‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

28 settembre 2019

Interdittiva antimafia blocca di nuovo i lavori su corso Mazzini



Fermati per la seconda volta nel giro di tre mesi. I lavori di rifacimento dell’ultimo tratto di corso Mazzini, bloccati nello scorso mese di giugno ‘per problemi burocratici’ (questa la versione data dal comune di Cosenza), hanno ricevuto un ulteriore stop all’inizio di questa settimana. Le motivazioni, stavolta, sono ben più serie, visto che è scattata l’interdittiva antimafia per la ditta esecutrice dei suddetti lavori. Ora è di nuovo tutto fermo e i disagi per i cittadini e i commercianti sembrano non termineranno più a dicembre prossimo, come aveva annunciato da poco l’amministrazione comunale. Non solo disagi, però, considerato che il tratto interessato dai lavori è stato recintato nel mese di marzo e ciò ha determinato un minore afflusso di persone presso gli esercizi commerciali che ivi ricadono, con conseguenti perdite sul piano economico.
I lavori su corso Mazzini, nel tratto compreso tra viale Trieste, corso Umberto e piazza XX Settembre, sono partiti male: a fine marzo, l’area in questione viene recintata per allestire il cantiere, ma non si appone l’obbligatorio cartello di cantiere e non si ascoltano gli appelli di comitati e cittadini che chiedono di risparmiare gli alberi situati sui marciapiedi (http://francescacanino.blogspot.com/2019/03/lavori-di-corso-mazzinistrage-di-alberi.html).

Qualche mese più tardi, a giugno per la precisione, a lavori iniziati si scopre che in nessun modo si era tenuto conto del vincolo monumentale ricadente sull’area. La giurisprudenza amministrativa e costituzionale riconduce, infatti, le piazze, le vie, le strade e gli spazi urbani e pubblici realizzati da oltre 70 anni alla categoria dei beni culturali, indipendentemente dall’avvio del procedimento di verifica e dalla specifica dichiarazione di interesse culturale prevista dall’articolo 13 del D. Lgs. 42/2004 (http://francescacanino.blogspot.com/2019/06/i-lavori-di-corso-mazzini-e-il-vincolo.html).
I lavori, dunque, iniziano senza le dovute autorizzazioni alla Soprintendenza, obbligatorie visto che vie, piazza e complessi interessati risalgono a oltre 70 anni fa e sono soggetti al vincolo monumentale (come lo è buona parte di corso Mazzini, su cui ogni modifica, rifacimento e altro – vedi paletti di metallo – è stato effettuato senza mai considerare il vincolo in questione). La Provincia ha dato, inoltre, una valutazione troppo semplicistica ai lavori e anche il passaggio di un binario della famigerata metro, previsto davanti alla caserma dei Carabinieri, non avrebbe le autorizzazioni. Per questi motivi, a giugno scorso, scatta il primo fermo ai lavori. Il comune parlerà ‘di problemi burocratici’.
Come è andata a finire? In seguito ad alcuni articoli di stampa, il cartello di cantiere fa la sua comparsa, anche se in ritardo, sulla recinzione, riportando i dati obbligatori, il costo dell’opera, ben 1.269.095 euro e la data fine lavori prevista per il 13 agosto scorso. 
Dopo il primo stop, i lavori riprendono, ma il vincolo monumentale è stato violato. Purtroppo, ciò si configura come prassi nella città dei Bruzi, basti ricordare l’autorizzazione paesaggistica mancante per il ponte di Calatrava, i palazzi del centro storico demoliti senza l’autorizzazione della Soprintendenza, piazza Fera realizzata senza mai inviare la documentazione dei lavori alla Soprintendenza, nonostante essa l’avesse espressamente richiesta e tante altre irregolarità che abbiamo puntualmente divulgato. E lunedì scorso, una interdittiva antimafia ha nuovamente bloccato i lavori.
Cosenza, 28 settembre 2019
© Francesca Canino




