‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

27 dicembre 2020

Il significato della parola Sila

 



di DOMENICO CANINO

C’è un filo rosso che lega i nostri attuali linguaggi a quelli degli antichi popoli del Mediterraneo: dal sumero all'accadico, dall'ebraico all'arabo, dal latino al greco e ad altre ancora. È sorprendente trovare temi e radici comuni non solo in tutte queste lingue, ma anche in quelle anglo-sassoni. Le iscrizioni su cu cui basarci per una ricostruzione del linguaggio, tuttavia, non sono moltissime.

Nel 1956, il linguista Giacomo Devoto ipotizzò che, prima delle lingue indoeuropee, nel Mediterraneo del sud si parlasse una lingua antichissima di substrato, molto diversa dalle lingue ‘nuove’ che arrivavano da Est. Chiamò questa lingua “Mediterranea” e raccolse i termini in un piccolo vocabolario. Le conoscenze sulle antiche lingue orientali si sono, oggi, ampliate, tanto che siamo in grado di far risalire all’antica lingua madre diverse parole moderne di uso comune.

Ecco un primo esempio: la parola “SI”, nelle antiche lingue del Mediterraneo (tra cui il sumero), significava “lungo e stretto, canale d’acqua, fiume” e “LA” significava “lontano”. Da ciò possiamo tentare di interpretare il vero significato della parola Sila, che non deriverebbe, così, dal latino Silva. Sila potrebbe corrispondere, secondo questa ricostruzione, al “canale d’acqua lungo e stretto che scorre lontano”. La Sila è realmente un altopiano in cui scorrono numerosi canali d’acqua. A sostegno di quanto appena scritto, vi è la moneta degli abitanti della Sila, il popolo dei Sileraioi - guerrieri mercenari che prestavano servizio presso i tiranni in Sicilia - che reca inciso un toro con la testa umana, il simbolo, cioè, di un fiume.

A ulteriore conferma del significato del toponimo, abbiamo il fiume Sele in Campania, il Sile in Veneto, il canale orientale del Nilo che si chiama Sile e innumerevoli altri fiumi con questo nome in tutto il mondo. Sila, ancora oggi, in arabo significa canale, collegamento.

I derivati sono tantissimi: il Silos è un contenitore lungo e stretto, la Silhouette, parola inglese, è una figura lunga e stretta, Slim in inglese significa snello, Siluro, è un’arma lunga e stretta.  

 

 

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