Da circa un anno,
la qualità dell’acqua di diverse fontane pubbliche di
Cosenza non è conforme agli standard di qualità fissati dal D. Lgs. 31/01. Equivale
a dire che i referti analitici dei laboratori ARPACal – Cosenza hanno
evidenziato, in seguito ad accurati esami microbiologici, la presenza nell’acqua
‘potabile’ di Coliformi, Escherichia coli, Enterococchi. A rendere noto il
problema e a divulgare i relativi dati provenienti dall’Asp e dall’ARPACal è
stato il senatore Nicola Morra, il quale, nel corso di una conferenza stampa
organizzata oggi pomeriggio a piazza XI Settembre, ha spiegato che nel 2018 l’ARPACal,
effettuando le analisi di routine sull’acqua cosentina destinata al consumo
umano - in particolare sui fontanini che rappresentano il termometro del
quartiere in cui sono situati - per ben 14 volte ha rilevato la non conformità
ai parametri indicatori, a causa della presenza dei suddetti batteri.
L’ARPACal
ha puntualmente riferito i dati all’Azienda sanitaria provinciale (ASP), che a
sua volta ha informato il sindaco di Cosenza, precisando che “A tutela della
salute pubblica, la S. V. vorrà disporre, nelle more dell’attivazione delle
procedure di sanificazione, l’utilizzo per soli scopi igienici delle acque”. Ma
l’ordinanza che avrebbe dovuto vietare il consumo umano dell’acqua in città pare
non sia stata mai emessa, infatti, essa non è mai pervenuta all’ASP, come da
quest’ultima richiesto. Inoltre, in conferenza, il senatore Morra ha più volte
ribadito che, insieme ai suoi collaboratori, ha cercato, sull’albo pretorio del
comune bruzio, l’ordinanza sindacale che sarebbe dovuta seguire alle lettere
dell’ASP, senza, però, trovarne traccia. Per questo motivo, Morra ha presentato
un esposto in Procura.
A Cosenza l’acqua
è sempre un problema: tra acquedotti vetusti, reti idriche colabrodo, manovre
errate, sprechi, siccità, rimpalli di responsabilità tra la Sorical e l’amministrazione
comunale, il cittadino è sempre alle prese con la ‘grande sete cosentina’. Ora
è la volta dei batteri, pericolosi per la salute dei cosentini, ma ignorati da
chi la salute pubblica deve tutelare.
Cosenza,
16 marzo 2019
©
Francesca Canino
Le battaglie per un'acqua sana, un'acqua equa nei costi e corretta nell'erogazione, senza che nessuno ci si arricchisce servono a restituire, liberandolo, alla socialità un altro pezzetto di perimetro del territorio dove viviamo.
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