In una recente
riunione svoltasi con le sigle sindacali dei medici ospedalieri per approvare
il regolamento per le prestazioni aggiuntive dei medici, sono stati esaminati
alcuni aspetti del piano vaccinale messo in atto dall’Azienda ospedaliera di
Cosenza. I sindacati hanno chiesto il rispetto delle regole, poiché pare che il
piano sia stato gestito in maniera ‘allegra’ da chi, peraltro, non avrebbe avuto
i requisiti per farlo e ha incassato, tuttavia, fino a 35000 euro. Altri
avrebbero addirittura percepito 70000 euro. Tutto questo mentre gli operatori sanitari
che hanno lavorato nei reparti Covid, esponendosi ogni giorno al rischio
contagio, non sono stati ancora retribuiti.
Il piano, hanno
fatto notare le sigle, è stato coordinato dal dr. Pellegrino, trasferito alla
U.O.C. di “Prevenzione, Protezione e Sorveglianza Sanitaria” da quella di Malattie
infettive, causa prescrizioni che gli impedivano di effettuare una turnistica
completa. Proprio per questo, però, non avrebbe potuto accedere alle attività
di prestazioni aggiuntive, come previsto dalla normativa. Il dr. Pellegrino,
invece, dopo la tragica scomparsa del Dr. Marrocco, ha gestito tutto il piano
delle vaccinazioni, stabilendo orari, turni, vaccinatori e liste dei vaccinati,
pur essendo questa materia di medici Igienisti.
Al Pellegrino,
secondo quanto appurato dai sindacati medici, sarebbero stati liquidati 35000
euro, oltre al suo normale stipendio, per aver fatto 180 ore mensili di prestazioni
aggiuntive per tre mesi. Al Covid manager, dr. Cesario, ne sarebbero stati
liquidati 70000. Per legge non si può andare oltre alle 48 ore settimanali, di
cui 38 sono di servizio ordinario, quindi non si sarebbe dovuta superare la
soglia massima delle 60 ore al mese.
Alla fine della
riunione, i sindacati medici hanno posto un aut aut: o la restituzione di
quanto è stato liquidato (e ciò vale anche per i vaccinatori che hanno
partecipato al piano) o la trasmissione dei dati alla Corte dei Conti. Non è
ammissibile che si possano percepire somme equivalenti ad oltre quattro volte
lo stipendio di base. Con somme simili si sarebbero potute assumere due persone
per un anno.
Ma su chi
ricadono le responsabilità della gestione allegra?
Le prestazioni
aggiuntive devono essere autorizzate dalla Direzione Generale su precisa
richiesta del Direttore di U.O.C., essere verificate dall’U.O.C. Programmazione
e Controllo e dopo la firma, da parte del Dirigente Medico che deve eseguirle, segue
la firma di apposito contratto con l’U.O.S.D. preposta al coordinamento ALPI.
Ulteriore controllo avrebbe dovuto esercitare l’U.O.C. Risorse Umane. Ci si
chiede se e come sia stata data questa autorizzazione a chi, per suo stesso
status, non poteva eseguire prestazioni aggiuntive. Tutto lecito?
In piano di
rientro, in piena pandemia, con prestazioni ridotte al lumicino, sono stati
liquidati migliaia di euro per prestazioni aggiuntive che forse non potevano
essere fatte.
Cosenza,
10 maggio 2021
©
Francesca Canino
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