‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

29 agosto 2018

Metro: cosa nasconde la fretta degli amministratori calabresi?


In seguito agli annunci di questa mattina in merito alla imminente apertura dei cantieri per la realizzazione della metro, si è levata la voce di Mario Bozzo, componente del Comitato No metro, che da anni segue la vicenda e ha voluto, ora, per l’ennesima volta, sottolineare l’inutilità dell’opera e «lo sperpero di soldi pubblici per una infrastruttura che provocherà un danno irreversibile alla città. Si tratta di un progetto obsoleto che costa 160 milioni di euro e che non porterà alcun beneficio, ma solo disastri urbani e perdite, visto che stravolgerà una via di comunicazione strategica per la città e per i paesi limitrofi, che impedirà agli abitanti delle frazioni a Sud di recarsi facilmente a Nord e che abbatterà centinaia di alberi. Il sindaco – continua Bozzo - si giustifica dicendo che creerà un grande parco del benessere, pieno di vegetazione, allora io dico che se si vuole davvero realizzare un parco, si può farlo senza costruire una dannosa e inutile, e sottolineo inutile, metro. Anzi, sarebbe opportuno che il grande parco del benessere fosse realizzato sulle sponde del fiume Crati, a poco più di 100 metri di distanza dall’area in cui è stato previsto il novello parco, senza chiudere la strada al traffico e spostare capziosamente l’attenzione dei cittadini dall’inutilità dell’opera ai benefici del parco urbano». Il sindaco di Cosenza, infatti, volutamente parla del parco urbano e non, invece, della metro, nel tentativo di nascondere la sua mutata idea sulla realizzazione dell’opera.
Oltre all’inutilità dell’opera e allo spreco di denaro pubblico, val la pena soffermarsi anche su alcune irregolarità che sembrano caratterizzare il progetto, ben studiato da tecnici e legali. Ciò che emerge pare siano la mancanza del progetto esecutivo, delle autorizzazioni VIA e VAS, della variazione urbanistica al piano dei trasporti. «Ma anche se esistessero tutte le autorizzazioni richieste per legge, che devono essere tuttavia esibite – precisa Bozzo -  rimane il problema principale, cioè l’inutilità dell’esoso progetto, che ci spinge, come Comitato No metro, a continuare a lavorare con tavoli tecnici-legali per capire bene se le procedure sono state fatte a norma di legge, e con tavoli sociali per sensibilizzare i cosentini sul danno che la metro costituirà per la città. Noi continueremo la nostra mobilitazione sociale e chiediamo che dimostrino, carte alla mano, che è tutto in regola».
Non si può, inoltre, tralasciare di ricordare la raccolta firme contro la costruzione della metro, iniziata oltre due anni fa, che ebbe l’appoggio dell’attuale sindaco in piena campagna elettorale (per il suo secondo mandato) e dei suoi sostenitori. È bene ricordare che la petizione popolare è stata pienamente disattesa – quindi sorgono forti dubbi che le carte siano in regola - sebbene il Comitato abbia compiuto tutti i passaggi previsti e sia stata presentata al comune già da molti mesi.
In data 12 giugno 2017 , infatti, il Comitato No metro, ha presentato insieme ad altri cittadini (in numero complessivo di duecentoventicinque) una petizione avente il seguente oggetto: “Proposta per l’indizione di una commissione popolare sulla metropolitana leggera”, con la quale hanno chiesto al Sindaco “in adempimento a quanto previsto dallo Statuto comunale, di proporre agli organi statutari competenti l’indizione di una consultazione popolare sull’opportunità che un treno, o un treno di superficie passi per viale Parco, modificando irreparabilmente la vivibilità della città e l’assetto urbanistico della stessa”.
La richiesta è stata motivata da una serie di argomentazioni di natura tecnica, economica ed ambientale sulla incompatibilità economica ed ecologica dell’infrastruttura. L’art. 8 dello Statuto comunale al comma 1 prevede che: “La petizione è inoltrata al Sindaco il quale, entro 30 giorni, la assegna in esame all’organo competente e ne invia copia ai gruppi presenti in Consiglio comunale. Se la petizione è sottoscritta da almeno 200 persone, l’organo competente deve pronunciarsi in merito entro trenta giorni dal ricevimento”.
Tutto inutile, di giorni ne sono passati oltre quattrocento e nessuna risposta è pervenuta da parte del Comune e oggi, come dicevamo all’inizio, il presidente della Regione, il presidemte della Provincia di Cosenza e i sindaci di Cosenza e Rende hanno annunciato, quasi a sorpresa e frettolosamente, che nel termine di una decina di giorni partirà il cantiere della metro.
Insomma, “quest’opera s’adda fare” e non ci sono mancate autorizzazioni e vincoli e codici che tengano. Tuttavia, un’ultima domanda è doverosa porla: esiste l’elenco dei titoli abilitativi che consentono l’inizio dei lavori?
Cosenza, 29 agosto 2018


© Francesca Canino

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