‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

13 luglio 2021

LETTERE: Cosenza, costituito tavolo permanente per la pandemia tra ASP e AO di Cosenza, gli scenari nascosti

 


Riceviamo e pubblichiamo

In tempi di pandemia si approfitta dell’emergenza per fare cose che mai sarebbero passate in tempi ordinari. Ecco, infatti, che l’ASP e l’AO di Cosenza hanno siglato un protocollo d’intesa per la costituzione di un tavolo permanente dedicato all’argomento. Passato in sordina, visto che nell’AO se ne parla appena e nell’ASP è completamente ignorata. Perché? Analizziamo il documento.

L’incipit sembra interessante: promuovere percorsi condivisi, come ad esempio il progetto “Ospedale di Paola”. Per chi non sa cosa sia, è un’invenzione nostrana di chirurghi di Cosenza che vanno ad operare a Paola. Interpretazione sui generis della proposta di portare gli specialisti dal paziente. In questo caso, si spostano specialisti e pazienti. Infatti, per eseguire determinati interventi, i pazienti di Cosenza dovranno seguire i loro specialisti di riferimento, all’ospedale di Paola.

Proseguendo nell’analisi di questo protocollo, il secondo obbiettivo che il tavolo permanente dovrebbe affrontare è “superare la grave carenza di figure professionali presenti nelle rispettive aziende sanitarie”. Problema già risolto: bisogna assumere! Non serve certo un tavolo permanente per stabilirlo.

Ancora più avanti si parla di condivisione ed armonizzazione della “qualunque”, ci si infila di tutto: dai regolamenti alle procedure, dal coinvolgimento dei sindacati sulle controversie a stampa all’intervento sul contenzioso legale (anche qui ci rientra di tutto: contenzioso per presunti danni subiti da pazienti e controversie con aziende fornitrici). In questo enorme calderone c’è spazio per il Risk Management (obbligatorio in ogni singola azienda), per un Comitato Valutazione Sinistri non subordinato al broker (perché, adesso lo è?), per gli appalti dei lavori, per le gare volte all’acquisizione di presidi ed attrezzature, per l’applicazione degli istituti contrattuali dei lavoratori, alle Autorizzazioni, Accreditamenti e Verifica delle strutture private, per finire ai bilanci, annoso problema soprattutto dell’ASP.

Insomma, una super azienda sanitaria provinciale aggirando la divisione prevista dalle normative regionali. Il tutto in salsa affaristico-politico-massonico. Ci si chiederà: perché? Ma perché è tutto orientato ad affidare incarichi apicali a persone che, nel ristretto della singola azienda, non avrebbero spazio. Così facendo, si potrà permettere a dirigenti che hanno fatto esplodere casi illeciti di ricoprire incarichi prestigiosi al fine di ‘tranquillizzarli’, oppure di concentrare fette di potere a discutibili personaggi che controllerebbero contemporaneamente entrambe le aziende.

Capite cosa significherebbe questo nella gestione della “clientela”? Già così, questo protocollo d’intesa, ne avrebbe abbastanza per essere messo nel mirino delle Autorità preposte, visto che i professionisti designati sembrano essere noti ai più e riteniamo di poterne venire a conoscenza in tempi brevi.

Lettera firmata

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