19 settembre 2019

Bollette acqua rincarate: le bislacche giustificazioni di Municipia


Le ultime fatture per la fornitura del servizio idrico integrato sono state emesse dal comune di Cosenza nello scorso mese di giugno, ma solo da poche settimane sono pervenute ai cittadini - anche se ancora non a tutti – nonostante la scadenza della prima rata sia stata fissata al 31 agosto. Un ritardo che il Settore tributi ha messo in conto, poiché sulla prima pagina della fattura è riportato che “In caso di recapito della presente oltre le scadenze sopra indicate La invitiamo ad effettuare il/i versamento/i nel più breve tempo possibile”. Vien da chiedersi perché le fatture non sono state inviate con il dovuto anticipo, ma si sa che le amministrazioni mostrano spesso poco rispetto per i cittadini/contribuenti. 
I problemi, però, non si limitano solo alla data di scadenza: la cosiddetta ‘bolletta dell’acqua’, infatti, almeno questa volta, è motivo di preoccupazione per la maggior parte degli utenti a causa delle cifre esose che vengono richieste. Analizzando attentamente la fattura, emerge che alla voce ‘Prospetto Letture’, spesso incompleto, compaiono le date (in alcuni si parte dalla fine del 2007) e la tipologia della lettura, in molti casi definita ‘reale’. Ma non è proprio così. Abbiamo chiesto dettagliate informazioni alla Municipia Spa, già Engineering Spa, società che si è aggiudicata per € 5.178.649,50 il ‘servizio di gestione ordinaria e straordinaria delle entrate tributarie ed extratributarie (durata quinquennale)’ fino a giugno 2022 e abbiamo saputo che anche quando sulla fattura appare la voce ‘lettura reale’ essa è da intendersi molte volte come ‘lettura presunta’. La risposta, quasi una giustificazione iperbolica, è scaturita dopo aver dimostrato agli impiegati della società, documenti alla mano, che alcune letture reali riportate sulle fatture non erano mai state effettuate. Di contro, abbiamo dimostrato, esibendo una ricevuta rilasciata da un operatore Engineering, che alcune letture realmente effettuate non sono state prese in considerazione ai fini del calcolo dei metri cubi consumati. La giustificazione stavolta è stata meno spinta della precedente: gli impiegati, infatti, hanno riferito che l’inconveniente è sicuramente dovuto a una dimenticanza. In pratica, la lettura non è stata ‘caricata’ nel computer, operazione che avrebbe dimezzato le somme da pagare (eccessive per molti contribuenti), addebitate invece in toto nell’ultima bolletta. A che serve, dunque, inviare degli operatori per effettuare la lettura dei contatori dell’acqua se poi ci si dimentica di conteggiarla? Val la pena ricordare che il lavoro degli operatori di Municipia ex Engineering è pagato dai contribuenti (oltre un milione di euro all’anno) che, come abbiamo visto, si ritrovano a tratti senza il servizio. E poi, perché chiedere ai cittadini di effettuare l’autolettura se la società incarica i suoi uomini a rilevare casa per casa i consumi? Delle due l’una, anche perché, malgrado una sovrabbondanza di servizi, si finisce per non farne valere nessuno. 
Ma non finisce qui, visto che sul foglio della fattura compare la voce ‘Prospetto analitico’, che riporta anno per anno, a cominciare da gennaio 2013 e finire a dicembre 2018, le componenti tariffarie con i codici UI1 e UI2 (componenti tariffarie fognatura, depurazione, consumo), UI3 (Acquedotto). E' vero che si tratta di cifre minime, ma sono sempre spese per i cittadini.
Per saperne di più: http/francescacanino.blogspot.com/2015/07/cosenza-cinque-acquedotti-e-sei-pozzi.html
Cosenza, 19 settembre 2019
Francesca Canino



13 settembre 2019

Cosenza, piazza XV Marzo: salviamo la Statua della Libertà d'Italia




Per i cosentini è la statua della Libertà. Situata in piazza XV Marzo, ex piazza Prefettura, fu realizzata da Giuseppe Pacchioni, bolognese, per ricordare un episodio della storia cittadina che tanti martiri fece in nome di una libertà che forse non si è mai compiuta.
Oggi il monumento versa in pessime condizioni, è annerito, in alcune parti scrostato, pericolante. Come spesso accade in città, i beni culturali non interessano a nessuno e anche quando sono evidentissimi i segni dell’incuria, nessuno interviene per salvare le vestigia del passato. 
Eppure, la statua che per i più anziani rappresenta la Madre d’Italia, racconta una storia d’amore, profondo, totale, rivoluzionario come tutti i grandi amori, anche quando non coinvolge due persone, ma un intero popolo che lottava per l’unità. In tanti caddero nelle Idi di Marzo cosentine (http://francescacanino.blogspot.com/2016/03/il-moto-cosentino-del-15-marzo-184.html), in quel sogno di libertà che solo pochi mesi dopo uccise anche i fratelli Bandiera.
L’autore, Giuseppe Pacchioni, uno dei superstiti della spedizione dei fratelli veneziani, scolpì la statua della “Libertà d’Italia” nel 1878, incidendo sul piedistallo i nomi dei patrioti che parteciparono alla spedizione e quelli dei cosentini che organizzarono il moto insurrezionale del 15 marzo 1844. Fu proprio questo evento che diede il nome alla piazza, scenario della rivolta. Le iscrizioni sulle lapidi del basamento sono state dettate da Giosuè Carducci.
In nome dei martiri e dei tanti cosentini che ancora si emozionano dinanzi ad essa, Salviamo la Statua della Libertà, non disperdiamo un patrimonio che è parte di noi tutti.
Cosenza, 13 settembre 2019
© Francesca Canino