‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

29 aprile 2022

Ospedale di Cosenza, il commissario Mastrobuono, promossa da Agenas, va via


 

Lascerà l’Annunziata il commissario Isabella Mastrobuono probabilmente nella giornata di sabato 30 aprile. Una partenza tante volte sussurrata, ma che solo ora si avvera nonostante le positive valutazioni dell’Agenas sul suo operato.

Mastrobuono è stata promossa insieme ai suoi colleghi messi a capo delle aziende ospedaliere e sanitarie calabresi, anche se la sanità regionale è allo sbando, gli ospedali non sono degni di questo nome e il debito che ha portato al commissariamento non è stato mai quantizzato realmente. Forse nemmeno ridotto, ma questo non è dato saperlo.

Quel che sappiamo, invece, e anche bene, è che la partenza di Mastrobuono non genererà rimpianti, visto lo sfacelo che caratterizza il nosocomio bruzio. Sicuramente non è responsabile in toto delle condizioni in cui versa l’ospedale, ma è fuor di dubbio che non si sia prodigata per apportare alcuna miglioria, anzi gli ha inferto il colpo di grazia. Basta fare qualche esempio: il Pronto soccorso è sempre più disorganizzato, senza personale, affollatissimo e da qualche giorno ha ricevuto indicazioni per accogliere solo i codici rossi. Il Mariano Santo, dopo gli strombazzati e numerosi annunci di fine lavori, è ancora un semicantiere. E si potrebbe continuare ancora, ma, dinanzi alla valutazione positiva giunta dall’Agenas, altri sono gli interrogativi che ci poniamo: quali sono i criteri su cui si basano le valutazioni dei dirigenti? Quali sono i risultati conseguiti? C’è un premio pecuniario per i promossi che hanno raggiunto gli obiettivi, lasciando macerie dietro di loro?

Sono domande necessarie per capire i motivi che inducono l’Agenas a emettere giudizi positivi sull’operato di personaggi che hanno contribuito ad affossare le strutture di cui sono stati a capo. Ma un altro interrogativo sorge in seguito alla faccenda ‘promozione’: se i dirigenti sono stati valutati positivamente, significa che hanno ben lavorato, allora perché spostarli? Tutti promossi, ma trasferiti, tranne il commissario dell’Asp di Crotone. Perché?

Il commissario ad acta della sanità calabrese Occhiuto ha deciso di far ‘ruotare’ da un’azienda all’altra i vari dirigenti, senza però spiegarne i benefici. Non sa il presidente-commissario che la rotazione equivale a un blocco delle attività sanitarie? Ogni dirigente trasferito, infatti, impiegherà almeno due/tre mesi per avviare il suo nuovo lavoro e ciò comporterà una paralisi nelle varie aziende fino al periodo estivo e anche oltre. Abbiamo bisogno di questo soprattutto in considerazione che in autunno scadrà il Decreto Calabria e sarà tutto azzerato?

La rotazione dei commissari che Occhiuto ha voluto per contrastare preventivamente corruzione e illegalità è un provvedimento poco vantaggioso se si lasciano nei posti che contano direttori o capi di Dipartimento molto ‘attempati’. Ecco perché la favola della rotazione non convince, ma preoccupa per gli effetti che produrrà. A Cosenza le preoccupazioni saranno maggiori se verrà confermato alla dirigenza dell’Annunziata il prescelto da Occhiuto, tal Gianluigi Scaffidi. Vedremo cosa accadrà lunedì prossimo.

