‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

20 gennaio 2015

Fondazione Campanella: uno scandalo calabrese che si continua a foraggiare

e l'ospedale di Cosenza muore


 

Mentre l’ospedale di Cosenza sprofonda negli abissi del disinteresse politico, si pensa a salvare i dipendenti della fondazione Campanella. Anzi, sembra che il primo e più importante pensiero del neo presidente della giunta regionale Mario Oliverio sia stato proprio questo, nonostante la sua attività, a due mesi dalle elezioni, sia ancora irrilevante. L’Annunziata, solo pochi giorni, ha dovuto bloccare i ricoveri e da anni chiede aiuto per i molteplici problemi che gravano sulla struttura ormai obsoleta e sul personale sanitario, carente in tutte le unità. Non solo: l’hub di Cosenza è preso d’assalto ogni giorno da pazienti di tutta la grande provincia e, per alcuni casi complicati, anche dagli ammalati delle altre province. Senza dimenticare che il ‘territorio’ è inadeguato - e quindi assente - alla domanda di salute dei cosentini.

Ci saremmo aspettati dal presidente Oliverio, come suo primo atto, un intervento, benché minimale, a favore del nosocomio bruzio, protagonista nei mesi scorsi di una lunga protesta messa in atto dai medici ospedalieri. Invece Oliverio si è occupato subito della Campanella e ha pure incassato una vittoria: sono stati, infatti, revocati in extremis i licenziamenti per i 171 lavoratori  ed è stato chiesto al ministero del Lavoro la cassa integrazione in deroga per quanti hanno il contratto in scadenza. C’è grande soddisfazione da parte del presidente perché non sarà perso nemmeno un posto di lavoro. Bene. Gli ammalati cosentini, invece, non sono affatto soddisfatti di non poter usufruire in pieno delle cure che il loro ospedale dovrebbe assicurare. Si parla di malati che sono anche contribuenti. Una priorità sacrificata per salvare la fondazione Campanella, una storia perfetta dell’andamento delle cose calabresi in questi anni, quando a Catanzaro sorse una struttura sanitaria privata che, con i soldi pubblici, si ingrandì a dismisura e assunse personale al di fuori di qualsiasi controllo e regola. Doveva essere un centro di ricerca, ma non lo è mai stato. Nata ai tempi del predecessore di Loiero, Giuseppe Chiaravalloti, con una semplice riunione di giunta in cui si approvò uno statuto, la Fondazione è di diritto privato, ma tutto, patrimonio e finanziamenti, sono a carico del pubblico. Si tratta, dunque, di un enorme ospedale privato pagato in maniera disinvolta per anni con il denaro pubblico. In una seduta di qualche tempo fa del tavolo Massicci, i rappresentanti dei ministeri dell'Economia e della Salute bocciarono l'ennesimo finanziamento alla Fondazione da parte della Regione, sottolineando che essa deve essere considerata una struttura sanitaria privata e non un istituto di ricerca di diritto pubblico. Oggi, la notizia che sono salvi i 171 dipendenti della Fondazione è un’onta per chi li ha salvati e uno schiaffo a chi da anni è precario, è disoccupato, è senza speranze perché fuori dal mondo delle clientele e dei privilegi. La riflessione sui dipendenti, che da anni sono mobilitati per difendere la Fondazione e il posto di lavoro non può che essere feroce, visto che viene steso un velo sulle modalità di accesso al lavoro, quasi fosse un particolare insignificante. Ma sulla possibilità negata a tutti coloro che avrebbero avuto i titoli per aspirare a quel lavoro, perché si stende un altro velo? Persone che si sono visti scippare un posto di lavoro da chi è entrato per le solite, disoneste vie e che oggi vanta la sua condizione per esigere il diritto all'assunzione come dipendente pubblico, senza un concorso o una qualsiasi altra forma di legittima selezione. E non si faccia il solito stucchevole discorso che in Calabria è fondamentale non far perdere nemmeno un posto di lavoro. Come lo hanno avuto questo posto di lavoro i dipendenti della Campanella?  La vicenda è la rappresentazione del modo con il quale si è governata e si continua a governare la Calabria. Speravamo nel cambiamento, invece l’Annunziata affonda e la Campanella si salva. Grazie Oliverio!

