‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

08 aprile 2022

Guerra e pandemia, giornalismo in panne e popolo distratto

 

foto dal web

Dopo due anni di pandemia bussa alle porte del mondo l’incubo della guerra. Potrebbe essere l’ultima, come si è sempre detto, si spera, tuttavia, sia l’ultimo annuncio di una guerra mondiale.

L’era della pace, quella perenne oltre i tempi e gli spazi, è da auspicare. Anzi è da costruire. Bisogna iniziare subito, analizzando quanto accade intorno a noi indipendentemente dalle ragioni o dai torti che spingono le varie nazioni a desiderare il conflitto armato. L’essenziale adesso non è prendere posizione verso l’una o l’altra parte, quanto osservare i primi effetti che questo periodo di guerra ha già prodotto. Effetti che devono far riflettere perché hanno minato pesantemente la società italiana, pur senza l’uso delle bombe vere e proprie. 

Armi più sofisticate sono state sganciate e i risultati sono stati quelli sperati da chi le ha ideate e usate a svantaggio delle libertà dei popoli. Sono, così, state attaccate e uccise la libertà di stampa e di opinione. Allo stesso modo è stata sacrificata la libertà di manifestare pacificamente nelle piazze per non disturbare i signori della guerra, protesi verso obiettivi ancora semisconosciuti alle masse. Si è raggiunto, però, lo scopo di eliminare la partecipazione del cives alla costruzione del suo futuro. E grazie a giornalisti, politici e movimenti che hanno snaturato la loro missione si è giunti al punto in cui è stata oltraggiata la Costituzione. Non solo, non si distinguono più le notizie vere da quelle false e nessuno scende nelle piazze a manifestare contro la guerra.

Non è concepibile che un paese che si dice democratico come l’Italia abbia fatto a pezzi la sua Costituzione, violando questa volta l’art. 11 che ripudia la guerra come mezzo di risoluzione delle controversie internazionali, nel silenzio del Parlamento.

Non è concepibile che ogni notizia data dai media debba essere messa in dubbio. Ancor peggio è essere inondati da ‘news’ volutamente costruite che poi si rivelano false e assistere successivamente alla tempesta di contumelie che colpiscono chi prova a smentirle, anche con prove inconfutabili. Ormai, chi scrive senza accodarsi al mainstream è tacciato di essere ‘filo x’ o ‘filo y’, nel silenzio dell’Ordine dei Giornalisti.

Non è concepibile che i vari movimenti pacifisti non siano scesi con determinazione nelle piazze di tutto il paese per urlare il loro NO alla guerra.

Dove sono i pacifisti, i non violenti, la società civile che sventola la bandiera della PACE?

Dove sono i giornalisti che scrivono con le loro penne e non con quelle del potere?

Dove sono i parlamentari che devono far rispettare la Costituzione e anelare al benessere del popolo che li ha eletti?

Tutti impauriti di finire sulla lavagna nera nelle liste dei “cattivi”? 

Si contribuisce, in questo modo, a propagare le più pericolose falsità della storia contemporanea. Intimiditi, imbavagliati, inermi, “gli attori e i convenuti” di questo machiavellico gioco hanno la grande responsabilità di aver partecipato in prima persona a destrutturare una società già provata.

Tra informazione mercenaria e strategia del terrore, una guerra è stata già vinta: la gente non partecipa, è anestetizzata, disinteressata, distante, indifferente sulle sorti del mondo, ovvero sulle proprie sorti. Ora non rimane che evitare la guerra vera, quella che potrebbe essere l’ultima.

Per questi motivi, sarebbe necessario scendere nelle piazze, protestare, informare correttamente i cittadini, obnubilati dalla propaganda delle parti e vittime della contrapposizione tra “Buoni e Cattivi”.

Fondamentale sarebbe, inoltre, divulgare notizie documentate, senza cadere nella trappola della propaganda o delle contrapposizioni, per evitare che la nostra società di esseri liberi e pensanti venga trasformata definitivamente in una società di soggiogati.

24 marzo 2022

Francesca Canino

 

 

 

 

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