‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

12 marzo 2020

Ospedale di Cosenza, nessuna indicazione per donne gravide positive al Covid 19, per i neonati e per i bambini sospetti



Anche oggi dobbiamo scrivere che l’Annunziata di Cosenza è ancora senza una guida effettiva in grado di fronteggiare l’emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus. Eppure, l’ospedale bruzio si avvale di un commissario generale e di due direttori sanitari, ma mancano proprio le direttive, nel caso di paziente sospetto, da dare affinché il personale sanitario sia messo nelle condizioni di comportarsi secondo le linee generali dettate dalla letteratura scientifica e dalla normativa nazionale. Direttive che i vertici di ogni azienda sanitaria devono tradurre in codici comportamentali locali. La Direzione strategica di una azienda ospedaliera, sentiti i capi dipartimento e i primari, mettono in pratica le direttive regionali, nel rispetto di quelle nazionali. 
Cosa succede, invece, a Cosenza? Non sono state emanate le disposizioni di cui parlavamo in alcuni Dipartimenti molto particolari, come quello Materno-Infantile. Ad oggi, non è stato predisposto alcun regolamento per casi specifici che solo per fortuna non si sono ancora verificati. Ci riferiamo ai casi di donne gravide positive al Coronavirus o anche solo sospette, ai loro neonati, ai bambini sospetti. Per loro non c’è ancora nessuna indicazione. Per il personale loro addetto, non sono ancora previsti i DPI, ovvero i dispositivi di protezione individuale, e ciò in presenza della seconda versione di un documento che stabilisce i comportamenti da tenere in caso di paziente sospetto. Il documento, infatti, non prevede nulla per il Dipartimento Materno-Infantile.
Si naviga a vista, ma la situazione è molto seria per non essere presa in considerazione.
Cosenza, 12 marzo 2020
© Francesca Canino  

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