Come operatori sanitari in primis e anche come cittadini non possiamo più rimanere inermi dinanzi alla tragedia “Annunziata”, un grande ospedale regionale ormai ridotto all’osso, le cui gravi ripercussioni ricadranno sia sui pazienti che sul personale che vi lavora.
Ogni giorno assistiamo a disservizi, inciuci, sprechi
di risorse, il tutto aggravato dalla pessima gestione degli ultimi mesi. Una
situazione insostenibile, culminata giorni addietro nelle dimissioni del
direttore sanitario Salvatore De Paola, dimissioni che, seppur giustificate con
i soliti motivi di salute, sembrano nascondere grossi dissidi con la dirigenza.
In quest'azienda non resiste nessuno, tanto da arrivare a nominare uno che non
ha i titoli per farlo. Infatti, è stato immediatamente nominato direttore
sanitario, al posto di De Paola, il dr. Francesco Zinno, ematologo, direttore
dell’UOC di Immunoematologia e medicina trasfusionale. Peccato che il dr. Zinno non abbia i titoli per ricoprire
il ruolo di direttore sanitario, tanto che è stato nominato facente funzioni. Il suo nome non compare negli elenchi
nazionali, che è fondamentale per essere nominati ai vertici di un'azienda
sanitaria, ragion per cui non si capisce davvero come sia stato possibile conferirgli
l’incarico. Sarà stata una scelta strategica per fargli guadagnare titoli? La
solita tattica, fanno gli ff e poi se lo portano tra i titoli. Zinno non ha
comunque perso tempo, e dopo qualche ora dalla nomina ha firmato la sua prima
delibera, una premialità per l'ufficio tecnico… Ma perché il direttore
sanitario deve firmare una premialità per
l'ufficio tecnico? Forse perché i suoi componenti sono personaggi legati
alla politica che conta? Allora si spiegherebbe tutto.
A parte gli inciuci, dall’azienda ospedaliera
vengono emanati bollettini di gloria: “Diventa alto, secondo gli standard ministeriali
dettati dal DM 70/2015 il livello di assistenza nel reparto di Ortopedia dell’Annunziata. Il 74% degli
interventi chirurgici di frattura del collo del femore sono eseguiti entro due
giorni. Il dato, riferito al primo trimestre, consente all’Ospedale di Cosenza
di balzare in cima alle classifiche nazionali, dove lo standard medio si
attesta al 64% e certamente al primo posto in Calabria”. Questo è di pochi
giorni fa, ma noi ci chiediamo: “Che fine hanno fatto tutti gli altri
interventi, quelli meno remunerativi economicamente e di indice qualitativo?”.
Oramai fanno solo questo a costo di mandar via i pazienti con altre patologie
che devono rivolgersi ai privati o emigrare. Infatti, sabato scorso hanno
mandato via una persona che riportava una frattura del femore per mancanza di
posti letto. Ci vuole un mese perché possa ritornare.
E poi c’è il grosso problema del Pronto Soccorso, affollatissimo,
disorganizzato, con personale carente e allo stremo, un problema mai risolto
che si è acuito con il nuovo primario.
Vorremmo chiedere alla commissaria Panizzoli o a chi
per lei se è giusto riservare questo trattamento agli ammalati, se crede
davvero di aver lavorato bene da quando è qui, se merita il premio di 50.000 euro,
oltre a quello che guadagna senza apportare alcuna miglioria all’ospedale. E
un’ultima domanda: quanto altro tempo dobbiamo aspettare per vedere terminate le sale operatorie del Dea?
Lettera
firmata
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