L’ospedale
di Cosenza è al collasso e il commissario dell’Azienda ospedaliera, Isabella Mastrobuono, dice invece, come si apprende dai
media, che sta reagendo bene a tutte le
ondate del Covid. Sarebbe opportuno ricordare ai vertici aziendali le
numerose testimonianze negative di persone che, dopo ore trascorse in Pronto
soccorso per ricevere delle cure, scrivono ai giornali raccontando le loro
drammatiche esperienze, in contrasto con le rassicuranti affermazioni del
commissario. Il Pronto soccorso dell’Annunziata è situato in una struttura
obsoleta, nonostante sia entrata in funzione nel febbraio 2013, poiché la sua
progettazione risale a una ventina di anni fa e la visita del Nas di qualche
settimana fa ne ha evidenziato i grossi problemi strutturali.
Gli
annunci
La notizia che il prossimo 13 gennaio dovrebbe
aprire l’OBI (Osservazione Breve Intensiva), con 21 posti letto, sembra
un’operazione di propaganda, visto che l’OBI
esiste da anni (dai tempi in cui era direttore del Ps il dr. Francesco
Crocco). Con la pandemia è stata destinata ai malati Covid, come è accaduto
anche per altri reparti, e tra qualche giorno l’OBI dovrebbe tornare in
funzione in un’altra struttura. Il punto dolente è la carenza di organico, su
cui si sarebbero soffermati anche i Carabinieri Nas. Mastrobuono annuncia che sarebbero pronti dei bandi di concorso (ancora
non visibili sul sito dell’Ao) e sottolinea che spesso questi vanno
deserti. Sarebbe importante chiedersi perché
non si vuole venire a lavorare nell’ospedale di Cosenza, ma sarebbe troppo.
Per superare, tuttavia, le suddette criticità si è pensato di fare una
convenzione con l’Asp, utilizzando il personale del 118 su base oraria, e di organizzare dei box cardiologici,
neurologici e ortopedici per dare respiro al Ps, che dispone di soli otto
medici rispetto ai venti necessari. L’iniziativa ha scatenato una grossa
polemica con i cardiologi, anch’essi in affanno per la mancanza di otto unità.
Infine, è stata annunciata l’apertura di
24 posti Covid a Rogliano. Nessuna menzione del Mariano Santo, trasformato
in cantiere senza fine dal 2015, che sarebbe stato utilissimo con i suoi 120
posti letto. Unica nota positiva è la possibilità che sarà data ai parenti di
chi si rivolge al Pronto soccorso: potranno entrare con green pass e tampone. In alternativa, o in aggiunta, si sarebbe
potuto chiedere in questi mesi il supporto delle associazioni di volontariato,
che avrebbero potuto affiancare il personale del Ps, seguire i pazienti e
tenere informati i familiari. Anche questo sarebbe stato troppo.
Carenza
di personale, quali provvedimenti?
È il vero problema dell’Annunziata, su cui non si è
voluto intervenire. I numeri sono chiari e delineano una pianta organica
sottodimensionata da anni. Sono anche noti alcuni provvedimenti che non sono
mai stati presi. Perché non si è tenuto
conto dello sblocco del turn-over che già da due anni consente di sostituire
(nell’anno in corso) le unità che vanno in pensione? Le sostituzioni non
avrebbero inciso sui tetti di spesa, perché i nuovi assunti avrebbero percepito
uno stipendio minore rispetto a quello di un medico che va in pensione dopo
anni e anni di servizio. Perché non si è usufruito di questa possibilità che
non richiedeva nemmeno l’autorizzazione del commissario regionale alla sanità? Un’altra possibilità, sfumata, è stata data
dalla pandemia: a causa del Covid sono state autorizzate delle spese per
assumere personale a tempo determinato. È stato fatto a Cosenza? L’ultima
Finanziaria, peraltro, ha previsto che detto personale può essere ora stabilizzato.
Avremmo avuto, così, forza lavoro in più, troppo a queste latitudini. Da ricordare, in conclusione, le assunzioni
più volte sbandierate di 200 unità per i fabbisogni triennali. L’ex commissario
Longo reputò irricevibile il piano dell’Azienda ospedaliera bruzia, perché non
è stato rifatto? Di contro, spesso si è parlato della stabilizzazione nei
mesi scorsi di 40 OSS, ma è bene ribadire che non si è trattato di nuove
assunzioni, bensì di stabilizzazioni e che le nuove unità sono state solo una
decina. Ecco perché si è fatto troppe volte ricorso ai turni aggiuntivi, che
hanno a volte determinato situazioni paradossali: pare che alcuni medici del Ps
avrebbero chiesto il nulla osta per il trasferimento in altro reparto e si
sarebbero poi trovati a svolgere i turni aggiuntivi in Ps. È troppo anche
questo.
Cosenza, 6
gennaio 2022
©
Francesca Canino
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