‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

01 settembre 2020

LETTERE: la piazza della mafia, diciamocela tutta sul gip e Morra



Sono ormai passati oltre quattro mesi da quando la cosiddetta “piazza della mafia”, in pieno centro di Cosenza, è stata posta sotto sequestro dall’autorità giudiziaria. Da allora, oltre allo stato di completo abbandono, non si sono registrati fatti nuovi, a parte una perizia commissionata dal comune cosentino ad una società privata per stabilire la pericolosità della piazza. Ma di questa perizia non si è saputo più nulla, così come non si sa quello che deciderà la magistratura sul futuro della piazza, con tutti i tempi super lunghi che la caratterizzano e le decisioni spesso contestabili che prende. Mi riferisco al fatto che, a leggere quello che i giornali hanno più volte pubblicato estrapolando pezzi dell’ordinanza di sequestro, nessuno è finito in manette nonostante le gravi omissioni o azioni o parole che si apprendono dalle intercettazioni. Mi spiego: in alcuni stralci delle intercettazioni contenute nell’ordinanze, si apprendono, dalla viva voce del sindaco o del collaudatore o del direttore dei lavori, fatti per i quali questa gente appena citata sarebbe dovuta essere in galera con porta chiusa a doppia mandata e fine pena mai, invece sono stati raggiunti solo da ridicoli avvisi di garanzia. La piazza, giustamente chiusa, è pericolosa, e questo lo sapevano bene i protagonisti dei lavori e il sindaco della città, ma hanno fatto finta di niente mettendo in pericolo reiteratamente la vita di migliaia di persone. Tentata strage? Perché no? Peccato che il Gip, pur velatamente sostenendo questo nella sua ordinanza di sequestro, non li abbia accusati di tali reati. Ma andiamo oltre, oggi la piazza è un deserto anche intorno, su di essa è calato il silenzio da parte di tutti, intanto i cosentini, dopo i milioni spesi per la costruzione dell’obbrobrio e tutti le difficoltà vissuti durante gli anni del cantiere, non possono usufruire del più grande spazio della città, e non si sa per quanto altro tempo ancora. Cosa si aspetta ad agire perché si faccia giustizia in tutti i sensi? Cosa aspetta soprattutto il Presidente dell’antimafia Nicola Morra che vive a Cosenza a fare qualcosa per la piazza e a far andare avanti le indagini? Possibile che non si sia accorto che sono 4 mesi che la piazza è chiusa, che chi ha determinato questa situazione ancora spadroneggia impunito in città, che chissà quando si risolverà qualcosa di questo passo? Non solo il ruolo che ricopre gli impone di agire, ma anche i soldi di noi cittadini che paghiamo lui e la sua scorta impongono a Morra di darsi da fare. Ma glielo devo dire io che sono un semplice cittadino? La sua assenza in questa storia fa capire che o non gliene importa niente o gli piace questo stato di c ose, in entrambi i casi non va bene per un presidente dell’antimafia, perché facilmente può essere accostato a personaggi poco per bene, visto che non li combatte. E noi cosentini subiamo l’ennesimo guaio e paghiamo l’ennesimo politico inutile. Vergognatevi tutti.
Lettera firmata

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