‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

10 novembre 2014

Il ministro della salute Lorenzin all'ospedale di Cosenza: visita istituzionale o tour elettorale?



 

Mentre il senatore Gentile giungeva dinanzi allo spiazzale del Pronto soccorso dell'ospedale cosentino, il ministro della salute Beatrice Lorenzin era intenta a visitare il Pronto soccorso pediatrico. Reduce dall'incontro di ieri, domenica, con i medici bruzi, il ministro ha visitato solo stamattina l'Annunziata, malgrado numerosi siano stati gli appelli che i sanitari le hanno rivolto nel corso della loro protesta dei mesi scorsi. Nessun segnale allora, nemmeno quando i camici bianchi si sono recati a Roma e hanno incontrato il sottosegretario Fadda (ora ex), il quale aveva detto di non poter fare nulla perché il ministro Lorenzin aveva avocato a sé la delega per la Calabria. Nulla di fatto dunque, i medici hanno continuato a lavorare tra mille disagi e con una pianta organica sottodimensionata. La settimana scorsa è giunto, invece, l'annuncio della visita del ministro. A tredici giorni dalle elezioni regionali. E accompagnata nel tour, cosentino almeno, dal senatore Gentile. Anche a volersi armare di tanta buona fede, risulta difficile credere che il tour del ministro non sia elettorale. Avrebbe potuto scegliere una data diversa, avrebbe potuto decidere di non farsi accompagnare dal senatore il cui fratello è candidato alle prossime regionali e che nei manifesti elettorali, affissi oltre dieci giorni fa, ha scritto “Sbloccato il turnover”. Niente di più falso, visto che il ministro ha ribadito stamani all'Annunziata che mercoledì prossimo ci sarà la riunione di un tavolo tecnico per decidere se si dovrà procedere allo sblocco ed eventualmente in che misura.

«La Calabria è all'anno zero – ha dichiarato il ministro al termine della visita al Pronto soccorso pediatrico – questo è il motivo per cui sono venuta. Abbiamo chiuso la fase finanziaria e aperto quella organizzativa, ora abbiamo i dati, quindi un censimento che ci servirà a costruire la rete ospedaliera».

Eppure dagli ultimi 'tavoli Massicci' non sembrava che la Calabria ne fosse uscita a testa alta, anzi.

«Ormai ci siamo. L'Annunziata - ha continuato il ministro - avrà dal piano commissariale un aumento dei posti letto, deve esserci, però, una ristrutturazione, ho visto ora le sale operatorie che devono essere portate a standard diversi».

Gli accompagnatori della Lorenzin durante la visita al blocco operatorio hanno riferito che la stessa é rimasta impressionata dalle sale. Infatti ha poi detto che devono essere assolutamente rifatte. Ma il ministro non sa che una parte di esse sono quelle che il senatore Gentile ha inaugurato più volte e che sono entrate in funzione molto tempo dopo le inaugurazioni. In pratica erano già vecchie quando venivano definite nuove, considerato che dalla consegna dei lavori, tra una inaugurazione e l'altra, collaudi e perdite di tempo varie, le sale, riferiscono i bene informati, sono diventate operative circa sei anni dopo l'effettivo completamento dei lavori. Storia passata ormai, il presente si prospetta roseo e il ministro ha affermato che «allo sblocco del turnover ci stanno lavorando da cinque mesi, è stata rallentata la presentazione del piano perché in Calabria non c'era il commissario, io ogni due o tre mesi sarò qui a verificare l'attuazione».

Ciò che sorprende è che cinque mesi fa non sembra si sia parlato di sblocco del turnover per la Calabria, ma forse ci è sfuggito.

«Troppa politica – ha evidenziato Lorenzin - ma anche cattiva capacità di misurazione, non ci sono degli elementi di misurazione obiettiva di un direttore, un bravo direttore cambia totalmente un'azienda ospedaliera, un cattivo direttore la affossa. I manager hanno lavorato male». Qualcuno tra i presenti le ha chiesto se anche Scopelliti è tra questi e il ministro ha risposto «Io parlo dei direttori generali».

Le è stato fatto notare che la nomina del commissario all'indomani delle dimissioni di Scopelliti è avvenuta dopo sei mesi, un tempo troppo lungo secondo i camici bianchi bruzi «è stato molto complicato – ha rimarcato Lorenzin - la Calabria è una regione difficile. Ora abbiamo bisogno di stabilizzare i precari, di assumere nuove persone, di aumentare di 56 posti letto la disponibilità all'Annunziata e di normalizzare i LEA. C'è il decreto Dalia che prevede la stabilizzazione, in tutta la penisola, di 32000 precari della sanità».  

Ma ci sono i fondi per realizzare tutto ciò? Sembra sia stato raggiunto il pareggio di bilancio «potremo attingere - ha concluso il ministro - dall'art. 20 rifinanziato dal patto della salute o dai bandi europei. Il paradosso delle regioni sottoposte a Piano di rientro è stato che quelle del Sud non hanno presentato progetti, come è stato fatto al Nord che ha usufruito di fondi cospicui. Ora bisogna uniformarsi agli standard italiani e riorganizzare la rete ospedaliera».

10-11-2014

©Francesca Canino

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