‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

13 marzo 2025

Cosenza, prosegue senza sosta il massacro degli alberi


A viale della Repubblica è stato massacrato, solo pochi giorni fa, l’ennesimo albero ad opera degli incaricati dell’attuale amministrazione comunale che dovrebbe assumere il soprannome di Attila II.

Con una accorata lettera - si apprende da alcuni media - una cittadina ha informato il sindaco che un bellissimo pino è stato mutilato, anziché potato, poiché è stata tagliata una sua ampia parte sana.

La donna ha pensato bene di chiedere lumi agli operai che stavano compiendo il lavoro, i quali hanno prontamente risposto di aver ricevuto l’ordine di tagliare dall’assessore Francesco De Cicco, che era appena stato sul posto.

Secondo la solerte cittadina, il pino, sebbene avesse una sessantina di anni, era in salute e forse necessitava solo di una potatura. Per questo motivo si è chiesta con quale criterio e competenza l’assessore in questione avesse ordinato improvvisamente l’eliminazione di un’intera parte dell’albero. “Qual è la ditta – ha scritto la donna - a cui è stato assegnato il lavoro? Chi è l’agronomo di riferimento a cui il comune si è rivolto? Siete consapevoli che ora l’albero è sbilanciato e soggetto a malattie?”. Interrogativi legittimi che ci poniamo da anni e ai quali nessuno ha mai risposto, men che meno i Garanti del verde che dovrebbero dimettersi visto che, nella pratica, non esistono.

Gli alberi in città sono maltrattati, potati in pieno periodo di fioritura e mai curati. Associazioni e cittadini sono sempre intervenuti sulla questione, ma il comune non li ha mai presi in considerazione e ha continuato a praticare capitozzature e abbattimenti, noncurante della legge regionale del 2024 che vieta le suddette pericolose pratiche.

Tra Garanti del verde che non ottemperano ai loro doveri e amministratori comunali che non rispettano la legge, la città perde ogni giorno parte del suo patrimonio arboreo. Non si conoscono i motivi per i quali l’amministrazione comunale compie scempi e priva i cittadini dei benefici degli alberi. Forse il comune trae benefici dai tagli?

Nei giorni scorsi, l’associazione Mica Aurea ODV, a proposito degli abbattimenti indiscriminati, così ha scritto: “In una intervista rilasciata al ‘Il Manifesto’ del 27-08-24 l'Agronomo Daniele Zanzi, considerato uno dei maggiori esperti in ambito di alberi monumentali, sottolineava: «In tutte le città d'Italia stiamo andando verso un grave depauperamento arboreo». Nell'intervista Zanzi evidenziava come le perizie giustificative degli abbattimenti fossero quasi sempre basate su ‘prognosi infauste’, concentrandosi sul ricercare i difetti piuttosto che sulla ‘resilienza della pianta’, specificando che ‘gli alberi sono capaci di convivere con funghi e cavità’.

In un altro articolo dal titolo ‘La vita eterna degli alberi’ di Carlo Andriani, pubblicato sul National Geographic nel 2020, informava che alcuni studi eseguiti in Australia e in California sugli alberi hanno evidenziato che ‘alberi molto grandi e vecchi continuano a essere capaci di sostenere la propria produttività nel tempo per morire solo quando un evento di disturbo esterno all'ecosistema li uccide’. 

Dai tagli indiscriminati che si stanno compiendo nelle città e dalla superficialità con cui una certa stampa affronta la questione, oggi capiamo che il rispetto per i grandi alberi non è ancora entrato a far parte della nostra cultura e che è urgente che questa consapevolezza si diffonda fra tutti, prima che si compiano errori irreversibili a discapito della salute e del benessere collettivo”.

 

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