Succede anche questo a Cosenza: stamattina
mentre mi recavo al lavoro percorrendo via Palatucci, ho assistito ad una vera
e propria violenza dei diritti dei cittadini.
L’ultimo parcheggio riservato
alla questura è munito di cartello per possessori di handicap (per i dipendenti
della polizia), davanti questo parcheggio sostava un mini furgone con a bordo
il conducente, un poliziotto si è avvicinato chiedendogli di lasciare libero il
parcheggio e fin qui tutto legale, ma due minuti dopo lo stesso ha lasciato
parcheggiare una macchina dalla quale è scesa la sua fidanzata
(particolare evidenziato dal bacio che si sono scambiati), lui ha sistemato
all’interno della macchina il suo permesso con la P e lei si è recata al lavoro
da nella vicina traversa. Al ritorno dal lavoro e cioè dopo circa quattro ore
la macchina era ancora lì. Queste cose non si devono fare, Cosenza non è il
Porto delle nebbie, ma il Porto dei soprusi.
Una cittadina nauseata
Cosenza, 7 luglio 2020
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