coscarelli e diversi cittadini che hanno manifestato le proprie perplessità in merito alla realizzazione dell'opera. Tra questi i commercianti la cui attività sorge sull'area ora interessata dallo scavo, i quali hanno espresso giudizi duri e negativi sui lavori in corso, 'colpevoli', a loro dire, della chiusura di numerose attività dell'area e del calo di vendite registrato da chi continua la propria attività in una zona chiusa al traffico da oltre quattordici mesi. Disagi e crisi. Non solo: dubbi sul completamento dell'opera i cui lavori proseguono con un ritmo non costante e, infine, preoccupazione per la scarsa attenzione all'ambiente. Su questo punto si sono scatenate le reazioni dei presenti, contrari a un progetto che non prevede spazi verdi, che ha eliminato l'unico punto cittadino di raccolta in caso di calamità e che probabilmente prevede la realizzazione di opere non previste nel bando. Tra i presenti qualcuno ha ricordato che nessuna ditta aveva partecipato alla prima scadenza del bando e che poi l'ATI fu l'unica a presentarsi e quindi a vincere la gara. Altri hanno chiesto di sapere se è vero che è stata nominata una commissione di alta vigilanza per i lavori, con costi altissimi e perché i lavori, alla data del 21 ottobre, risultavano fermi da diversi giorni.  Difficile dare risposte ai quesiti posti, tanto che si è parlato di organizzare altri incontri per seguire l'evoluzione dei lavori. Su tutto lo spettro di perdere i fondi per i ritardi o altre eventuali irregolarità e imprevisti.

Ma vediamo nei dettagli la genesi, le caratteristiche, i costi e gli eventuali ritorni economici dell'opera illustrati dall'ingegnere Coscarelli, che ha iniziato la sua relazione con la storia del progetto:

«Il progetto dell'ex piazza Fera nacque dal bando 1997/1998 per un 'Concorso di idee per la sistemazione di piazza Fera' che vide vincitore l’architetto Pietro Caruso, con il progetto denominato 'Scenario'. Il progetto di massima o preliminare fu consegnato il 30.11.1998, mentre quello definitivo il 02.09.2002 e comportava una spesa per i soli lavori pari a € 17.535.877,89 oltre I.V.A. e spese generali.

Cosa era stato previsto? Un garage a quota - 11,03 mt; una galleria commerciale a – 7,75 mt; una zona commercio a – 3,93 mt; la sistemazione di una doppia piazza: sotto e sopra terra; un giardino in Via Medaglie D’Oro; un ponte stradale.

A fronte di questa attività progettuale premio concorso, progettazione preliminare e definitiva, pare che l’Amministrazione comunale abbia corrisposto al vincitore compensi per complessivi € 1.299.056,10, a fronte di due convenzioni (07 agosto 1998 – 23 dicembre 1999). Il Comune divenne proprietario del progetto con riserva di non eseguire le opere, così come è poi successo. Il MAB all’epoca non esisteva. Il progetto nacque già vecchio per le funzioni previste, certamente di dubbio ritorno economico e poco attento al verde, all’ecologia e ai trasporti.

 

IL NUOVO PROGETTO

A distanza di anni, con la consiliatura Occhiuto, nasce un nuovo progetto, questa volta collegato al MAB già realizzato. L’Amministrazione comunale redige un nuovo progetto preliminare (2012) incaricando i propri uffici e indìce una gara per un appalto in concessione. Una A.T.I. formata da varie imprese vince la gara, poi costituisce “BILOTTI PARKING S.r.l.” e redige il progetto definitivo per un importo complessivo di € 21.076.721,64, con contratto del 26 aprile 2013.

Tempo di esecuzione previsto: 540 gg. – penali variabili in ragione del tempo da 8.500 €/giorno fino a 10.000 €/giorno; durata della concessione 28 anni a partire dalla data di approvazione del progetto esecutivo.

Cosa é stato progettato? Parcheggio interrato a quota – 8,66 mt per 250/300 posti macchina con rampe doppie,  poste a Nord e a Sud (5,40 mt/cad. con marciapiede di 1,20 mt). Un museo multimediale a quota – 5,16 mt con sup. 36 x 45 mt (1.620 mq) comprendente: area museale; ludoteca; servizi.

La piazza è caratterizzata da copertura con due “vele” (Lembi sovrarialzati, posti sugli ingressi ai garage a mò di falda: una a Nord (Via Bilotti) una a Sud (Via Alimena).

