‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

03 dicembre 2020

LETTERE: Cosenza, si potano selvaggiamente gli alberi e i resti finiscono nei cofani di auto private

 


Come ogni anno siamo costretti ad assistere alle potature senza alcun criterio effettuate sugli alberi della città. Da inizio autunno, e fino a primavera inoltrata, Cosenza subisce gli attacchi dei tagliatori che capitozzano gli alberi grandi e piccoli situati sui marciapiedi e negli spazi verdi. Ben vengano le potature quando sono fatte seguendo le regole e controllate da agronomi competenti, ma a Cosenza, purtroppo, ciò non avviene. Abbiamo chiesto proprio alle tute arancioni chi desse loro indicazioni su come e cosa potare, quando e dove, ma la loro risposta è stata piuttosto sorprendente per noi abituati a rispettare le regole: “Nessuno ci dice cosa fare, decidiamo noi”. Il sospetto lo avevamo da sempre, ma ora è arrivata la conferma che il patrimonio arboreo cittadino è alla mercé di chiunque, armato di motosega e altri attrezzi, fa man bassa di legna e fogliame.

Sono anni che chiediamo al comune di prestare maggiore attenzione al nostro verde, mai abbiamo ottenuto risposte, anzi gli scempi si sono moltiplicati e aggravati. Adesso siamo indignati anche per le segnalazioni che in questi giorni ci sono pervenute dal centro città e da alcune vie periferiche, dove taluni cittadini hanno visto che i rami tagliati venivano sistemati in cassette di legno e messe nei bagagliai di alcune auto private. Non ci vuole molto a capire che il taglio degli alberi pubblici, di tutti cioè - e lo ribadiamo perché sembra che in città non si capisca il senso di ‘cosa pubblica’- andranno ad ardere in qualche caminetto privato. Noi non ci stiamo e denunciamo, come sempre abbiamo fatto, l’ennesimo abuso sul verde pubblico. Chiediamo nuovamente all’amministrazione comunale, sperando che non ignori come al solito il nostro appello, di vigilare sul verde e sull’operato dei potatori, e di affidarsi a un agronomo esperto per predisporre il piano di potature cittadino. Ribadiamo che si tratta di verde pubblico, quindi di tutti, e che gli alberi donano benefici immensi alle città e alla salute dei cittadini, per questo non devono finire nei caminetti, specialmente se privati.

Comitato Alberi Verdi

 

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