Cosenza, 29 aprile 2022

© Francesca Canino  

 

26 aprile 2022

icittadinisegnalano: Cosenza da incubo, traffico alle stelle e sporcizia

 


Riceviamo e pubblichiamo

Cosenza è inaccessibile prima e invivibile poi. Una città da cui stare lontano, ma purtroppo questo non è possibile, specialmente per chi come me abita nelle zone a sud. Stamattina, poi, il caos ha raggiunto l’apice a causa della mancanza di organizzazione da parte di chi dovrebbe garantire viabilità e civiltà. Traffico impazzito e strade interrotte sono state le caratteristiche della mattinata di oggi, 26 aprile, che hanno fatto perdere molto tempo a chi deve necessariamente recarsi in città. Oltre al tempo, abbiamo sprecato molta benzina, con quel che costa oggi, visto che siamo stati fermi nel traffico per buoni 40 minuti su via Bendicenti. Da premettere che per arrivare nella zona di San Gaetano, ho impiegato circa un’ora rispetto ai soliti 15 minuti degli altri giorni. Arrivata a San Gaetano ho trovato una deviazione causa lavori, che mi hanno dovuto far imboccare la strada che porta a colle Triglio. Da qui, ho cercato di raggiungere Via Popilia, dove mi sono scontrata con altre situazioni assurde. Infatti, non erano stati rimossi i blocchi di cemento che chiudono le varie traverse e quindi non è stato possibile accedervi direttamente, ma solo dopo giri e giri. 



Anche all’ingresso di Via Mancini mi sono imbattuta nel caos totale. Arrivata finalmente in centro, dopo aver cercato un parcheggio per più di mezz’ora, mi sono incamminata verso Corso Mazzini, percorrendo prima delle strade secondarie. Non lo avessi mai fatto: la spazzatura e il degrado che ho trovato nelle vie intorno al corso principale mi hanno riportato alla mente l’era Occhiuto, quando la città era sporca e abbandonata, ma lui diceva che era bellissima e pulita. Sul corso, inoltre, altre disavventure mi aspettavano. Sento di dire che non è un più un corso, ma una pista per biciclette e altri veicoli a due ruote che sfrecciano incuranti dei pedoni. Meno male che è un’isola pedonale! Ma la cosa che più mi ha indignato è stata la mancanza dei controlli. Nessun vigile in giro a controllare il traffico, le bici e gli ambulanti a iosa sul corso, che da salotto buono è diventato un luogo dove ognuno può fare quel che gli pare. In compenso, i tavolini dei bar all’aperto (circondati da bidoni della spazzatura) erano pieni, non solo di persone, ma anche di colombi agguerriti e invadenti. Entro per un caffè, e il barista non ha la mascherina. Me ne sono tornata a casa stanca e depressa per aver visto la mia città ridotta a una discarica in ogni senso. Poi dicono che la Calabria si svuota. Le ragioni esistono.

Lettera firmata

24 aprile 2022

icittadinisegnalano: Mongrassano, "l'isola felice" da cui tanti vorrebbero scappare

Riceviamo e pubblichiamo


Gentile giornalista,

pochi giorni fa la Rai ha trasmesso un servizio su Mongrassano (CS), puntando l’attenzione su alcune opere pubbliche che sono nel più completo degrado. La Rai è stata molto "buona", perché non ha mostrato le immagini del secondo campo sportivo, in Contrada Scalo ferroviario, che si trova in stato di abbandono a seguito dei lavori di miglioria. Questi lavori non sono mai stati consegnati dalla ditta, che pare sia una ditta amica dell’amministrazione comunale, e il risultato è stato che abbiamo perso migliaia di euro. Tornando al servizio Rai, c’è da dire che noi residenti abbiamo dovuto ascoltare e subire, ahinoi, le parole dell'attuale sindaco Mariani, che ha definito il nostro paese un'isola felice.

Ci chiediamo: isola felice perché? Per i tanti affari, legami, commistioni, intrecci tra i personaggi che detengono un minimo di potere nel paese e che si spartiscono le risorse del paese?  Isola felice perché spesso non si rispettano le regole, ma si fa finta che tutta vada bene? Isola felice perché nei giorni di vento il rumore dell’impianto eolico è insopportabile per i cittadini del centro storico? Isola felice perché è stata teatro di un tremendo fratricidio? Isola felice per gli abusi commessi da chi può?

Sicuramente è ed è stata un’isola felice per chi ha avuto le mani in pasta tante volte e si è sempre salvato, per chi ha avuto promozioni e favori grazie al solito politico potente.

