Cancelli serrati. Si presenta così la Biblioteca Civica di Cosenza agli studiosi, ai passanti, a chi non
ha agito per salvarla dai debiti. O, almeno, tentare di salvarla. Chiusa da
mesi, preoccupano ora le condizioni in cui versa l’immenso patrimonio librario,
non immune, purtroppo, dagli effetti dell’umidità. Attendere che si porti a
termine l’iter per trasferire la Civica allo Stato, potrebbe danneggiare gli
incunaboli e gli altri libri antichi. È urgente, pertanto, mettere in atto
degli interventi per salvare il tesoro dell’antica e nobile Istituzione
cosentina, in attesa che il ministero della Cultura si determini sul processo
di trasferimento già avviato nel 2021.
Intanto, le amministrazioni comunali e provinciali sembrano aver completamente
dimenticato la Biblioteca e la sua storia. Unica voce che si leva in cotanto
silenzio è quella di Antonio d’Elia,
Presidente dell’Accademia Cosentina e della stessa Biblioteca.
La decisione di trasferire la Biblioteca Civica allo Stato
Difficile che il trasferimento avvenga in tempi brevi, ricordiamo, infatti, che il Consiglio comunale bruzio, nell’adunanza del 29 luglio 2021, impegnò il sindaco e la Giunta «ad avviare un percorso che porti al trasferimento del patrimonio librario della Biblioteca Civica, ora ente morale, allo Stato». In data 27/07/2021 – si apprende dalla Deliberazione del Consiglio comunale n. 40 - «si è svolta la Commissione Cultura nella quale con la quasi totalità dei voti dei componenti, favorevoli si è votato il passaggio della Biblioteca Civica allo Stato, uno astenuto… il consigliere Battaglia replica che non vede pericoli sul trasferimento del patrimonio librario della civica al ministero. Oggi i locali della civica sono allo sfascio. Bisogna tenere i piedi per terra: se i privati porranno delle iniziative utili, ben vengano. Oggi deve avviarsi una trattativa altrimenti non se ne uscirà più». Oggi è ancora tutto fermo.
Le ultime disavventure della Biblioteca Civica
Le vicissitudini della Civica hanno sempre suscitato l’interesse dei media e di tanti cittadini, mai quello dei politici e degli amministratori locali, che l’hanno volutamente lasciata morire pur di non erogare i finanziamenti annui previsti per la sua sopravvivenza. Sulla Civica gravava un debito di circa 900.000 euro, non saldato né dal Comune, oggi in dissesto, né dalla Provincia che non ha più competenze sulla cultura. Pochi anni fa, l’allora Mibact acquisì dall’Agenzia del Demanio il Complesso monumentale di Santa Chiara, consentendo alla Biblioteca di risparmiare quasi 170.000 euro all’anno di affitto. Rimase, però, il debito pregresso con l’Agenzia del Demanio, debito che il Ministero non poté accollarsi. Ricordiamo che il 2 agosto 2017 la Biblioteca fu sfrattata dal Complesso perché non erano stati corrisposti i canoni d’affitto all’Agenzia del Demanio. Il Comune non aveva pagato.
Obblighi disattesi
Comune e Provincia, per Statuto soci finanziatori della
Biblioteca Civica, hanno preferito assistere al declino della prestigiosa
istituzione culturale pur di non stanziare 100.000 euro annui a testa. Dal 2014,
i bilanci non sono stati più approvati. In quel periodo, sindaco e
presidente della Provincia erano la stessa persona, sarebbe stato più
semplice, dunque, gestire economicamente l’istituto culturale, invece si è
assistito al suo tracollo con la complicità di tutta la politica cittadina. Gli
immondi teatrini che a turno sono stati messi in scena da associazioni e istituzioni
presenti sul territorio si sono rivelati inutili, dannosi e tante volte
autoreferenziali e occasione di guadagno, non esclusivamente economico, per i
soliti noti. Per ridimensionare i problemi della Civica, l’amministrazione
provinciale (quando il presidente era Franco Iacucci) aveva addirittura
auspicato il contributo di soggetti economici privati, suscitando le ire dei
cittadini.
