‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

31 marzo 2019

Lavori di corso Mazzini: strage di alberi e assenza del cartello di cantiere


L’ennesimo cantiere cittadino, oltre a creare disagi enormi ai pedoni e al traffico, risulta, come sempre accade da diversi anni a questa parte, privo del cartello di cantiere. I lavori iniziati nei giorni scorsi sull’ultimo tratto di corso Mazzini, che prevedono la pedonalizzazione e la realizzazione della solita piazza, sono andati avanti a ritmi serrati, un modo di agire che di recente ha preso piede in città insieme a un’altra sconsiderata abitudine, quella, cioè, di non affiggere il cartello di cantiere in un qualsiasi punto della recinzione dell’area ‘cantierizzata’ (come è già accaduto per i lavori di San Domenico e di piazza Rodotà su via Roma). L’amministrazione comunale dovrebbe essere a conoscenza che è obbligatorio apporre il cartello nei pressi dei lavori da eseguire, lavori che sono già a uno stadio successivo a quello iniziale. È d’obbligo ricordare che il cartello riporta i dati (tra cui: tipo di opere, importo delle opere da realizzare, estremi dell’autorizzazione o permesso di costruire comunale riguardante le opere da eseguire, stazione appaltante, costi, impresa o imprese esecutrici, eventuali imprese subappaltatrici, nome del progettista, nome del direttore dei lavori, nome del direttore di cantiere) sui lavori da eseguire e le relative autorizzazioni a norma del D.P.R. 380/2001, art. 27, comma 4, decreto che obbliga a esporlo, pena sanzioni, come ha anche stabilito la Corte di Cassazione con la sentenza 13963/2016.
Oltre a ciò, si nota che, come sempre, non sono stati rispettati gli alberi che erano sui marciapiedi, i quali sono stati sradicati con la solita brutalità e abbandonati vicino alla fontana di Giugno. Inammissibile che si debba sacrificare il verde urbano a favore del cemento o della pietra discutibile che andrà a rivestire il tratto in questione. Nell’area recintata ricadono anche due grandi lecci che hanno almeno 90 anni e diverse palme, saranno sacrificati anche questi?

Cosenza, 31 marzo 2019
© Francesca Canino




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