Mongrassano è il paese dove si intercettano le grandi opere, ma si dimentica di adeguare l’impianto elettrico dell’istituto scolastico e quindi si continua a riscaldare la scuole con il gpl fornito da chissà chi. Mongrassano è un’isola così felice che non ha metano in molte zone, non ha fognature complete, non c’è attenzione per il territorio, si inquina con gli scarti agricoli, ma nessuno può dirle queste cose.  Mongrassano più che un’isola felice è una cittadella di intrighi e sudiciume. E per giocare a pallone dobbiamo andare a San Marco.

Lettera firmata


21 aprile 2022

icittadinisegnalano: La fiera di San Giuseppe devasta il verde pubblico. Urgono maggiori controlli

 

foto dal web

Riceviamo e pubblichiamo

“Torna dopo tre anni la Fiera di San Giuseppe e solleva proteste e polemiche. Organizzata dopo oltre un mese dal suo solito, storico periodo, ha fatto subito discutere il luogo in cui si sarebbe svolta. Viale Parco, a differenza di tre anni fa, non è più il vialone spazioso e libero sul quale sistemare centinaia di bancarelle e ospitare migliaia di persone. Sventrato dalla precedente amministrazione comunale, oggi è in buona parte un cantiere. Per questo motivo, gli spazi da concedere agli ambulanti sono stati decisi, probabilmente, seguendo criteri diversi da quelli precedenti. E hanno sollevato un vespaio. Il motivo? Le bancarelle si sono sistemate sulle zone verdi, noncuranti del prato e degli alberi. Alla fine della fiera, oltre alla solita montagna di rifiuti, resteranno i danni compiuti sul verde del viale, curato dalle persone preposte al servizio. Viene da chiedersi: era davvero necessario “fare la fiera” quest’anno, in ritardo di un mese rispetto alla sua storica data, visto che i contagi da Coronavirus sono ancora alti e Viale Parco è un semicantiere? Chi ha deciso la sistemazione degli stand sul prato e vicino agli alberi che, come spesso è accaduto negli anni passati, potrebbero venire distrutti? Saranno stati i soliti dirigenti comunali che continuano imperterriti ad essere noncuranti del patrimonio verde cittadino e del lavoro che tanti addetti svolgono giornalmente?

Pare, infine, che più volte il comune sia stato multato negli anni scorsi per i danni ambientali causati dagli espositori. Perché, dunque, il comune non incrementa i controlli?

A questo punto, ancor di più ci chiediamo a chi o a cosa servirà questa fiera.

Lettera firmata

19 aprile 2022

Ospedale di Cosenza nel baratro: le strane soluzioni del commissario Mastrobuono

 


Sanità a pezzi a Cosenza e nella sua provincia. A distanza di tre anni dal primo decreto Calabria, nel cosentino non sono più garantiti i LEA. A distanza di tre mesi, invece, dal DCA 2/2022 (a integrazione del DCA 78/2020) che rivedeva il fabbisogno dell’Azienda Ospedaliera di Cosenza, stabilendo un apporto di personale aggiuntivo di 202 unità, le reali assunzioni sono state minime.

L’AO cosentina, inoltre, ha approvato alcuni atti che sollevano diversi dubbi. Uno di questi è la delibera n. 430/2021, con la quale il commissario Mastrobuono ha effettuato una “rotazione” (o rimozione?), a distanza di un solo anno, del Direttore pro tempore della UOC Gestione Risorse Umane. È difficile comprenderne i motivi, visto che l’Ufficio del personale (UOC Gestione Risorse Umane), settore particolarmente nevralgico in ogni azienda, sarebbe potuto rimanere senza Direttore in un periodo in cui l’ospedale è in forte sofferenza per la carenza di personale e per l’emergenza causata dal Covid-19. Ma il commissario Mastrobuono ha trovato una soluzione: ha individuato per l’Ufficio personale una dirigente a tempo determinato che proviene dal Nord, citandola, forse facendo confusione, in alcune delibere come Dirigente della UOC Gestione Sviluppo e Formazione Risorse Umane (delibera n. 214 del 7/4/2022), in altre come Direttore UOC Gestione Sviluppo e Formazione Risorse Umane (delibera n. 210 del 7/4/2022).