20-1-15

©Francesca Canino

Parlando della Fondazione Campanella non si può non pensare alla puntata di Report dell’aprile 2009, in cui il direttore della Fondazione Antonio Belcastro parla di topolini. Per chi non l’avesse vista o l’avesse dimenticata, riporto di seguito l’intervista del giornalista di Report a vari personaggi implicati nella Fondazione. Da rabbrividire.   
 

ALBERTO NERAZZINI

Cosa avete fatto dal 2004 al 2006?

ANSELMO TORCHIA - PRES. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Questo lo deve chiedere non a noi, ma a chi c’era prima. Questo era presieduto, questo centro

oncologico, da un tale avvocato Raffaele Mirigliani, nominato dal presidente Chiaravalloti.

Hanno fatto delle riunioni, ma credo che non abbiano chiuso niente, insomma.

ALBERTO NERAZZINI

Cioè il salto c’è stato con la nuova giunta, con Loiero.

ANSELMO TORCHIA - PRES. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Esattamente, esattamente. Francamente, ma molto francamente, non ricordo nemmeno se

sono stato nominato solo con decreto presidenziale o della giunta regionale. Ma non lo ricordo

nemmeno guardi.

ALBERTO NERAZZINI

Questi sono dettagli. Presidente lo e’ su questo…

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ahimè, ahimè!

ALBERTO NERAZZINI

Perché ahimè? Perché presidente?

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Voglio dire insomma ci sono dei problemi. C’è lei qui.

ALBERTO NERAZZINI

La fondazione Tommaso Campanella…

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Ahia!

ALBERTO NERAZZINI

Lei mi dice che prima dei finanziamenti e’ stato verificato il volume delle prestazioni?

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Credo proprio di sì.

ALBERTO NERAZZINI

Cioè si o crede di sì?

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Sì, sì, era rafforzativo il credo.

ALBERTO NERAZZINI

Avete mai posto a verifica i bilanci della fondazione?

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

S’ sì, li portano ogni… Bè io… lei mi dice cose un po’ tecniche per la verità, ma sicuramente sì.

ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO

Anche l’obiettivo era stabilito nello statuto: richiedere entro tre anni dall’atto costitutivo il

riconoscimento a Istituto di Ricovero e Cura a Carattere Scientifico. In questi 3 anni, tutti i

direttori generali della Fondazione Campanella sono finiti nei guai con la giustizia. Il primo

nome scelto dalla giunta Loiero per la Fondazione, nel 2006, è Pietro Caligiuri. Dopo pochi mesi

però è coinvolto in una truffa da venti milioni di euro all’Unione Europea e finisce agli arresti

domiciliari. È sostituto da Francesco Talarico che si è appena dimesso da direttore generale

dell’Azienda Sanitaria di Vibo Valentia, perché la sedicenne, Federica Monteleone muore a

causa di un black out mentre la stanno operando di appendicite. Quando si chiudono le indagini

sulla morte della ragazza è rinviato a giudizio e, pure lui, deve lasciare la Fondazione

Campanella. Viene rimpiazzato dal direttore amministrativo Antonio Belcastro. Ora ci

chiediamo: i 90 milioni che la Fondazione ha già sottratto al Fondo sanitario regionale sono

stati spesi bene? Se i finanziamenti non sono correlati alle prestazioni sanitarie, la ricerca,

almeno quella, ha ottenuto risultati importanti?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Queste sono tutte le pubblicazioni, le ricerche e questi sono tutti i centri nazionali ed

internazionali presso i quali i nostri si recano e con i quali hanno rapporti.

ALBERTO NERAZZINI

Ho capito, ma potevano magari avere questi rapporti anche quando erano semplicemente

ordinari universitari?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ce li avevano anche alcuni di questi.

ALBERTO NERAZZINI

Ecco cioè non e’ che li hanno maturati dentro alla fondazione.

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ma li hanno maturati come persone, come professionisti e per il riconoscimento IRCCS…

ALBERTO NERAZZINI

Servono!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Servono.

ALBERTO NERAZZINI

Vorrei capire… sulla ricerca che avete….

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

La fanno anche qua questa…

ALBERTO NERAZZINI

Il vostro obiettivo una volta IRCCS sarà quello di ottenere dei brevetti, di produrre dei brevetti.

Perché vi daranno dei soldi dal ministero…

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Certo!

