‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

21 marzo 2017

Sistema trasfusionale, affidato senza gara il trasporto del sangue

dal Quotidiano del Sud del 20 marzo 2017

FA discutere la nota del Dipartimento tutela della salute dello scorso mese di febbraio che ha invitato i direttori generali delle ASP e degli ospedali calabresi ad attivare “con estrema urgenza” l’accentramento delle attività di validazione e lavorazione delle unità di sangue. Disposizioni confermate dal commissario Scura che prevedono che la lavorazione del sangue e la validazione biologica degli emocomponenti sia compiuta solo nelle sedi di Cosenza, Catanzaro e Reggio Calabria. Un accentramento nei tre hub regionali che sembra avviato, almeno in alcune sedi.
La scelta dovrebbe garantire qualità, sicurezza e sostenibilità delle attività trasfusionali, accentrate con carattere di ‘urgenza’, però secondo direttive nazionali note da anni. Esse stabiliscono che i servizi trasfusionali degli spoke dipenderanno da quello degli hub, cioè il sangue raccolto dal servizio trasfusionale di uno spoke dovrà essere inviato nell’hub di riferimento con un automezzo per essere lavorato. In seguito, potrà ritornare nello spoke di partenza per essere utilizzato. Considerate le distanze e la particolare orografia della regione, un percorso del genere può richiedere anche quattro ore, salvo imprevisti. È troppo per un paziente che ha bisogno di essere trasfuso, specialmente se è un caso di emergenza. L’accentramento delle unità trasfusionali in tre sedi, dunque, rende i Servizi trasfusionali periferici dipendenti dagli hub e la sicurezza trasfusionale insufficiente: mancano protocolli operativi che tengano conto delle distanze, della viabilità principale e secondaria, dell’organizzazione nell’affrontare le emergenze.
Le autorità regionali competenti, però, non hanno provveduto in tempo a una revisione del sistema trasfusionale regionale, organizzato in strutture non funzionalmente collegate dal punto di vista gestionale, con realtà disomogenee, di cui alcune riclassificate H 6. Inoltre, nel 2014 è stato deciso di accentrare le attività di validazione biologica per l’intera regione nel Servizio trasfusionale di Catanzaro, anche se oggi l’attività non è ancora iniziata.
La Simti (Società italiana medicina trasfusionale e immonoematologia) ha inviato un documento al presidente della Regione, al direttore del dipartimento Fatarella, a tutti i direttori generali delle aziende sanitarie, al centro nazionale sangue, al direttivo nazionale Simti e ai responsabili dei Servizi trasfusionali regionali per informarli sulla necessità di una riorganizzare ‹‹e correggere anomalie derivanti da decisioni sostenute e\o accettate dal Centro Regionale Sangue nelle attività di alcuni Servizi Trasfusionali››. Il documento individua anche ‹‹l’assenza di una cabina di regia regionale ‘forte’ per la gestione/monitoraggio delle attività trasfusionali, e quella che dovrebbe essere una struttura regionale sovraordinata, con il supporto tecnico-scientifico degli esperti, appare invece un’istituzione che ‘dispensa’ saltuariamente direttive, lasciando alle singole Aziende e alle Strutture Trasfusionali le successive fasi, soprattutto di responsabilità penale e civile››.
La Simti si sofferma anche sui trasporti, affidati, pare, senza capitolato e gara. ‹‹Per la complessità, l’onerosità e l’importanza del sistema trasporti nel processo da attuare – si legge nel documento - sarebbe stato indispensabile un capitolato e una gara d’appalto regionale (tutt’ora ipotizzata) e non appare rassicurante la modalità che sembra si voglia adottare di affidare temporaneamente il servizio a una gestione mista, parte alle associazioni di volontariato e parte alle Aziende sanitarie, senza condivisione dei protocolli d’intesa››.
Attualmente, oltre l’80% della raccolta di sangue viene effettuata fuori dagli ospedali e ora potrebbe essere privatizzato, senza gara, pure il trasporto. I trasfusionisti calabresi auspicano il ritorno dei primari nei servizi trasfusionali territoriali, che dovrebbero gestire anche le raccolte di sangue nel territorio, evitando di affidare ai privati incarichi onerosi.   
21 3 2017
© Francesca Canino

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