Pare, inoltre, che Mastrobuono sia intenzionata a riaprire i termini del concorso a tempo indeterminato per assistenti amministrativi - concorso per il quale già esiste una ammissione candidati - e desideri una nuova riapertura del concorso a tempo indeterminato per dirigenti amministrativi, non espletato, sembra, per mancanza di partecipanti. Ci si chiede, ora, se questa ‘riapertura della riapertura’ del concorso sia stata decisa per far partecipare la suddetta neo dirigente – o direttore - dell’Ufficio del personale, che così passerebbe a tempo indeterminato.

A questo punto, urge fare chiarezza e avere risposte dalle Istituzioni, in primis dal presidente della Regione, che della risoluzione dei problemi della sanità ha fatto il perno della sua campagna elettorale. 

Cosenza, 19 aprile 2022

© Francesca Canino


15 aprile 2022

icittadinisegnalano: Scuola di via Negroni, grossa perdita d'acqua e albero in pericolo


Nel giardino della scuola di via Negroni è in atto da diversi mesi una grossa perdita d'acqua. Più volte segnalata agli uffici comunali competenti, il problema non è stato risolto, così ogni giorno si perdono litri di acqua a causa della rottura di un tubo. 
Nello stesso giardino è presente un albero con evidenti problemi. I cittadini che ci hanno inviato le foto chiedono che si intervenga immediatamente per mettere fine alla perdita d'acqua e per curare l'albero. 











icittadinisegnalano: Cosenza, Fontana del Balilla da pulire per salvare i pesci rossi




La Fontana del Balilla di piazza Crispi si presenta per metà sporca e abbandonata. E' quanto segnalato da una cittadina che ha scattato delle foto da cui si vedono chiaramente le condizioni delle vasche. In una di esse vivono alcuni pesci rossi, destinati a sicura morte se non si interviene tempestivamente con un intervento di pulizia. 
La scarsa cura dei luoghi storici e dei monumenti indigna i cittadini che quotidianamente subiscono le conseguenze dell'abbandono in cui versa la città. 









 

08 aprile 2022

Guerra e pandemia, giornalismo in panne e popolo distratto

 

foto dal web

Dopo due anni di pandemia bussa alle porte del mondo l’incubo della guerra. Potrebbe essere l’ultima, come si è sempre detto, si spera, tuttavia, sia l’ultimo annuncio di una guerra mondiale.

L’era della pace, quella perenne oltre i tempi e gli spazi, è da auspicare. Anzi è da costruire. Bisogna iniziare subito, analizzando quanto accade intorno a noi indipendentemente dalle ragioni o dai torti che spingono le varie nazioni a desiderare il conflitto armato. L’essenziale adesso non è prendere posizione verso l’una o l’altra parte, quanto osservare i primi effetti che questo periodo di guerra ha già prodotto. Effetti che devono far riflettere perché hanno minato pesantemente la società italiana, pur senza l’uso delle bombe vere e proprie. 

Armi più sofisticate sono state sganciate e i risultati sono stati quelli sperati da chi le ha ideate e usate a svantaggio delle libertà dei popoli. Sono, così, state attaccate e uccise la libertà di stampa e di opinione. Allo stesso modo è stata sacrificata la libertà di manifestare pacificamente nelle piazze per non disturbare i signori della guerra, protesi verso obiettivi ancora semisconosciuti alle masse. Si è raggiunto, però, lo scopo di eliminare la partecipazione del cives alla costruzione del suo futuro. E grazie a giornalisti, politici e movimenti che hanno snaturato la loro missione si è giunti al punto in cui è stata oltraggiata la Costituzione. Non solo, non si distinguono più le notizie vere da quelle false e nessuno scende nelle piazze a manifestare contro la guerra.

Non è concepibile che un paese che si dice democratico come l’Italia abbia fatto a pezzi la sua Costituzione, violando questa volta l’art. 11 che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, nel silenzio del Parlamento.

