Solo pochi giorni fa, la sanità cosentina ha toccato
una delle punte più alte dell’indecenza: il Commissario Straordinario dell’Azienda Sanitaria di Cosenza, Daniela
Saitta, mentre da una parte
disponeva la chiusura degli Uffici Legali periferici di Corigliano-Rossano e di
Castrovillari, dall’altra pubblicava una determina con la quale assegnava un
incarico di collaborazione alla figlia.
La notizia ha suscitato, in
poco tempo, una tale indignazione che la stessa Saitta si è vista costretta a
revocare
l’incarico nel giro di qualche ora. Rischia di perdere il posto, ma nessuno ci
crede.
Tornando alla drammatica situazione
sanitaria provinciale creata dall’Asp di Cosenza negli ultimi anni, è
importante evidenziare quanto sta
accadendo all’ospedale di Castrovillari, in via di smantellamento giorno
dopo giorno. Tra reparti soppressi, medici mancanti e blocco dei ricoveri, l’ospedale
del Pollino ha il destino segnato. Una vasta area resterà senza un nosocomio in
grado di prestare cure ai residenti, soprattutto senza un pronto soccorso. I
pazienti si riverseranno naturalmente all’hub di Cosenza, ospedale regionale che
non vive, tuttavia, una delle sue stagioni migliori.
Il silenzio calato da
tempo sull’Annunziata non è indicativo di cambiamenti favorevoli, quanto di una
abulica strategia imposta. Il commissario straordinario, Giuseppina Panizzoli, insediatasi
a luglio scorso, non ha impresso alcuna svolta alla situazione dell’ospedale
cittadino, carente di personale e di organizzazione. A distanza di circa nove
mesi dal suo insediamento, è ricordata solo per la nomina del direttore
sanitario, Bettelini Simonetta Cinzia, il cui ultimo incarico è
stato quello di dirigente medico assegnato al servizio vaccinazioni di Mantova.
Caratterizzate da un immobilismo uguale solo a quello del commissario ad acta per il piano di rientro Saverio Cotticelli, le due donne ricoprono importanti
incarichi solo sulla carta, mentre tutto intorno a loro precipita. L’Annunziata
è allo sbando e gli effetti ricadono sui pazienti dell'intera provincia
cosentina, in special modo su coloro i quali si rivolgono al pronto soccorso,
rinomato per la disorganizzazione e per la penuria di personale. I contribuenti ringraziano.
L’impressione è che negli ultimi tempi si sia
tentato di ri-colonizzare la sanità calabrese con la complicità dei sempiterni domini
locali, che da decenni e decenni lucrano, fagocitano, decidono, impoveriscono l’offerta
sanitaria a vantaggio personale. Stavolta il diktat ha previsto il silenzio e l’inerzia
finalizzati alla distruzione della sanità pubblica cosentina, che favorirà,
avrete già compreso, una nuova sanità privata e le cure fuori regione. Magari
in Lombardia.
Cosenza, 18 febbraio 2020
© Francesca Canino
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