‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

19 agosto 2018

Anche la chiesa nemica del verde urbano: tagliati gli alberi di SANTA TERESA



Il massacro degli alberi di Santa Teresa, avvenuto circa una decina fa, è l’ennesima dimostrazione della mancanza di sensibilità di certuni nei riguardi del verde urbano. Le azioni compiute su conifere che sono state malamente capitozzate e su una palma sana che è stata abbattuta completamente non passano inosservate, né sono state ammantate, questa volta, del solito silenzio dei cittadini, sebbene gli alberi in questione si ergessero in una grande aiuola di proprietà della chiesa. Un’area privata, dunque, su cui il legittimo proprietario può fare ciò che vuole. Per questo motivo, la protesta non si è potuta concretizzare con azioni dirette a fermare lo scempio, ma si è sollevata ugualmente e con toni abbastanza duri e di condanna verso chi ha predisposto il taglio degli alberi. Un segno, questo, che dimostra palesemente l’accresciuta sensibilità, rispetto agli anni passati, dei cittadini nei riguardi del verde urbano. È, invece, ancora presente negli amministratori e in tanti privati il disinteresse verso l’ambiente, che periodicamente diventa oggetto dei loro scellerati attacchi, sia per evitare di fare l’ordinaria manutenzione, che ha dei costi, sia per “fare ingrassare’’ le ditte che svolgono il lavoro di taglio e pulizia e le centrali a biomasse in cui viene scaricato il legname tagliato. Il solito business che abbiamo scoperto già da anni, ma che non si riesce a bloccare.



Risultano, poi, alquanto risibili e prive di fondamento le scuse addotte a difesa dei tagli nell’aiuola di Santa Teresa, visto che la palma era in perfetta salute, che non esiste una relazione stilata da un agronomo e che le conifere capitozzate necessitavano solo di una normale potatura. Si deve aggiungere che non è la prima volta che il parroco si lascia andare a distruzioni del genere, infatti, un paio di anni fa ha pensato bene di fare abbattere, senza ragione, dei grossi pini che sorgevano nel giardino della chiesa che aggetta su via Roma e su via Santa Teresa, come si può notare dalle foto.








Indigna assistere alla distruzione dell’ambiente per arricchire i soliti noti e indegno è chi si rende complice di questo ingiusto arricchimento ai danni della natura e della salute delle persone. Ignobile, poi, quando la distruzione degli alberi avviene per mano dei preti, che si trovano a gestire patrimoni per i quali non hanno versato una goccia del loro sudore per ottenerli e che in dispregio del loro credo distruggono il creato. Come possono essere credibili quando si riempiono ipocritamente la bocca delle parole della “Laudato Si”, l’enciclica sull’ambiente? Ma si sa, nel mondo chiesastico si predica bene e si razzola male e quanto accaduto anche a Santa Teresa non ne è che un’ ulteriore dimostrazione, se mai ce ne fosse bisogno.
Cosenza, 19 agosto 2018
© Francesca Canino
    


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