‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

28 maggio 2015

Cosenza e il rifiuto del verde


COSENZA, MARZO 2015

 

Oltraggiato, sacrificato, spesso depredato, abbandonato come un rifiuto in mezzo ai rifiuti. Parliamo del verde cittadino, un grande patrimonio ormai alla deriva per incuria e inciviltà.



La città dei Bruzi è ricca di zone verdi popolate di alberi e aiuole, ma è povera di sensibilità verso l'ambiente e di politiche rivolte alla sua salvaguardia. È inesistente, in una città che si proclama aperta alle politiche sostenibili, un piano per il verde urbano, sebbene sia stato predisposto negli anni passati, ma mai approvato; è inesistente il servizio di video sorveglianza che avrebbe probabilmente evitato tanti sfregi alla flora urbana, come quelli compiuti da alcuni fiorai che, per realizzare le loro composizioni floreali, spesso non hanno esitato a tagliare le siepi o i rametti degli alberi giovani. Inesistenti, di fatto, sono le associazioni ambientaliste, le quali, più volte chiamate a intervenire su questioni riguardanti la tutela del verde, hanno preferito scaricare su altri i problemi o lavarsene le mani.




Le attuali condizioni del verde urbano, a partire dagli alberi sui marciapiedi fino alle villette, ai parchi e al verde delle frazioni, sono sempre più preoccupanti perché prive di attenzioni e di tutele. Di questo passo senza futuro.
Da quando è iniziata la potatura, cioè da novembre scorso, la maggior parte degli alberi ha subito, per la seconda volta in un paio di anni, la capitozzatura, un'operazione pericolosa che può incidere negativamente sulla vita dell'albero. Lo abbiamo scritto diverse volte, spinti anche dalle lamentele di tanti cittadini che hanno parlato di scempio. Niente da fare, la potatura cosiddetta selvaggia è continuata e oggi molte vie della città sono popolate di alberi di cui è rimasto solo il fusto o qualche abbozzo di ramo e molti sono stati eliminati. Un lavoro effettuato da personale che solitamente si occupa di altre mansioni, quindi non proprio esperti potatori.




Non sappiamo quale sia stato il destino dei rami tagliati dopo essere stati lasciati lungo i marciapiedi per giorni e giorni, né sappiamo perché molte potature sono state eseguite recentemente su alberi in piena fioritura. Eppure il comune di Cosenza si avvale della figura di un agronomo, esperto in scienze forestali e ambientali, incaricato di assistere il direttore della gestione del verde pubblico. Intanto, una visuale spettrale ha preso il posto del viale alberato, frondoso, piacevole alla vista e salutare per i polmoni, visto che gli alberi abbattuti non sono stati sostituiti e molti marciapiedi si presentano spogli, con le piccole aiuole che avrebbero dovuto contenere l'albero tramutate in cestini porta rifiuti.

Ma questa è una costante: non esiste spazio verde in città senza ammassi di immondizia e di deiezioni. Ciò in cui ci si imbatte, se si decide di fare un giro nelle villette, è solo spazzatura. Le foto che vi mostriamo testimoniano lo stato in cui versano le aree adibite al tempo libero, frequentate in massima parte da anziani e bambini: dai giardini pubblici di via Roma a piazza Loreto, da piazza Cappello a piazza XXV Luglio e alla villetta di via Fiume. Queste ultime sono le più fatiscenti a causa dei frequentatori serali, avvezzi alle gozzoviglie, che lasciano rifiuti e bottiglie in ogni angolo. Invasi anche dai volantini pubblicitari e dagli escrementi dei numerosi cani, i giardini pubblici del centro non attraggono più come un tempo.








E tra palme eliminate a causa del punteruolo rosso, potature discutibili, rifiuti in abbondanza, il quadro del verde cittadino è drammatico, né sembra essere rispettato l'obbligo di porre a dimora un albero per ogni neonato, previsto dalla Legge 10/13. La situazione non è dissimile per i parchi e per le frazioni a sud di Cosenza, aree che prenderemo in considerazione prossimamente.

©Francesca Canino

Nessun commento:

Posta un commento