da "Il Quotidiano della Calabria", agosto 2012
Quando nel 2010 fu assegnato l’Oscar
per la migliore fotografia al cosentino di Marzi Mauro Fiore per il film
“Avatar”, ritornò forte alla mente il ricordo di un altro illustre cittadino
bruzio, Tony Gaudio, che era riuscito nell’impresa tanto tempo prima. Ma
facciamo un passo indietro negli anni.
A Cosenza, nel 1856, Raffaele Gaudio apre
un laboratorio artistico fotografico in piazza San Giovanni Gerosolimitano.
Siamo agli albori della fotografia, nata in Francia nel 1849, e tanti sono gli
appassionati che vogliono farsi riprendere dal magico obbiettivo. Cosenza è una
delle città all'avanguardia nella fotografia, Gaudio è autore di diversi
brevetti e perfeziona una buona tecnica di ingrandimenti. Negli anni seguenti,
i figli lo aiutano nel laboratorio con grande passione e competenza. La
fotografia, dagli ingrandimenti alla planotipia al carbone, diventa l'arte
della famiglia, tanto che due dei suoi figli, Antonio ed Eugenio, nati
rispettivamente nel 1883 e nel 1886, sono toccati dal sacro fuoco del cinema,
allora ai suoi inizi.
Nel 1903, Antonio passa dalla camera
fissa alla macchina da presa come operatore di un film muto di produzione
francese: “Napoleone attraversa le Alpi”, girato probabilmente in Sila. Ha solo
vent'anni e produce a Cosenza altri cortometraggi che sarebbe davvero
interessante rivedere. Ma la città dei Bruzi si rivela ben presto una piazza
angusta per i due giovani e così, nel 1906, decidono di tentare la fortuna in
America, la patria del cinema.
Sbarcano a New York e lavorano per
alcune agenzie fotografiche come la Life Photo Film Corporation per poi
approdare al cinema. Entrano a far parte della Independent Moving Pictures
(IMP), dove Eugenio (che intanto aveva voluto 'americanizzare' il proprio nome
in Eugene) diventa supervisore dei laboratori, mentre il fratello Antonio
(diventato Tony) è nominato capo fotografo. Nel 1915, Eugene si trasferisce in
California e, dai laboratori delle camere oscure, passa alle cineprese come
direttore della fotografia dell'Universal. Sono gli anni in cui Hollywood vede
la luce e Eugene realizza la più conosciuta delle sue prime opere: “Ventimila
leghe sotto i mari”, un adattamento per lo schermo del romanzo di Verne.
E' il
primo film della storia ad avere meravigliosi effetti speciali, rigorosamente
inventati dall’arte fotografica di Eugene Gaudio. Siamo nel 1916, il premio
Oscar non esiste ancora, ma il film riceve numerosi premi per la fotografia. In
seguito si trasferisce alla Metro e lavora con May Allison e con una delle dive
dell'epoca, l'attrice di origine russa Alla Nazimova. Purtroppo la sua
brillante carriera viene stroncata da una peritonite. Eugene muore il 1° agosto
1920, a soli trentaquattro anni.
Parallelamente si svolge, fino a quel
momento, la carriera di Tony, che lavora per diversi film e nel 1910 diventa
capo fotografo della IMP. Cura film con divi importanti come Mary Pickford e
nel 1916 è alla Metro come fotografo. Nel 1920 lavora per la Warner Bros e
conosce il palermitano Sol Polito, con cui stringe un sodalizio artistico per scoprire
nuove tecniche fotografiche. Insieme creano lo stile fotografico dei grandi
"crime movie" della Warner, utilizzando una scelta stilistica che
propende per una fotografia spoglia e priva di quella patina
"glamour" che caratterizza molti film del tempo. Da direttore della
fotografia perfeziona il risultato del technicolor e si impegna a rendere
ancora più intrigante l'immagine di Bette Davis sulla pellicola, creando le
note immagini di soffuso bianco e nero che si chiudono sul viso della diva e di
cui possiamo godere ancora oggi.
Tony introduce altre innovazioni: è il
primo cameraman a usare la sequenza di montaggio nel famosissimo film “Il segno
di Zorro” del 1920. E' tra i fondatori della 'Società americana di cinematografia',
di cui sarà presidente dal 1924 al 1925. Lavora con Frank Borzage che ne
apprezza la sensitività alla luce e nel 1926 è direttore della fotografia della
grande Greta Garbo nel film “La tentatrice”. Nel 1930 dirige la fotografia de
“Il piccolo Cesare” con Edward G. Robinson, un successo del genere gangster,
con una fotografia nitida ed efficace.
Nel 1930 arriva la prima candidatura
all'Oscar per “Gli Angeli dell'inferno”, diretto dal miliardario Howard Hughes.
Due anni più tardi, lavora con Howard Hawks nel film “Tiger Shark”. Finalmente
nel 1937 vince l’Oscar per il film “Avorio nero”.
L'anno successivo è il direttore della
fotografia di un grande kolossal “Le avventure di Robin Hood”, interpretato da
Erroll Flynn, che diventa un successo mondiale. Diventa il fotografo abituale
di Bette Davis che ne apprezza il lavoro ed è proprio un film con la diva, “Il
conquistatore del Messico” che gli fa conquistare la seconda nomination. Una
terza candidatura arriva nel 1941 per “Ombre malesi”, in cui Gaudio illumina la
Davis con la luce della luna piena, mentre l'ultima è del 1945 per il film
“L'eterna armonia” di Charles Vidor.
Tony Gaudio scompare nel 1951
lasciandoci decine di film, di alcuni fu anche regista. Pioniere del cinema
delle origini che, partito dalla Cosenza di fine '800, riesce a conquistare il
successo a Hollywood con il suo talento visionario, è l'esempio diretto del
genio calabrese nel mondo.
Filmografia
The
Promise di Jay Hunt (1917)
Pals
First di Edwin Carewe (1918)
In Wrong di James Kirkwood
(1919)
The Song of Love di Chester M. Franklin e Frances Marion (1923)
Declassée di Robert G. Vignola (1925)
Upstage di Monta Bell (1926)
The Gaucho di F. Richard Jones (1927)
Avorio nero (Anthony Adverse) di Mervyn LeRoy e, non
accreditato, Michael
Curtiz (1936)
Il conquistatore del Messico di William Dieterle (1939)
Il grande amore (The Old Maid) di Edmund
Goulding (1939)
Non siamo soli (We Are Not Alone) di Edmund Goulding (1939)
I fucilieri delle Argonne (The Fighting 69th) di William Keighley (1940)
Trovarsi ancora (Til We Meet Again) di Edmund
Goulding (1940)
Il vendicatore (Brother Orchid) di Lloyd Bacon (1940)
Knute Rockne All American di Lloyd Bacon (1940)
Ombre malesi (The Letter) di William Wyler (1940)
Una pallottola per Roy (High Sierra) di Raoul Walsh
(1941)
La grande menzogna (The Great Lie) di Edmund
Goulding (1941)
Con mia moglie è un'altra cosa (Affectionately
Yours) di Lloyd Bacon (1941)
Navy
Blues di Lloyd Bacon (1941)
Il
signore resta a pranzo (The Man Who Came to Dinner) di William Keighley (1942)
I tre furfanti (Larceny, Inc) di Lloyd Bacon (1942)
Convoglio verso l'ignoto (Action in the North
Atlantic) di Lloyd Bacon e, non accreditati, Byron Haskin, Raoul Walsh (1943)
Regista
Cosenza, 31 ottobre 2017
© DOMENICO E FRANCESCA CANINO
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