‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

18 marzo 2020

Il Mater Domini proposto come centro regionale Covid 19, ma il personale non c'è



In Calabria aumenta il numero dei contagiati da Covid 19 e le strutture sanitarie sono quasi sature. Secondo le previsioni – e come tali da prendere con le pinze – il picco epidemico è ancora lontano. Una diminuzione dei contagi, dunque, non si verificherà a giorni, ecco perché diventa sempre più urgente trovare altri posti letto in tutta la regione.

Da alcuni sanitari è partita la proposta di attivare immediatamente un centro regionale Hub per il Coronavirus a Germaneto, presso il Policlinico universitario ‘Mater Domini’. La sua posizione centrale e gli spazi di cui dispone potrebbero essere messi a disposizione per fronteggiare l’attuale emergenza. A parere dei sanitari, riattivare i piccoli ospedali di provincia non sarebbe la scelta migliore. La regione, infatti, disponendo della struttura e delle professionalità del Mater Domini dovrebbe puntare su quest’ultima, che potrebbe attivare circa 300 posti letto, una seconda rianimazione e una seconda unità coronarica da affidare congiuntamente al personale del Pugliese-Ciaccio e del Policlinico. Nei giorni scorsi, il consigliere regionale Libero Notarangelo ha annunciato che 12 posti letto di terapia intensiva sarebbero stati approntati nel giro di poche ore al Policlinico universitario. Al momento, però, le proposte sono rimaste tali, mentre i contagi in regione non accennano a diminuire.

Il reperimento di posti letto, specialmente in terapia intensiva, è ormai una necessità e la creazione di un unico centro Covid 19 in Calabria potrebbe essere un’idea su cui lavorare per dare sicurezza ai calabresi. La gestione di 300 posti letto nel reparto di Malattie infettive, come auspicato dai sanitari proponenti, richiede almeno 40/50 medici e circa 70/80 infermieri, affiancati da 40/50 OSS. Altri medici, in questo caso rianimatori, si renderebbero necessari per la gestione dei 20 posti disponibili in terapia intensiva. Non si dispone di tutto questo personale, ragion per cui è stata avanzata da più parti la proposta di assumere gli specializzandi. Ma è ancora tutto fermo.

I problemi sono come al solito determinati dalla annosa carenza di personale, che da oltre un decennio affligge la sanità calabrese. Nessuno ha voluto in tanti anni porre rimedio a ciò che oggi è diventata una emergenza nell’emergenza, ovvero la mancanza di personale sanitario in piena pandemia. Si deve, tuttavia, salvare il salvabile: sicuramente ci sono gli spazi al Mater Domini, allora quanti posti potrebbero attivarsi in breve tempo in relazione al personale già in servizio?

È ora che la politica faccia la sua parte, che prenda decisioni, che assicuri le cure ai cittadini/contribuenti, non c’è più tempo da perdere se non si vogliono perdere vite umane.

Cosenza, 18 marzo 2020
© Francesca Canino



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