Il sospetto
che all’ospedale di Cosenza le liste d’attesa non siano state rispettate, a vantaggio di chi può permettersi di pagare, si è concretizzato
in queste ultime ore, avallato, peraltro, da una Deliberazione del commissario
straordinario del 3 febbraio scorso.
Le liste
d’attesa all’Annunziata sono interminabili ormai da decenni. La situazione è
peggiorata a causa del Covid, ma non per tutti. Sembra, infatti, che alcuni pazienti
abbiano beneficiato di vie preferenziali e siano riusciti a sottoporsi agli
interventi chirurgici di cui necessitavano saltando le liste d’attesa. Come? Usufruendo
delle attività in libera professione intramuraria (ALPI), ovvero sottoponendosi
a visita a pagamento all’interno dell’ospedale (prassi consentita) e utilizzando
lo stesso professionista per ‘ignorare’ le liste d’attesa. Ciò a svantaggio di
tanti ammalati che non hanno fatto ricorso all’ALPI, ma che hanno seguito la
trafila più economica della semplice visita in ospedale.
Si sospetta, inoltre,
che non siano stati solo i professionisti dell’intra moenia a violare le liste
d’attesa, ma anche gli specialisti ospedalieri che visitano a pagamento fuori
dal nosocomio.
In altre
parole: sale operatorie disponibili in tempi brevi e a dispetto delle liste
d’attesa per chi si è sottoposto a visita intramuraria, sale operatorie
irraggiungibili per chi non ha avuto la possibilità di pagare le visite. Il
solito mercato della salute, stavolta scoperto dai vertici dell’Annunziata
grazie a qualche segnalazione di chi si è sentito privato di un proprio diritto
o a qualche professionista che vuole vederci chiaro.
Per questi
motivi, il commissario Mastrobuono, premettendo che “il
contenimento dei tempi d’attesa delle prestazioni sanitarie costituisce un
diritto fondamentale del cittadino
ed un principio fondamentale per l’equità dell’accesso alle prestazioni”
e preso atto “della Nota Prot. Gen. N. 931 del 27/01/2022, Verifica liste attesa
ricoveri Gennaio 2022, nella quale vengono analiticamente evidenziate criticità
in merito al corretto utilizzo delle camere operatorie e quindi delle liste di
attesa” ha istituito una ‘Commissione di indagine interna sulle Attività
in libera Professione Intramuraria (ALPI) e sulle attività di ricovero
ordinario a danno dei pazienti inseriti nelle liste d’attesa’. La
Commissione dovrà verificare “nel più breve tempo possibile” se sono stati
rispettati i tempi di attesa per gli interventi chirurgici, individuare gli
eventuali dirigenti responsabili, avviare i relativi procedimenti disciplinari
e adottare gli ulteriori provvedimenti che si renderanno necessari all’esito
dei lavori della commissione.
Francesca Canino
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