Oggi il sindaco Occhiuto ha fatto visita all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, in affanno per l’esaurimento dei posti letto da destinare ai pazienti Covid e per la carenza cronica di personale sanitario. Quest’ultimo problema ha spinto il sindaco a emanare un’ordinanza contingibile e urgente per imporre all’Azienda ospedaliera di assumere medici, infermieri, Oss, tecnici. Una trovata che ricorda quella di qualche anno fa, clamorosamente fallita quando il Tar annullò un’ordinanza di Occhiuto emessa per gli stessi motivi.
Facciamo un salto indietro: il 4 luglio 2014, il sindaco Occhiuto emise un’ordinanza contingibile
e urgente che ordinava alla Direzione generale dell’Azienda ospedaliera di
Cosenza «di provvedere immediatamente, nelle
more ed anche in assenza del superamento del temporaneo blocco del turn-over,
all’ulteriore prosieguo dell’avviato procedimento per il reclutamento di n. 4
unità di personale medico per il Pronto Soccorso e n. 3 unità di personale
medico per l’U.O.C. di Anestesia e Rianimazione, garantendone la più celere
conclusione, in sintonia con i principi fissati dalla legge n. 241 del 1990, in
considerazione della assoluta eccezionalità della prospettata situazione attuale
di grave pericolo che involge l’intera collettività locale».
Paolo Maria
Gangemi, allora direttore generale dell’Azienda ospedaliera bruzia, prese atto
del provvedimento e predispose da un lato le graduatorie e dall’altro propose ricorso
dinanzi al Tar in autotutela.
L’ordinanza di
Occhiuto fece molto discutere i vertici della sanità regionale e cosentina,
oltrepassando in breve i confini degli ambienti sanitari per investire la
società civile. Il quesito che in molti si posero era: “Può il sindaco ordinare delle assunzioni, sebbene per un tempo limitato
e in presenza di forti criticità? Ovvero: può un sindaco ordinare a un ente
autonomo, quale è la Regione da cui dipende l'ospedale, di assumere personale a
carico della stessa Regione, tra l’altro sottoposta a Piano di rientro?”.
L’allora sub
commissario per il Piano di rientro, Luciano Pezzi, intimò al direttore
generale dell'ospedale, Paolo Gangemi, di non ottemperare all'ordinanza di
Occhiuto. Gangemi, dal canto suo, affermò testualmente che avrebbe proceduto
con le assunzioni, ma avrebbe, allo stesso tempo, impugnato l’ordinanza dinanzi
al Tar. Così fece.
Diversi mesi
dopo, esattamente a maggio 2015, i giudici
amministrativi si pronunciarono annullando il provvedimento del sindaco.
Nel giudizio, l’azienda ospedaliera era rappresentata dall’avvocato Paolo
Siciliano, mentre il comune da Benedetto Carratelli. Il Tar giunse alla conclusione che il provvedimento del sindaco
Occhiuto non fosse legittimo, facendo anche rilevare un difetto di potere, poiché
in regime di Piano di rientro sono ben altri gli organismi che devono assumere provvedimenti del genere. L’iniziativa del primo cittadino fu, dunque,
censurata dal Tar, che condannò il Comune a pagare 3500 euro per ognuna delle
parti costituite in giudizio, più le spese legali. Come sempre, a farne le
spese sono i cittadini, ma ora non è più tempo di commettere errori che peseranno
sulle tasche dei cosentini, c’è un precedente, non si sbagli di nuovo.
Cosenza, 10 novembre 2020
© Francesca Canino
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