‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

26 gennaio 2015

Cosenza, la città dei Brettii


 per la serie ''La città di...''

I Brettii e la loro Metropolis dopo il villaggio di Kossa

Dal 356 a.C. Cosenza diventa la “Metropolis Brettioi”, cioè la capitale dei Brettii, il popolo venuto dal Nord che segnerà per sempre il destino della città. In alcune monete brettie è presente l’epigramma KB, Kosentia Bruttiorum, cioè Cosenza dei Brettii. Tutti questi elementi sono indicativi della precisa connotazione urbana che la città di Cosenza aveva assunto già nel IV sec. a.C. e di come fosse in grado di emettere monetazione propria. Aveva, dunque, una sua radicata identità culturale legata ai simboli di una civiltà antichissima, che presto fu travolta dai nuovi invasori Brettii. Ma facciamo un passo indietro...

Il villaggio di Kossa

Prima dell’arrivo dei coloni greci nell’VIII sec. a.C., la valle del Crati era abitata da alcune popolazioni italiche. La prima traccia concreta dell'esistenza di un villaggio denominato Kossa (Cosenza) si riscontra nell’elenco delle città situate nell’entroterra della nostra regione. Compilato nel V secolo a.C. dallo storico greco Ecateo da Mileto, l'elenco, che è la fonte più antica sulla storia della nostra terra, risale a circa 2600 anni fa e comprende nove toponimi: Arinthe, Artemision, Erimon, Ixias, Menekine, Kossa, Kyterion, Malanios, Ninaia (Ecat. FGrHist 1 FF 64-71). I nomi si riferiscono a località presso le quali sorgevano degli abitati. Non ci sono certezze circa la loro localizzazione, solo Menekine è quasi certamente identificabile con Mendicino, il toponimo è rimasto pressoché immutato. Che Kossa sia invece identificabile con Cosenza si deduce da una serie di splendide monete in bronzo del 400 a.C. circa, che recano inciso l’etnico 'KOS' in lettere greche. Su una di queste monete, custodita al British Museum di Londra, è inciso un giovane uomo con le corna taurine, molto simile al dio fluviale Crahis rappresentato nella coeva moneta di Pandosia. Una città di nome KOS, con riferimento al fiume Crathis, rimanda alla città di Cosenza. I conii sono tutti di pregevole fattura: la moneta che raffigura il giovane dio fluviale con le corna e con una collana di pezzi di canna, che è un elemento molto comune tra le monete greche e italiche di quel periodo, presenta sul dorso un granchio di fiume sovrastato da due crecenti lunari contrapposti.

 
Un'altra moneta reca l'effigie di una donna con un nastro tra i capelli raccolti a coda e sul dorso vi è inciso un arco ricurvo che doveva essere un'arma fortemente simbolica per gli abitanti di KOS. Su un'altra moneta è riprodotta la testa di un guerriero con elmo e sul retro un fulmine con tre crescenti lunari e tre globi simboli di pianeti, a dimostrazione delle conoscenze astronomiche della popolazione di Kossa. Di recente è venuta alla luce un'altra monta che riproduce un giovane dio fluviale con le corna e un fermaglio nei capelli e sull'altra faccia un granchio sovrastato da una stella. Tutti i conii recano la scritta KOS e sono identificabili con questa antica città italica.

 
Le monete in bronzo sono certamente anteriori all’avvento dei Brettii nella città, datato intorno al 356 a.C., poiché non recano inciso l’etnico Brettion, presente, invece, su tutte le monete dei Brettii. Il popolo italico che abitava Cosenza era ellenizzato, usava l’alfabeto greco, ma conservava una forte identità etnico-culturale nella simbologia delle sue monete.
Ma cosa significava la parola KOS? In greco KOS deriva da KU-US (tagliato-giuntato), cioè sacco di pelle tagliata e giuntata, otre di pelle. Nella mitologia greca, il gigante Tifone decise di nascondere Zeus, dopo averlo sconfitto in Cilicia, in una grotta chiamata KoryKos (il "KoryKos antron", che vuol dire "grotta sacco di pelle"). Il nome dell'antica città di Kossa deriva probabilmente da sacco di pelle, primitivo strumento utile per proteggersi dalle intemperie e per prendere l’acqua al fiume.
 26-1-2015
©Francesca Canino

 

 

 

 











 






 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 


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