Finalmente tutti si sono resi conto che la sanità
calabrese è allo sbando. Dopo decine di “commissari”, meglio chiamarli
“PRENDITORI” per conto terzi, il risultato è quello che abbiamo davanti. Ora il
Ministro è fortemente preoccupato per la diffusione del coronavirus in
Calabria, mentre parole ancora più esplicite sono giunte dal presidente
dell’Ordine dei Medici Italiani, che ha dichiarato di essere molto preoccupato per
due regioni italiane: Molise e Calabria. Intanto, il commissario dell’Azienda
ospedaliera di Cosenza e il suo direttore sanitario si trovano nella zona rossa
del bergamasco e probabilmente vi resteranno fino al 3 aprile prossimo, come
prevede il DPCM di oggi se sarà firmato.
Il Coronavirus ha compiuto, tuttavia, diversi
“miracoli”: ha svuotato i Pronto Soccorso, ha superato, almeno per adesso,
tutte le idiozie dette dai Prenditori sull’assunzione del personale sanitario.
Adesso bisogna assumere, far scorrere le graduatorie ferme da anni, in deroga a
tutti i Piani di rientro immaginabili. L’unica cosa che è rientrato è il
diritto alla salute dei calabresi.
Altro miracolo: la gente inizia a darsi da fare e
riscopre i vecchi sistemi per affrontare la diffusione del virus, come l’isolamento
(a parte la stoltezze di molti decerebrati che andrebbero arrestati), la produzione
casalinga di disinfettanti introvabili e comunque a prezzi da strozzo.
E a Cosenza, la tenda per il triage davanti al PS dell’Annunziata
funziona? Non ancora. Pare che l'ufficio tecnico non abbia dato l'ok. È
comunque inefficiente nella sua localizzazione e sarà difficile trovare il
personale, già ridotto al lumicino.
In Regione cosa si fa, oltre a predisporre un piano
operativo per l’emergenza che fa solo ridere? La situazione di criticità
nazionale, in effetti, avrebbe dovuto accelerare la formazione della nuova Giunta,
in modo da affrontare la situazione con tutte le pedine al posto giusto. Invece
tutto tace. Possibile che ancora stiano litigando per le poltrone da
distribuire?
Il piano operativo che la Regione ha approntato per
l’emergenza sarà presentato lunedì pomeriggio alle aziende sanitarie e
ospedaliere e prevede l’attivazione di 50 posti letto in Terapia intensiva e
140 posti tra Malattie Infettive e Pneumologia da attivare in tempi stretti.
Ora, bisogna capire cosa si intende per tempi stretti, poiché è impossibile
attuare un piano del genere in meno di un mese. Nemmeno una settimana fa, dai
giornali si apprendeva che a Castrovillari il Pronto soccorso era a rischio
chiusura e che il reparto specialistico di broncopneumologia già da tempo non
ricoverava…
Infine, una piccola speranza che è già scomparsa: chissà
se il coronavirus farà riscoprire agli italiani il senso di civismo, di
altruismo, di rispetto per gli altri ormai inesistente.
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