‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

15 novembre 2020

Lavori infiniti al Mariano Santo, ecco i motivi


Oggi avremmo avuto a disposizione 120 posti letto in più se il Mariano Santo non fosse stato chiuso nell’ormai lontano 2015 per diventare un cantiere infinito. Posti letto che sarebbero stati di grande aiuto per fronteggiare l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, dislocati appena fuori città, poco distanti dall’Hub cosentino che avrebbe potuto continuare a svolgere le sue solite funzioni. Invece, l’ex sanatorio è ancora ‘sotto i ferri’ degli operai che effettuano, almeno sulla carta, lavori di ristrutturazioni e adeguamento dal 2011, con evacuazione dello stabile nel maggio 2015. Una piccola “fabbrica di San Pietro”, come suol dirsi alle nostre latitudini, che non ha alcuna intenzione di riaprire i battenti, nonostante si lavori a singhiozzo, si approvino varianti su varianti, si investano risorse pubbliche. Ci sfuggono le logiche sotterranee che, delibera su delibera e determina su determina, rimandano di anni la riapertura di un importante presidio ospedaliero, pur essendo nota la carenza di strutture sanitarie e di posti letto in tutta la regione.

La determina di agosto 2020

Forse una risposta potrà giungere dalla disamina di un atto rinvenuto sull’albo pretorio dell’azienda ospedaliera di Cosenza. Si tratta della determinazione n. 00854 del 10/08/2020, adottata dal direttore della UOC “Gestione Tecnico Patrimoniale” ing. Amedeo De Marco, avente ad oggetto: “Lavori di Ristrutturazioni e Adeguamento Normativo presso il Presidio Ospedaliero Mariano Santo di Cosenza” - Approvazione Perizia Di Variante Corpo 9 P.O. Mariano Santo. L’atto ripercorre le tappe dei lavori che hanno interessato l’ex sanatorio dal 2011 a oggi, si rivela dunque un utile compendio per cercare di dipanare l’ingarbugliata matassa degli appalti, delle indagini strutturali, delle sospensioni dei lavori. Ma procediamo con ordine.

 


Le tappe dei lavori, dal 2011 al 2020

Il 28 dicembre 2011, l’Azienda ospedaliera di Cosenza dispose l’aggiudicazione dell’appalto relativo ai Lavori di “Ristrutturazione ed Adeguamento Normativo presso il Presidio Ospedaliero Mariano Santo di Cosenza”, denominato AOCS2, all’Impresa ATI Consorzio AGP-ICM Srl - Aerclima srl, successivamente riunite in Consorzio GICO srl e, contestualmente, approvò il Quadro economico (totale quadro economico 12.430.000,00). I lavori furono consegnati in data 26.10.2012 e il 13.02.2013, completate le previste indagini strutturali, fu stipulato il relativo contratto d’appalto con la Ditta aggiudicataria. La consegna definitiva dei lavori avvenne il 29.7.2014. Il 19.05.2015 i lavori oggetto dell’appalto principale – si legge nella determina - furono sospesi per “sopravvenute cause impreviste ed imprevedibili emerse in corso d’opera”, per le quali si rendeva necessaria la redazione di una Perizia di Variante.

Dalle cronache del mese di febbraio 2015 emerge che: “Con una relazione inviata all'Ufficio tecnico dell'ospedale, la ditta che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione del Mariano Santo (febbraio 2015) informò l'azienda ospedaliera che alcune travi dell'edificio erano a rischio crolli, quindi la struttura risultava pericolante
(http://francescacanino.blogspot.com/2020/07/mariano-santo-uno-scandalo-della-sanita.html).

A maggio 2015 l’edificio fu evacuato e nella determina n. 00854 del 10/08/2020 si legge che i lavori furono sospesi il 19.05.2015 perché era necessaria una perizia di variante, approvata il 18.10.2016 e redatta dal Consorzio Telesio, concernente la “Ristrutturazione ed Adeguamento Normativo presso il PO Mariano Santo”.

Disposte altre modifiche nel 2017

E il 17/01/2017, per cause impreviste e imprevedibili al momento della redazione della progettazione esecutiva, il Direttore Generale dell’Ao disponeva alcune modifiche da apportare, viste le nuove esigenze sopravvenute alla data di redazione della progettazione esecutiva delle opere in oggetto. Solo il 4/12/2018, il RUP approvava la bozza del progetto architettonico relativa alla riprogettazione, dando effettivo inizio alla progettazione completa della perizia di variante. Alla suddetta approvazione seguirono una serie di verbali, pec, proposte, autorizzazioni, trasmissioni di elaborati, comunicazioni, relazioni di verifica, pareri.

Agosto 2020

In data 03/08/2020 il RUP, ing. Amedeo De Marco, validò la Perizia di Variante relativa alla realizzazione del Corpo 9 del P.O. Mariano Santo di Cosenza, specificando che le opere riprogettate con la perizia di Variante «non generano nuove spese per la stazione appaltante ma realizzano un’economia di € 49.638,87 al lordo del ribasso d’asta… che la realizzazione delle variante in oggetto deve essere affidata alla stessa Impresa esecutrice dell'appalto principale GICO srl, in quanto ricorrono le condizioni di cui all’art 311 co 4 DPR 207/2010». Da agosto ad oggi i lavori pare siano come al solito fermi.  

 


Ricapitolando: Nel 2011 furono appaltati alcuni lavori per mettere in sicurezza, sotto l’aspetto statico, alcuni plessi del Mariano Santo. Nella fase di indagine, però, sorsero alcuni problemi con le travi e con i montalettighe. Si decise, pertanto, di demolire i corpi 4 e 5 del complesso del Mariano Santo e di ricostruirli. Ma questo lavoro non poteva essere realizzato dall’impresa originaria perché l’oggetto dell’appalto era diverso. La nuova progettazione fu quindi affidata ad una società denominata ‘Consorzio Telesio’, consociata della Regione, la cui determina di approvazione per l’avvio lavori risale allo scorso agosto e stabilisce che i lavori vengano affidati alla ditta originaria, GICO.

In realtà, pare che i lavori non siano andati avanti in tutti questi anni non solo perché non si poteva intervenire sui corpi 4 e 5, ma anche perché si dovevano montare montalettighe adeguati e gli spazi risultavano angusti. Sorge a tal punto un dubbio: il progetto appaltato era effettivamente esecutivo?

È lecito ritenere alla luce dei fatti un difetto delle necessarie indagini preventive ed è doveroso chiedersi se le perizie (e i nuovi prezzi) siano state fatte perché il progetto potrebbe essere stato non adeguato. L’eccesso di perizie e di atti contrattuali aggiuntivi, contenenti la formulazione di nuovi prezzi non presenti nel contratto d’appalto, uniti alle sospensioni dei lavori alquanto prolungate (la durata complessiva della sospensione dei lavori non può superare i sei mesi secondo il Regolamento dei Lavori Pubblici, oltre questo termine l’impresa può rescindere il contratto e chiedere i danni) fa supporre che andava lentamente modificandosi l’oggetto originario dell’appalto, introducendo categorie di lavori e prezzi più remunerativi a fronte del praticato ribasso del 20% circa sul prezzo originale di contratto.

Sarebbe ora importante sapere, viste tutte queste traversie e i fondi spesi, quando si pensa di completare l’opera e di rimetterla in funzione. Servirebbe a sgravare l’Annunziata e ad offrire assistenza sanitaria ai tanti pazienti che oggi sono ammassati nel Pronto soccorso bruzio.

 

Cosenza, 14 novembre 2020

©Francesca Canino 

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