L’appalto ha per oggetto l’esecuzione di tutte le opere e provviste occorrenti per attuare un intervento edilizio finalizzato: la progettazione esecutiva, la costruzione e la gestione di un parcheggio multipiano interrato che preveda almeno 250 (duecentocinquanta) posti auto da realizzare nella vasta area denominata piazza “Carlo Bilotti”; la progettazione esecutiva e la costruzione nel medesimo spazio di una struttura polifunzionale da adibire a manifestazioni culturali/espositive; la progettazione esecutiva e l'esecuzione delle opere atte alla riqualificazione complessiva della piazza “Carlo Bilotti” anche attraverso la valorizzazione, la rifunzionalizzazione e la riconnessione alla stessa piazza del MAB (Museo all’aperto “Carlo Bilotti”); la progettazione esecutiva, l'esecuzione e la manutenzione straordinaria delle seguenti arterie viarie e spazi collegati alla piazza “Carlo Bilotti”, in prosieguo definite opere aggiuntive: Viale Alimena fino a Piazza Scura (compresa), Via Mari, Via Cattaneo e Via Miceli, lotto A; Via Rodotà e Via Tancredi fino all’incrocio con Viale della Repubblica, lotto B; Via Simonetta e il relativo vicolo fino all’incrocio con Viale della Repubblica, lotto C; Via Caloprese fino al limite di Piazza Loreto (incrocio con Via Gramsci), lotto D; Corso Fera fino all’incrocio con Via Gramsci, quest’ultima compresa, lotto E; Via Greco fino all’incrocio con Via Molinella (quest’ultima compresa nel tratto fino a Piazza Kennedy), lotto F; spazio sottostante alla Via Greco, adiacente alla scuola materna Madre Teresa di Calcutta da connettere alla stessa Via Greco superando l’attuale dislivello, lotto G; la progettazione esecutiva e l'esecuzione dei lavori sulle seguenti arterie in prosieguo definite opere non previste nel bando e offerte in più: Viale della Repubblica e Via Misasi tra Via Simonetta e Via Tancredi, prosecuzione di Via Miceli e pista ciclabile su Via Molinella, rotatoria di Viale della Repubblica, lotto H; Corso Mazzini tra Piazza Kennedy e Piazza Bilotti, lotto I; Via Nitti; la gestione e manutenzione del parcheggio multipiano, della struttura polifunzionale di cui al piano “b” e del MAB.

 

CRITICITA': PROFILI RILEVATI

  1. Incertezza negli spostamenti sottoservizi e regolazione falda – prevista una spesa di appena € 67.000: ENEL e videosorveglianza questura, linee non prioritariamente individuate;
  2. Assoluta carenza di verde.
  3. Modifica sostanziale delle vie di traffico.
  4. I costi collaterali di cui alle c.d. “SPESE GENERALI”: già spesi per il primo inutilizzato progetto di circa € 1.290.000,00

Spesa per l’intervento in corso:

a)      Servizi di ingegneria: € 480.000,00 =

b)      Commissione di gara: €  105.765,21 =

c)      Incentivo dipendenti 2%: €  350.168,40 (Art. 92 D.Lgs 163/2006).

d)     Commissione Alta Vigilanza: €  200.000,00 =

e)      Finanziamenti privati (??) €  138.919,56 = (?)  

f)       Iva sui lavori del concessionario (10% su € 16.961.148,43) : €  1.696.114,84 =

g)      Iva su spese tecniche (22% su € 480.000,00 + 35.000,00): €  113.300,00 =

h)      Iva su opere artistiche ed allacci (10% su 32.271,38): € 3.227,14 =

i)        Iva 10% su imprevisti: -

j)        Iva su altri oneri (22% di 676.064,00):    148.734,08 =

Totale complessivo costi diretti, somme a disposizione dell’Amministrazione, Iva ed economie: € 21.076.721,64

 

IL MUSEO MULTIMEDIALE: CONSIDERAZIONI

Cos'é questo Museo Multimediale?

Nella relazione descrittiva si legge che esso produrrà interazione con il MAB; farà esplodere “il modello città e la trasformerà in opera d’arte”; è l’innesto di un pensiero creativo orientante azioni-sviluppi e luoghi, esaltandoli come forma di cultura; sarà un contenitore di funzioni (QUALI?); un luogo strategico (COME?); i vuoti urbani diventano “un vaso d’arte” (QUALE?). C’é solo molta enfasi nella descrizione.

 

RITORNI ECONOMICI

Quale sarà il reale bacino d’utenza? Qual è il ritorno economico dell’investimento in 26 anni effettivi di durata della concessione?

Tariffazione prevista in contratto: € 3,00/persona per ingresso Museo; 1,20 €/h per veicolo oppure € 150,00/mese per il relativo parcheggio.

Da grossolane previsioni su queste basi possono ipotizzarsi i seguenti rientri: € 2.000/giorno di Park e 200.000 visitatori annui per il Museo per complessivi € 600.000 ca. all’anno;

Rientro complessivo totale stimato in ca. € 1.300.000 lordi/anno, nelle più rosee previsioni, corrispondenti a un ritorno del 6% circa l’anno, con un utile netto annuo stimato in € 130.000 circa, al lordo di imposte e tasse.

A mò di confronto:

  1. Gli Uffizi di Firenze producono un introito lordo di € 8.600.000/anno con 1.370.000 visitatori.
  2. Il Louvre: € 40.000.000/anno con 8.000.000 di visitatori.
  3. Tutti i musei italiani: € 104.000.000/anno (media).
  4. Parco Archeologico e Museo di Locri: € 18.000/anno, per quanto è dato sapere.

Quale sorte potrà avere l’iniziativa in tale scenario?

 

PROPOSTE:

Sia il Museo un luogo espositivo dinamico del “genius loci” di ogni realtà comunale della Provincia e della Regione; sia un luogo di acculturamento nell’arte e nella lettura per le scuole e per i cittadini; sia un centro di esposizione dinamica e di formazione per il marketing territoriale. Occorrono fantasia, adeguate strategie di marketing e sponsor privati per poter far “vivere” l’opera in esecuzione».

Una domanda è d'obbligo: cui prodest un'opera del genere?

 
9-11-2014
©Francesca Canino