Non è concepibile che ogni notizia data dai media debba essere messa in dubbio. Ancor peggio è essere inondati da ‘news’ volutamente costruite che poi si rivelano false e assistere successivamente alla tempesta di contumelie che colpiscono chi prova a smentirle, anche con prove inconfutabili. Ormai, chi scrive senza accodarsi al mainstream è tacciato di essere ‘filo x’ o ‘filo y’, nel silenzio dell’Ordine dei Giornalisti.

Non è concepibile che i vari movimenti pacifisti non siano scesi con determinazione nelle piazze di tutto il paese per urlare il loro NO alla guerra.

Dove sono i pacifisti, i non violenti, la società civile che sventola la bandiera della PACE?

Dove sono i giornalisti che scrivono con le loro penne e non con quelle del potere?

Dove sono i parlamentari che devono far rispettare la Costituzione e anelare al benessere del popolo che li ha eletti?

Tutti impauriti di finire sulla lavagna nera nelle liste dei “cattivi”? 

Si contribuisce, in questo modo, a propagare le più pericolose falsità della storia contemporanea. Intimiditi, imbavagliati, inermi, “gli attori e i convenuti” di questo machiavellico gioco hanno la grande responsabilità di aver partecipato in prima persona a destrutturare una società già provata.

Tra informazione mercenaria e strategia del terrore, una guerra è stata già vinta: la gente non partecipa, è anestetizzata, disinteressata, distante, indifferente sulle sorti del mondo, ovvero sulle proprie sorti. Ora non rimane che evitare la guerra vera, quella che potrebbe essere l’ultima.

Per questi motivi, sarebbe necessario scendere nelle piazze, protestare, informare correttamente i cittadini, obnubilati dalla propaganda delle parti e vittime della contrapposizione tra “Buoni e Cattivi”.

Fondamentale sarebbe, inoltre, divulgare notizie documentate, senza cadere nella trappola della propaganda o delle contrapposizioni, per evitare che la nostra società di esseri liberi e pensanti venga trasformata definitivamente in una società di soggiogati.

24 marzo 2022

Francesca Canino

 

 

 

 

06 aprile 2022

Cosenza, alberi destinati a morire alla villetta di via Roma e in via Mattarella

 


Riceviamo e pubblichiamo

Gli scarsi, o meglio gli inesistenti, controlli in città – dove, ricordiamo, non si vede un vigile da un decennio – hanno permesso a tanti malintenzionati di fare quel che gli pare della cosa pubblica. Troppe volte abbiamo segnalato l’arroganza dei commercianti e anche di tanti cittadini, che senza alcuna autorizzazione hanno eliminato gli alberi dai marciapiedi per avere più spazio per le proprie attività (è il caso dei locali della movida e di tanti bar e ristoranti). I cittadini invece li fanno eliminare perché “sporcano” o per avere un parcheggio in più. Siamo così giunti al punto che il verde è malvisto, ma soprattutto non ci si fa scrupolo ad intraprendere iniziative che non potrebbero essere messe in campo perché ricadono su suolo pubblico.

È quanto accade nella villetta di via Roma, dove un bar ha occupato una grossa parte dei giardini con un proprio gazebo. Non contento, ha ricoperto il suolo intorno al gazebo con una plastica verde, nel tentativo ridicolo e pericoloso di creare un finto prato. Il risultato è che la plastica strozza i quattro alberi dinanzi al gazebo perché non lascia lo spazio per assorbire l’acqua piovana. Vorremmo ricordare all’esercente di via Cattaneo che il suolo è pubblico, che gli alberi sono di tutti, oltre ad essere importanti anche per lui che, a questo punto, non meriterebbe l’ossigeno che gli alberi ci danno, e che il gazebo si trova in un’area verde. Non semplice suolo pubblico, bensì area verde. Ci chiediamo se gli uffici comunali hanno tenuto conto di questo particolare quando gli hanno concesso di occupare una parte della villa. Giardini pubblici, per essere più chiari. Chiediamo che venga fatta togliere la plastica intorno ai quattro alberi, destinati a sicura morte, che sarebbe un’ottima soluzione per l’esercente perché avrebbe più spazio per le sue sedie e tavolini. Ma non per i cittadini.




