Mentre il senatore Gentile giungeva
dinanzi allo spiazzale del Pronto soccorso dell'ospedale cosentino, il ministro
della salute Beatrice Lorenzin era intenta a visitare il Pronto soccorso
pediatrico. Reduce dall'incontro di ieri, domenica, con i medici bruzi, il
ministro ha visitato solo stamattina l'Annunziata, malgrado numerosi siano
stati gli appelli che i sanitari le hanno rivolto nel corso della loro protesta
dei mesi scorsi. Nessun segnale allora, nemmeno quando i camici bianchi si sono
recati a Roma e hanno incontrato il sottosegretario Fadda (ora ex), il quale
aveva detto di non poter fare nulla perché il ministro Lorenzin aveva avocato a
sé la delega per la Calabria. Nulla di fatto dunque, i medici hanno continuato
a lavorare tra mille disagi e con una pianta organica sottodimensionata. La
settimana scorsa è giunto, invece, l'annuncio della visita del ministro. A tredici giorni
dalle elezioni regionali. E
accompagnata nel tour, cosentino almeno, dal senatore Gentile.
Anche a volersi armare di tanta buona fede, risulta difficile credere che il
tour del ministro non sia elettorale. Avrebbe potuto scegliere una data
diversa, avrebbe potuto decidere di non farsi accompagnare dal senatore il cui
fratello è candidato alle prossime regionali e che nei manifesti
elettorali, affissi oltre dieci giorni fa, ha scritto “Sbloccato il turnover”.
Niente di più falso, visto che il ministro ha ribadito stamani all'Annunziata
che mercoledì prossimo ci sarà la riunione di un tavolo tecnico per decidere se
si dovrà procedere allo sblocco ed eventualmente in che misura.
«La Calabria è all'anno zero – ha dichiarato il ministro al
termine della visita al Pronto soccorso pediatrico – questo è il motivo per cui
sono venuta. Abbiamo chiuso la fase finanziaria e aperto quella organizzativa,
ora abbiamo i dati, quindi un censimento che ci servirà a costruire la rete
ospedaliera».
Eppure dagli ultimi 'tavoli Massicci' non sembrava che la
Calabria ne fosse uscita a testa alta, anzi.
«Ormai ci siamo. L'Annunziata - ha continuato il ministro -
avrà dal piano commissariale un aumento dei posti letto, deve esserci, però,
una ristrutturazione, ho visto ora le sale operatorie che devono essere portate
a standard diversi».
Gli accompagnatori della Lorenzin durante la visita al
blocco operatorio hanno riferito che la stessa é rimasta impressionata dalle sale.
Infatti ha poi detto che devono essere assolutamente rifatte. Ma il ministro
non sa che una parte di esse sono quelle che il senatore Gentile ha inaugurato
più volte e che sono entrate in funzione molto tempo dopo le inaugurazioni. In
pratica erano già vecchie quando venivano definite nuove, considerato che dalla
consegna dei lavori, tra una inaugurazione e l'altra, collaudi e perdite di
tempo varie, le sale, riferiscono i bene informati, sono diventate operative
circa sei anni dopo l'effettivo completamento dei lavori. Storia passata ormai,
il presente si prospetta roseo e il ministro ha affermato che «allo sblocco
del turnover ci stanno lavorando da cinque mesi, è stata rallentata la
presentazione del piano perché in Calabria non c'era il commissario, io ogni
due o tre mesi sarò qui a verificare l'attuazione».
Ciò che sorprende è che cinque mesi fa non sembra si sia
parlato di sblocco del turnover per la Calabria, ma forse ci è sfuggito.
«Troppa politica – ha
evidenziato Lorenzin - ma anche cattiva capacità di misurazione, non ci sono
degli elementi di misurazione obiettiva di un direttore, un bravo direttore
cambia totalmente un'azienda ospedaliera, un cattivo direttore la affossa. I manager
hanno lavorato male». Qualcuno
tra i presenti le ha chiesto se anche Scopelliti
è tra questi e il ministro ha risposto «Io parlo dei direttori generali».
Le è stato fatto notare che la nomina del commissario
all'indomani delle dimissioni di Scopelliti è avvenuta dopo sei mesi, un tempo
troppo lungo secondo i camici bianchi bruzi «è stato molto complicato – ha
rimarcato Lorenzin - la Calabria è una regione difficile.
Ora abbiamo bisogno di stabilizzare i
precari, di assumere nuove persone, di aumentare di 56 posti letto la
disponibilità all'Annunziata e di normalizzare i LEA. C'è il decreto Dalia che
prevede la stabilizzazione, in tutta la penisola, di 32000 precari della sanità».
Ma ci sono i fondi per realizzare tutto ciò? Sembra sia
stato raggiunto il pareggio di bilancio «potremo attingere - ha concluso il
ministro - dall'art. 20 rifinanziato dal patto della salute o dai bandi
europei. Il paradosso delle regioni sottoposte a Piano di rientro è stato che
quelle del Sud non hanno presentato progetti, come è stato fatto al Nord che ha
usufruito di fondi cospicui. Ora bisogna uniformarsi agli standard italiani e
riorganizzare la rete ospedaliera».
10-11-2014
©Francesca Canino
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