‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

28 settembre 2020

Pronto soccorso dell'ospedale di Cosenza: pazienti lasciati soli

Lascereste un vostro congiunto da solo al Pronto soccorso per ore e ore senza che questi possa assumere i suoi farmaci, mangiare, bere, essere tranquillizzato e soprattutto curato? Nel gran caos che vige in questa parte calda dell’ospedale, può capitare che un malato venga lasciato su una barella o una sedia anche per una intera giornata senza la possibilità di chiedere aiuto. Immaginate la preoccupazione dei familiari che aspettano fuori dal Pronto soccorso, poiché a causa del Covid non possono entrare? Disumano.

I pazienti non possono rimanere completamente da soli, considerata la penuria di personale che affligge l’ospedale e, di conseguenza, i tempi dilatati del Pronto soccorso. I familiari devono essere messi in condizione di entrare e rimanere – uno per paziente – nei locali del Pronto soccorso e delle altre Unità operative per assistere i loro congiunti e avere notizie immediate sul loro stato di salute. Altrimenti si assuma un numero sufficiente di infermieri e OSS in tempi brevissimi.

Dopo diverse lamentele, la direzione sanitaria ha deciso di rilasciare, dopo una valutazione dei casi, una eventuale autorizzazione a un solo familiare per una sola ora. Ciò è inammissibile perché molti pazienti sono sottoposti a trattamenti terapeutici che richiedono la costante presenza di una persona e l’Annunziata non dispone di un numero congruo di infermieri e di OSS. Nessuno deve rimanere da solo. Si riorganizzi dunque il Pronto soccorso e si rivedano certe disposizioni che non hanno ragione di rimanere in essere.

Cosenza, 28 settembre 2020

© Francesca Canino

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