‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

26 aprile 2022

icittadinisegnalano: Cosenza da incubo, traffico alle stelle e sporcizia

 


Riceviamo e pubblichiamo

Cosenza è inaccessibile prima e invivibile poi. Una città da cui stare lontano, ma purtroppo questo non è possibile, specialmente per chi come me abita nelle zone a sud. Stamattina, poi, il caos ha raggiunto l’apice a causa della mancanza di organizzazione da parte di chi dovrebbe garantire viabilità e civiltà. Traffico impazzito e strade interrotte sono state le caratteristiche della mattinata di oggi, 26 aprile, che hanno fatto perdere molto tempo a chi deve necessariamente recarsi in città. Oltre al tempo, abbiamo sprecato molta benzina, con quel che costa oggi, visto che siamo stati fermi nel traffico per buoni 40 minuti su via Bendicenti. Da premettere che per arrivare nella zona di San Gaetano, ho impiegato circa un’ora rispetto ai soliti 15 minuti degli altri giorni. Arrivata a San Gaetano ho trovato una deviazione causa lavori, che mi hanno dovuto far imboccare la strada che porta a colle Triglio. Da qui, ho cercato di raggiungere Via Popilia, dove mi sono scontrata con altre situazioni assurde. Infatti, non erano stati rimossi i blocchi di cemento che chiudono le varie traverse e quindi non è stato possibile accedervi direttamente, ma solo dopo giri e giri. 



Anche all’ingresso di Via Mancini mi sono imbattuta nel caos totale. Arrivata finalmente in centro, dopo aver cercato un parcheggio per più di mezz’ora, mi sono incamminata verso Corso Mazzini, percorrendo prima delle strade secondarie. Non lo avessi mai fatto: la spazzatura e il degrado che ho trovato nelle vie intorno al corso principale mi hanno riportato alla mente l’era Occhiuto, quando la città era sporca e abbandonata, ma lui diceva che era bellissima e pulita. Sul corso, inoltre, altre disavventure mi aspettavano. Sento di dire che non è un più un corso, ma una pista per biciclette e altri veicoli a due ruote che sfrecciano incuranti dei pedoni. Meno male che è un’isola pedonale! Ma la cosa che più mi ha indignato è stata la mancanza dei controlli. Nessun vigile in giro a controllare il traffico, le bici e gli ambulanti a iosa sul corso, che da salotto buono è diventato un luogo dove ognuno può fare quel che gli pare. In compenso, i tavolini dei bar all’aperto (circondati da bidoni della spazzatura) erano pieni, non solo di persone, ma anche di colombi agguerriti e invadenti. Entro per un caffè, e il barista non ha la mascherina. Me ne sono tornata a casa stanca e depressa per aver visto la mia città ridotta a una discarica in ogni senso. Poi dicono che la Calabria si svuota. Le ragioni esistono.

Lettera firmata

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