Dobbiamo fare una seconda segnalazione: da mesi un gruppo di alberi in via Piersanti Mattarella sono stati attaccati dalla processionaria. I residenti hanno contattato gli uffici comunali preposti, ma nessuno è intervenuto. Si tratta di bellissimi esemplari che stanno morendo nell’indifferenza del solito comune, che si muove a rilento e in modo scoordinato.

Non possiamo permetterci di perdere altri alberi in città, soprattutto non può essere consentito a chicchessia di fare quel che gli pare sul suolo pubblico. Ecco perché chiediamo interventi mirati per salvare il verde e per ristabilire un minimo di legalità.

Comitato Alberi Verdi

01 aprile 2022

Cosenza, quel buco nero chiamato Pronto soccorso

 


 

Perdere i propri cari quando ancora sono in vita può sembrare un paradosso, ma è quanto accade al Pronto soccorso di Cosenza. A Causa del Covid, del personale insufficiente e degli accessi giornalieri sempre numerosi, chi finisce al Pronto soccorso dell’Annunziata per un qualsiasi problema di salute scompare dai cosiddetti ‘radar’. I familiari perdono le loro tracce e vani sono i tentativi di mettersi in contatto con il personale sanitario, oberato di lavoro e per questo impossibilitato a fornire notizie sui pazienti. Molti di essi, specialmente quelli più gravi, seppur curati – e su questo non si dubita – non possono telefonare alle proprie famiglie per aggiornarli sul loro stato di salute. Può accadere, così, che i familiari non ricevano loro notizie anche per un’intera giornata, non sanno, dunque, se sono vivi o sono morti.

Le regole che il Covid ha imposto saranno anche giuste, ma l’assenza dei familiari nel Pronto soccorso, così come nelle altre Unità Operative, significa privare i sanitari di un aiuto fondamentale e aumentare a dismisura il loro lavoro. La tragica conseguenza è la mancanza di notizie sullo stato di salute dei pazienti, angosciante e immorale.

A due anni dall’inizio della pandemia, permangono norme che hanno acuito gli annosi problemi del nosocomio bruzio, in primis la carenza di personale. I sanitari del Pronto soccorso sono pochi, l’ex direttore, vincitore di concorso, se ne è scappato mesi fa, i facenti funzione sono durati poco tempo. A fronte di ciò, gli accessi sono troppi e i problemi sono aumentati, ma nessuno ha voluto, e sottolineo voluto, risolvere, almeno in parte, la critica condizione in cui versa il luogo più importante dell’ospedale.

Una vergogna targata commissarie Panizzoli, Mastrobuono, capo dipartimento e direttori vari. Non hanno nemmeno provato a risolvere il problema Pronto soccorso, caricando il fardello sulle spalle dei sanitari e straziando sia chi ha bisogno di cure, sia chi aspetta le notizie dei propri congiunti. I vertici dell’Azienda ospedaliera di Cosenza sono in grado di comprendere le ansie e le preoccupazioni dei familiari? Immaginano cosa significhi per un genitore, un figlio, un parente non avere notizie per ore e ore del proprio congiunto che si trova nel Pronto soccorso?

Eppure, in tutti questi mesi di pandemia, sono state numerose le lettere inviate ai media che denunciavano questo problema, rimasto tuttavia irrisolto. Non sarebbe stato difficile risolverlo, sarebbe bastato dare un incarico a un qualsiasi corpo di volontari per aiutare il personale del Pronto soccorso a fornire le notizie dei pazienti ai familiari. Tutto gratis et amore Dei. Ma nemmeno a questo si è pensato. Ora che è tutto peggiorato, i vertici dell’ospedale hanno intenzione di fare qualcosa o attendono che il Pronto soccorso collassi su se stesso?

Cosenza, 1 aprile 2022

© Francesca Canino