Fermati
per la seconda volta nel giro di tre mesi. I lavori di rifacimento dell’ultimo
tratto di corso Mazzini, bloccati nello scorso mese di giugno ‘per problemi
burocratici’ (questa la versione data dal comune di Cosenza), hanno ricevuto un
ulteriore stop all’inizio di questa settimana. Le motivazioni, stavolta, sono
ben più serie, visto che è scattata l’interdittiva antimafia per la ditta
esecutrice dei suddetti lavori. Ora è di nuovo tutto fermo e i disagi per i
cittadini e i commercianti sembrano non termineranno più a dicembre prossimo,
come aveva annunciato da poco l’amministrazione comunale. Non solo disagi,
però, considerato che il tratto interessato dai lavori è stato recintato nel
mese di marzo e ciò ha determinato un minore afflusso di persone presso gli
esercizi commerciali che ivi ricadono, con conseguenti perdite sul piano
economico.
I
lavori su corso Mazzini, nel tratto compreso tra viale Trieste, corso Umberto e
piazza XX Settembre, sono partiti male: a fine marzo, l’area in questione viene
recintata per allestire il cantiere, ma non si appone l’obbligatorio cartello
di cantiere e non si ascoltano gli appelli di comitati e cittadini che chiedono
di risparmiare gli alberi situati sui marciapiedi (http://francescacanino.blogspot.com/2019/03/lavori-di-corso-mazzinistrage-di-alberi.html).
Qualche
mese più tardi, a giugno per la precisione, a lavori iniziati si scopre che in
nessun modo si era tenuto conto del vincolo monumentale ricadente sull’area. La
giurisprudenza amministrativa e costituzionale riconduce, infatti, le piazze,
le vie, le strade e gli spazi urbani e pubblici realizzati da oltre 70 anni
alla categoria dei beni culturali,
indipendentemente dall’avvio del procedimento di verifica e dalla specifica
dichiarazione di interesse culturale prevista dall’articolo 13 del D. Lgs. 42/2004
(http://francescacanino.blogspot.com/2019/06/i-lavori-di-corso-mazzini-e-il-vincolo.html).
I
lavori, dunque, iniziano senza le dovute autorizzazioni alla Soprintendenza,
obbligatorie visto che vie, piazza e complessi interessati risalgono a oltre 70
anni fa e sono soggetti al vincolo monumentale (come lo è buona parte di corso
Mazzini, su cui ogni modifica, rifacimento e altro – vedi paletti di metallo –
è stato effettuato senza mai considerare il vincolo in questione). La Provincia
ha dato, inoltre, una valutazione troppo semplicistica ai lavori e anche il
passaggio di un binario della famigerata metro, previsto davanti alla caserma
dei Carabinieri, non avrebbe le autorizzazioni. Per questi motivi, a giugno
scorso, scatta il primo fermo ai lavori. Il comune parlerà ‘di problemi
burocratici’.
Come
è andata a finire? In seguito ad alcuni articoli di stampa, il cartello di
cantiere fa la sua comparsa, anche se in ritardo, sulla recinzione, riportando
i dati obbligatori, il costo dell’opera, ben 1.269.095 euro e la data fine lavori prevista per il 13 agosto scorso.
Dopo il primo stop, i lavori riprendono, ma il vincolo monumentale è stato violato.
Purtroppo, ciò si configura come prassi nella città dei Bruzi, basti ricordare
l’autorizzazione paesaggistica mancante per il ponte di Calatrava, i palazzi
del centro storico demoliti senza l’autorizzazione della Soprintendenza, piazza
Fera realizzata senza mai inviare la documentazione dei lavori alla
Soprintendenza, nonostante essa l’avesse espressamente richiesta e tante altre irregolarità
che abbiamo puntualmente divulgato. E lunedì scorso, una interdittiva antimafia
ha nuovamente bloccato i lavori.
Cosenza, 28 settembre
2019
© Francesca Canino
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