Egregio
commissario,
nel porgerle il
benvenuto in Calabria, regione che mai come oggi necessita di aiuti concreti e ‘pulizia’
in ogni suo settore, vorrei sottoporre alla sua attenzione alcune
considerazioni sulla nostra sanità. Commissariata nel lontano 2010, dopo un precedente
piano di gestione imposto alla giunta Loiero per limitare la voragine
debitoria, la sanità calabrese è stata gestita finora da diversi commissari ad
Acta e da sub commissari che hanno occupato poltrone e ricevuto consistenti compensi
per riequilibrare i conti e migliorare l’offerta sanitaria. Ma, mentre i
compensi sono stati regolarmente percepiti dai componenti della struttura
commissariale, la contabilità e i servizi sanitari sono enormemente peggiorati,
al punto che, in un momento di crisi come quello attuale determinato dalla
pandemia, la Calabria, pur registrando un numero di contagi giornalieri minore
rispetto a quelli di tante altre regioni italiane, è stata dichiarata ‘zona
rossa’ fino a domenica scorsa. La decisione è scaturita, come sappiamo, dalle
pessime condizioni in cui versano gli ospedali calabresi e la rete
territoriale, dalla carenza atavica di personale sanitario, dalla mancata
attuazione del piano Covid.
La pandemia ha
messo in risalto le debolezze di un sistema ormai allo stremo, peggiorato, ci
duole sottolinearlo, dal decennio di commissariamento. E se lo sfacelo, vissuto sulla pelle dei calabresi, è sotto gli occhi
di tutti, lo stesso non può dirsi dell’operato dei vari commissari, di cui non
è dato sapere ciò che hanno fatto in questi anni, a parte una marea di Decreti
senza precedenti. Nessuno è a conoscenza, infatti, della reale consistenza del
disavanzo sanitario dal 2010 ad oggi: pare non esistano carte ufficiali che lo
certifichino, pare che i bilanci siano fermi al 2014, pare che nessuno se ne sia
accorto fino a qualche settimana fa, quando la Corte dei Conti ha dichiarato
che non esiste un prospetto contabile degli ultimi sei anni. Possibile che nessuno
sapesse tra commissari, consiglieri, assessori, dirigenti, presidenti di
regione? Perché non si sono mai posti il problema della mancanza dei bilanci?
Occorre,
tuttavia, ricordare anche le verifiche del Tavolo Adduce e i controlli periodici
dell’advisor Kpmg, ben retribuito dai calabresi, di cui non si è mai avuta alcuna
notizia. Kpmg, infatti, avrebbe dovuto controllare nello specifico l’Asp di
Reggio Calabria, ma è dovuta arrivare la Guardia di Finanza per aprire
un’inchiesta. Ora è sciolta per mafia, ma ci chiediamo cosa abbia fatto
l’advisor in tutti questi anni.
La nostra sensazione
è che immobilismo e silenzio siano state le parole d’ordine nel periodo di
commissariamento, sensazione avallata dai recenti avvenimenti, quali le grottesche
affermazioni di ex commissari e i balletti dei nuovi, probabili commissari che
il Ministero ha proposto nelle ultime settimane. Sembrava ormai impossibile riuscire
a individuare qualcuno che avrebbe potuto mettere in ordine i conti e
migliorare la sanità regionale, fin quando non è stato proposto il suo nome.
Cosa sottendevano realmente le risibili affermazioni e i rifiuti dei candidati
commissari? Forse non si vuole
scoperchiare il gran calderone degli interessi trasversali e sporchi della
sanità calabrese e anche nazionale? Sì, nazionale, quella che non è sotto i
riflettori, quella dimenticata dai giornalisti impegnati solo a divulgare i
misfatti della sanità calabrese, dimenticando che quest’ultima è strettamente
connessa con quella delle altre regioni.
Riteniamo, ora,
che non sia più procrastinabile ottenere le risposte anche alle altre domande
che da tempo ci poniamo: Chi ha fatto cosa? A quanto ammonta oggi il debito
sanitario? A quanto ammontava nel momento in cui la sanità calabrese è stata
commissariata? Quanti milioni sono giunti in Calabria in questi anni per la
sanità? Quanto è stato realmente speso e come? Quante risorse sono confluite
nella sanità privata? Perché si decise di sopprimere 18 ospedali per
sostituirli con tre grandi nuove strutture da realizzare in project financing
con aziende lombarde? Quali le commistioni tra la sanità e le organizzazioni
criminali? Saranno mai puniti i responsabili di questo disastro?
Siamo certi che
il suo impegno e quello dei suoi collaboratori forniranno le risposte alle
domande che oggi vi sto formulando, nell’attesa le auguro buon lavoro.
Dr. Rodolfo
Gualtieri
Segretario
Aziendale CISL Medici AO Cosenza
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