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06 agosto 2020

Pronto soccorso dell'ospedale di Cosenza, situazione insostenibile e medici esasperati



Il Pronto soccorso dell’ospedale di Cosenza sprofonda sempre più negli abissi della vergogna. Agli atavici problemi che quotidianamente occupano le colonne dei giornali – dalla carenza di personale alla cattiva organizzazione, dalla mancanza di barelle e delle sedie alle attese estenuanti – se ne aggiungono altri molto gravi, provocati dal disinteresse dei dirigenti sanitari verso la ‘porta’ dell’Annunziata. Si passa da qui per aver salva la vita, per trovare lenimento ai dolori che a turno colpiscono i cittadini, per poter ottenere un ricovero quando il caso lo richiede. Da queste premesse, appare chiaro che il Pronto soccorso è il ‘reparto’ più importante di un ospedale e che per questo motivo deve funzionare a dovere. Non sempre è così, a Cosenza viene paragonato molto spesso a un lazzaretto e negli ultimi anni la situazione è peggiorata, tanto che ieri, in seguito alla denuncia di un sindacato dei medici, si è svolto un incontro in Prefettura per discutere dell’emergenza Pronto soccorso. Al momento non è trapelato nulla di ciò che è stato detto, né si sa se sono stati adottati provvedimenti urgenti per migliorare le condizioni disperate in cui giace il Pronto soccorso. 


A conferma di ciò - se mai ci fosse bisogno di conferme – riportiamo il grave fatto avvenuto nella giornata di ieri: un medico in servizio, in preda a una crisi dovuta probabilmente al superlavoro e alla disorganizzazione, pare si sia levato il camice e sia andato via, lasciando pazienti e colleghi. È risaputo che il personale in tutto il nosocomio è già molto scarso, specialmente in un periodo di ferie, immaginiamo, dunque le conseguenze che un simile gesto avrà determinato. La situazione è insostenibile, i cittadini hanno diritto alle cure e gli operatori sanitari a lavorare in condizioni non disumane e in sicurezza. Purtroppo, le notizie che da tempo pervengono dal Pronto soccorso sono sempre molto gravi, ieri, però, si è raggiunto il culmine, prevedibile se si considera lo scarso impegno mostrato finora da chi avrebbe dovuto, invece, risollevarne le sorti.
Cosenza, 6 agosto 2020
© Francesca Canino

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