ALBERTO NERAZZINI

Perché vi daranno dei soldi dal ministero, quindi voi dovete dire noi ricerchiamo… facciamo una

ricerca in tre anni su un correttore. Per dire, no…?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Sì.

ALBERTO NERAZZINI

Dopo tre anni dovete produrre un brevetto sul correttore.

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Perfetto, perfetto. È così, e’ quello che stiamo iniziando a fare.

ALBERTO NERAZZINI

Voglio capire su cosa!?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Sulle attività che fanno in oncologia.

ALBERTO NERAZZINI

Cioè, direttore mi dica un…

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, ora io non so di preciso, possiamo spegnere un attimo? Eh sì…

ALBERTO NERAZZINI

Era una domanda morbida, morbida…

DIRETTORE SANITARIO FUORI CAMPO

Campi di ricerca in questo momento non ce ne abbiamo

ALBERTO NERAZZINI

Cioè non avete un campo di ricerca?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

No non li conosciamo, dovremmo chiamare per sapere dall’oncologo, da un chirurgo oncologo.

ALBERTO NERAZZINI

Mi sembrava una domanda…

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

… Innocua. Però non lo e’ perché non siamo preparati, eh lo so. Se mi dà due minuti

chiamiamo sopra e ce lo facciamo dire.

ALBERTO NERAZZINI

Cioè adesso lei mi dice chiama sopra e chiede “che cosa state facendo?”

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, voglio dire…. Non stiamo registrando?

ALBERTO NERAZZINI

Però andrebbe registrata questa cosa.

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh no dai…

ALBERTO NERAZZINI

Eh si, vabbè’ chiamiamo sopra…

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO

Sentiamo un attimo

ALBERTO NERAZZINI

Così scopriamo cosa stanno combinando questi ricercatori. A me sembra paradossale, eh!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Però voglio dire l’errore non e’ che i 36 ce li danno perché facciamo ricerca eh…

ALBERTO NERAZZINI

Il presidente mi ha detto, attenzione noi prendiamo… intanto non ci bastano e facciamo fatica

a stare in quella cifra, ma noi prendiamo, abbiamo bisogno di soldi anche perché facciamo non

solo prestazioni e seguiamo il paziente, ma noi facciamo anche ricerca!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Vabbè’ però siccome la facciamo voglio dire, abbiamo visto i topi ieri per dire…

ALBERTO NERAZZINI

Sì ho capito, i topi ce li ho pure io! Però non è quello direttore!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh no, fanno ricerca…

ALBERTO NERAZZINI

Ho capito, ma magari il topo c’era pure senza la Tommaso Campanella!

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Intanto non c’ero.

ALBERTO NERAZZINI

Non c’erano i topi o non c’era lei?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Non c’erano i topi.

ALBERTO NERAZZINI

Vabbè però bisogna capire, per esempio sul topino cosa ci facciamo? Perché gli rompiamo i

c……i al topino?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, poverino! Tra l’altro a me dispiace.

ALBERTO NERAZZINI

Anche a me, però ci sarà un obiettivo di ricerca, no?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ora vediamo, dai.

ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO

Ci ha pensato il direttore sanitario, che dopo un quarto d’ora torna con una serie di carte e

appunti.

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Questi sono i tumori ereditari che abbiamo già detto, mieloma multiplo, melanoma, carcinoma

del pancreas… Se per voi basta facciamo ad esempio questo qua e chiudiamo lì. Allora un

attimo solo… Quindi ricerca traslazionale nell’ambito del mieloma multiplo del tumore ereditario

della mammella…

ALBERTO NERAZZINI

Direttore. Eravamo rimasti alla ricerca, che cosa per esempio… Su cosa stanno lavorando i

vostri ricercatori?

ANTONIO BELCASTRO – DIR. FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Ma stanno lavorando su una serie di temi e di ricerche… Ad esempio la ricerca translazionale

nell’ambito del mieloma multiplo dei tumori ereditari della mammella.

ALBERTO NERAZZINI FUORI CAMPO

Qualche giorno dopo l’intervista, a febbraio, Belcastro è stato nominato dalla Giunta Loiero

direttore generale dell’Azienda Ospedaliera Mater Domini, diventando così un esperto anche di

cariche.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

E’ uno di qualità. Belcastro e’ uno di qualità.

