Il Pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza
sprofonda sempre più negli abissi della vergogna. Agli atavici problemi che
quotidianamente occupano le colonne dei giornali – dalla carenza di personale
alla cattiva organizzazione, dalla mancanza di barelle e delle sedie alle
attese estenuanti – se ne aggiungono altri molto gravi, provocati dal
disinteresse dei dirigenti sanitari verso la ‘porta’ dell’Annunziata. Si passa
da qui per aver salva la vita, per trovare lenimento ai dolori che a turno
colpiscono i cittadini, per poter ottenere un ricovero quando il caso lo
richiede. Da queste premesse, appare chiaro che il Pronto soccorso è il ‘reparto’
più importante di un ospedale e che per questo motivo deve funzionare a dovere.
Non sempre è così, a Cosenza viene paragonato molto spesso a un lazzaretto e
negli ultimi anni la situazione è peggiorata, tanto che ieri, in seguito alla
denuncia di un sindacato dei medici, si è svolto un incontro in Prefettura per discutere dell’emergenza Pronto
soccorso. Al momento non è trapelato nulla di ciò che è stato detto, né si sa
se sono stati adottati provvedimenti urgenti per migliorare le condizioni
disperate in cui giace il Pronto soccorso.
A conferma di ciò - se mai ci fosse
bisogno di conferme – riportiamo il grave fatto avvenuto nella giornata di ieri:
un medico in servizio, in preda a una crisi dovuta probabilmente al superlavoro
e alla disorganizzazione, pare si sia levato il camice e sia andato via,
lasciando pazienti e colleghi. È risaputo che il personale in tutto il nosocomio
è già molto scarso, specialmente in un periodo di ferie, immaginiamo, dunque le
conseguenze che un simile gesto avrà determinato. La situazione è
insostenibile, i cittadini hanno diritto alle cure e gli operatori sanitari a
lavorare in condizioni non disumane e in sicurezza. Purtroppo, le notizie che
da tempo pervengono dal Pronto soccorso sono sempre molto gravi, ieri, però, si
è raggiunto il culmine, prevedibile se si considera lo scarso impegno mostrato
finora da chi avrebbe dovuto, invece, risollevarne le sorti.
Cosenza, 6 agosto 2020
© Francesca Canino
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