‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

07 marzo 2022

Ospedale di Cosenza, Neonatologia: MamiVoice, una novità che viene dal passato

 


Nella U.O.C. di Neonatologia dell’ospedale di Cosenza sarà presentato prossimamente il MamiVoice, un trasduttore di onde che posto sull’incubatrice trasmette vibrazioni sonore. Il suono che il neonato percepirà dovrebbe essere efficace per calmarlo nei momenti critici, tramite l’ascolto della voce della mamma. Si tratta di una sedazione sensoriale, che attutisce i dolori provocati da alcune pratiche mediche come le iniezioni. Un solo MamiVoice sarebbe poco, in effetti ne servirebbe almeno uno per ogni neonato in termoculla, dunque circa una dozzina.

Il dispositivo, ideato dall’ingegnere Bigogno, è stato donato alla Terapia Intensiva Pediatrica (TIN) dell’Annunziata da un gruppo di mamme nel periodo più difficile della pandemia.

Dal comunicato diramato dall’Azienda ospedaliera di Cosenza si apprende che “In una prima fase è stato utilizzato in maniera sperimentale nell’ambito del progetto di ricerca Sviluppo delle cure Palliative e della Terapia del Dolore in età pediatrica, realizzato dalla dott.ssa Michela Peta”.

Dovremmo, ora, porci alcune domande: circa 4 anni fa, il dispositivo in questione era stato acquistato su indicazione della dott.ssa Peta, che a quel tempo, grazie a una borsa di studio, svolgeva un tirocinio presso la Neonatologia, interessandosi, da un punto di vista psicologico, delle mamme e dei neonati. Il suo funzionamento era abbastanza ‘artigianale’, pur essendo costato circa 3000 euro, e fu usato per poco tempo e con scarsa partecipazione del personale della UOC di Neonatologia. Diversi erano i problemi che scaturivano dall’uso del dispositivo, in particolare per quanto riguardava le batterie che si scaricavano velocemente. Anche per questa ragione, il suo funzionamento era limitato.

I bene informati, fanno sapere che in seguito alla scadenza della borsa di studio della dott.ssa Peta, del dispositivo non si seppe più nulla. Ecco perché oggi è importante chiedersi che fine ha fatto l’apparecchio esistente per il quale erano stati spesi migliaia di euro? Perché è stato ripreso 4 anni dopo? Sarà incrementata la pratica o finirà nel dimenticatoio come già accaduto?

Cosenza, 7 marzo 2022

© Francesca Canino