I motivi del tracollo
Nel 2019 si apprese che l’ultimo bilancio approvato della Biblioteca Civica risaliva
al 2013, che i contributi della Provincia erano stati ridotti e che centinaia
di migliaia di euro stanziati dal Comune non erano mai giunti a destinazione. I bilanci della Biblioteca, infatti, sia
preventivi sia consuntivi, erano stati approvati solo fino al 2013. Dal 2014 al
2018, nel bilancio preventivo della Biblioteca Civica era stata prevista
un'entrata consistente, della quale non è stato mai possibile tracciarne la
destinazione a causa della mancanza dei bilanci consuntivi.
I bilanci
comunali, invece, avevano previsto uno
stanziamento di fondi che, però, non corrispondevano puntualmente al totale
delle liquidazioni. Emerge chiaramente il disinteresse mostrato verso la
Biblioteca, usata come una cassa alla quale destinare fondi che
in seguito venivano distratti. E mentre la Civica si avviava verso la strada
del tramonto, l'amministrazione comunale tornava a chiedere all’allora MIBAC
fondi per la ricerca del tesoro di Alarico, di cui non esiste alcuna
traccia. Nell’agosto del 2019, il Comune tagliò il finanziamento.
La dichiarazione dell'interesse culturale del patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza
Nel
2019, la Soprintendenza archivistica
e bibliografica della Calabria, considerato l’interesse storico particolarmente
importante della Biblioteca, emanò il decreto di dichiarazione
dell'interesse culturale del patrimonio della Biblioteca Civica di Cosenza e
inviò al Presidente della Biblioteca Civica di Cosenza le proprie prescrizioni
circa i provvedimenti da adottare per assicurare una buona tenuta e
conservazione del patrimonio librario e documentario. Il Soprintendente
archivistico e bibliografico della Calabria notificò all’allora Presidente della
Civica Leopoldo Conforti e all’allora componente del Consiglio di
Amministrazione Franco Iacucci, “l’obbligo
di conservare, ordinare e inventariare la documentazione della Biblioteca e il
divieto di smembrare l'archivio e far uscire in modo definitivo dal territorio
della Repubblica l'archivio o i singoli documenti ad esso appartenenti”. La
Soprintendenza calabrese invitò,
inoltre, Conforti e Iacucci a “voler
adempiere ai provvedimenti necessari per assicurare una buona tenuta e
conservazione dei beni culturali di che trattasi. Si rappresenta che nel corso
dei sopralluoghi effettuati e da un'attenta analisi e verifica
tecnico-scientifica è stato rilevato che parte del materiale librario ed
archivistico non è conservato in modo
idoneo, è in precario stato di conservazione, frammisto a materiale di risulta
in locali per lo più umidi e carenti di scaffalature sufficienti”.
Si
sarebbe dovuto provvedere a ricollocare in locali salubri e idonei il materiale
afferente l'emeroteca e le Gazzette Ufficiali; individuare locali idonei per la
conservazione dell'archivio della Biblioteca Civica; provvedere alla
sanificazione di alcuni locali risultati troppo umidi; provvedere a un
intervento di restauro conservativo del materiale librario e documentario che
non versava in buono stato di conservazione. A distanza di quasi quattro anni,
si rischia di perdere l’intero patrimonio per il disinteresse dimostrato dalle
Istituzioni, così come negli ultimi vent’anni la
Biblioteca ha perso 120 libri antichi e rari stampati tra il 1500 e
il 1700. Nessuno sa che fine abbiano fatto, né come sia potuto accadere che
oltre un centinaio di volumi sia stato portato fuori dalla Biblioteca.
La città dei balocchi ha sconfitto la città di Telesio e l’Atene della Calabria oggi è solo un ricettacolo di immondizia.
Cosenza,
6 aprile 2023
©
Francesca Canino
Nessun commento:
Posta un commento