ALBERTO NERAZZINI

E’ ancora direttore generale facente funzione alla Campanella e direttore amministrativo della

Campanella, direttore generale di una struttura pubblica.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Si perché là… perché noi le dico con estrema…

ALBERTO NERAZZINI

Cioè, è incompatibilità pura.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Ma qual e’ l’incompatibilità, mi scusi?

ALBERTO NERAZZINI

Direttore generale di una struttura, di un’azienda pubblica, Mater Domini,

contemporaneamente facente funzione di direttore generale nonché direttore amministrativo di

una struttura privata, cioè Fondazione Campanella.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

È vero che è ad interim perché non l’abbiamo ancora trovata un’altra persona. Siccome c’è

questo discorso in IRCCS lasciamo, tanto si tratta ormai di mesi.

ALBERTO NERAZZINI

Avete avuto un po’ di sfortuna probabilmente per quanto riguarda i direttori generali.

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Sì, sì, ma non sono nominati da me i direttori generali.

ALBERTO NERAZZINI

No, no, stia tranquillo, però Pietro Caligiuri, inquisito nella vicenda dei finanziamenti della 488

e poi e’ stato agli arresti domiciliari, proprio mentre era direttore generale.

ANSELMO TORCHIA – PRESIDENTE FONDAZIONE TOMMASO CAMPANELLA

Eh, ma si e’ dimesso, abbiamo preso atto delle dimissioni e se ne è andato.

ALBERTO NERAZZINI

Dopo Caligiuri è arrivato Talarico ex direttore generale di Vibo poi rinviato a giudizio per

omicidio colposo e per istigazione alla corruzione per quanto riguarda la morte della giovane

Federica Monteleone.

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

In Calabria capita spesso, capita sovente che uno possa essere impigliato nelle maglie della

magistratura.

ALBERTO NERAZZINI

C’e’ un percorso, coincidenze, casualità, sfortunato per quanto riguarda le direzioni di quella

fondazione?

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Sì, sì, se lei pensa che sia sfortunato va bene così.

ALBERTO NERAZZINI

No cercavo di avere un commento…

AGAZIO LOIERO – PRESIDENTE REGIONE CALABRIA

Va bene così fermiamoci adesso perché avevamo detto cinque minuti, sono un’ora e venti…

Non che mi dispiaccia!

MILENA GABANELLI IN STUDIO

La Fondazione Campanella aspira a diventare IRCCS, ovvero istituto di ricovero e cura a

carattere scientifico, e con questa certificazione che ti riconosce come struttura d’eccellenza

puoi accedere a finanziamenti pubblici e privati. In questa prospettiva, immaginiamo, la

regione ha stanziato in 4 anni 130 milioni di euro. Poi però per diventare IRCCS bisogna

produrre una ricerca. Non si è capito bene quale. Sta di fatto che i soldi girano, e gli incidenti

capitano dappertutto, ma in un ospedale non a norma capitano più spesso, in Calabria non a

norma gli ospedali sono 36. Vista la situazione, verrebbe da dire, qualche euro in meno alla

Fondazione Campanella e qualche gruppo elettrogeno in più, magari se capita un black out non

muori. Proseguiamo con gli IRCCS che quando funzionano hanno una straordinaria utilità. In

Italia sono 43, 19 pubblici, 24 privati, e altri 20 sono in attesa di riconoscimento.

SILVIO GARATTINI – DIRETTORE ISTITUTO MARIO NEGRI

Il problema e’ che molto spesso gli IRCCS sono derivati più che da necessità di tipo scientifico

da pressioni di tipo politico perché insomma idealmente ogni deputato o quasi aspirerebbe ad

avere nel suo paese o nella sua città un IRCCS per mostrare di aver fatto qualcosa.

 

2 commenti:

  1. PER AGGIORNAMENTI:
    http://www.ilquotidianoweb.it/news/cronache/733640/Fondazione-Campanella--chiesto-il-fallimento.html

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  2. IN AGGIUNTA:
    Della Fondazione parla anche la relazione Riccio riportando che, alla richiesta di sapere quali lavori scientifici stessero producendo e con quali altre sedi o ricercatori erano in contatto, hanno ottenuto
    un elenco di numeri di telefono ai quali non ha mai risposto nessuno.

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