Oggi avremmo avuto a disposizione 120 posti letto in più se il Mariano Santo non fosse stato chiuso nell’ormai lontano 2015 per diventare un cantiere infinito. Posti letto che sarebbero stati di grande aiuto per fronteggiare l’emergenza sanitaria degli ultimi mesi, dislocati appena fuori città, poco distanti dall’Hub cosentino che avrebbe potuto continuare a svolgere le sue solite funzioni. Invece, l’ex sanatorio è ancora ‘sotto i ferri’ degli operai che effettuano, almeno sulla carta, lavori di ristrutturazioni e adeguamento dal 2011, con evacuazione dello stabile nel maggio 2015. Una piccola “fabbrica di San Pietro”, come suol dirsi alle nostre latitudini, che non ha alcuna intenzione di riaprire i battenti, nonostante si lavori a singhiozzo, si approvino varianti su varianti, si investano risorse pubbliche. Ci sfuggono le logiche sotterranee che, delibera su delibera e determina su determina, rimandano di anni la riapertura di un importante presidio ospedaliero, pur essendo nota la carenza di strutture sanitarie e di posti letto in tutta la regione.
La determina di agosto 2020
Forse una
risposta potrà giungere dalla disamina di un atto rinvenuto sull’albo pretorio
dell’azienda ospedaliera di Cosenza. Si tratta della determinazione n. 00854
del 10/08/2020, adottata dal
direttore della UOC “Gestione
Tecnico Patrimoniale” ing. Amedeo De Marco, avente ad oggetto: “Lavori di Ristrutturazioni e Adeguamento Normativo
presso il Presidio Ospedaliero Mariano Santo di Cosenza” - Approvazione Perizia Di Variante Corpo 9 P.O.
Mariano Santo. L’atto ripercorre le tappe dei lavori che hanno interessato l’ex
sanatorio dal 2011 a oggi, si rivela dunque un utile compendio per
cercare di dipanare l’ingarbugliata matassa degli appalti, delle indagini
strutturali, delle sospensioni dei lavori. Ma procediamo con ordine.
Le
tappe dei lavori, dal 2011 al 2020
Il 28 dicembre
2011, l’Azienda ospedaliera di
Cosenza dispose l’aggiudicazione dell’appalto relativo ai Lavori di “Ristrutturazione
ed Adeguamento Normativo presso il Presidio Ospedaliero Mariano Santo di
Cosenza”, denominato AOCS2, all’Impresa
ATI Consorzio AGP-ICM Srl - Aerclima srl, successivamente riunite in Consorzio GICO srl e, contestualmente, approvò il
Quadro economico (totale quadro economico 12.430.000,00). I lavori furono
consegnati in data 26.10.2012 e il 13.02.2013, completate le previste indagini
strutturali, fu stipulato il relativo contratto d’appalto con la Ditta
aggiudicataria. La consegna definitiva dei lavori avvenne il 29.7.2014. Il 19.05.2015 i lavori oggetto
dell’appalto principale – si legge nella determina - furono sospesi per “sopravvenute
cause impreviste ed imprevedibili emerse in corso d’opera”, per le quali si
rendeva necessaria la redazione di una Perizia di Variante.
Dalle
cronache del mese di febbraio 2015 emerge che: “Con una relazione inviata all'Ufficio tecnico dell'ospedale, la ditta
che stava eseguendo i lavori di ristrutturazione del Mariano
Santo (febbraio 2015) informò l'azienda ospedaliera che alcune travi
dell'edificio erano a rischio crolli, quindi la struttura risultava pericolante”
(http://francescacanino.blogspot.com/2020/07/mariano-santo-uno-scandalo-della-sanita.html).
A maggio 2015 l’edificio fu evacuato e nella determina n. 00854 del 10/08/2020 si legge che i lavori furono sospesi il 19.05.2015 perché era necessaria una perizia di variante, approvata il 18.10.2016 e redatta dal Consorzio Telesio, concernente la “Ristrutturazione ed Adeguamento Normativo presso il PO Mariano Santo”.
Disposte altre modifiche nel 2017
E il 17/01/2017, per cause impreviste e imprevedibili al momento della redazione della progettazione esecutiva, il Direttore Generale dell’Ao disponeva alcune modifiche da apportare, viste le nuove esigenze sopravvenute alla data di redazione della progettazione esecutiva delle opere in oggetto. Solo il 4/12/2018, il RUP approvava la bozza del progetto architettonico relativa alla riprogettazione, dando effettivo inizio alla progettazione completa della perizia di variante. Alla suddetta approvazione seguirono una serie di verbali, pec, proposte, autorizzazioni, trasmissioni di elaborati, comunicazioni, relazioni di verifica, pareri.
Agosto 2020
In data 03/08/2020 il RUP, ing. Amedeo De Marco,
validò la Perizia di Variante relativa alla realizzazione del Corpo 9 del P.O.
Mariano Santo di Cosenza, specificando che le opere riprogettate con la perizia
di Variante «non generano nuove spese per
la stazione appaltante ma realizzano un’economia di € 49.638,87 al lordo del
ribasso d’asta… che la realizzazione delle variante in oggetto deve essere
affidata alla stessa Impresa esecutrice dell'appalto principale GICO srl, in quanto ricorrono le
condizioni di cui all’art 311 co 4 DPR 207/2010». Da agosto ad oggi i lavori pare siano come al solito fermi.
Ricapitolando: Nel 2011 furono appaltati alcuni lavori per mettere in sicurezza, sotto
l’aspetto statico, alcuni plessi del Mariano Santo. Nella fase di indagine,
però, sorsero alcuni problemi con le travi e con i montalettighe. Si
decise, pertanto, di
demolire i corpi 4 e 5 del complesso del Mariano Santo e di ricostruirli. Ma
questo lavoro non poteva essere realizzato dall’impresa originaria perché
l’oggetto dell’appalto era diverso. La nuova progettazione fu quindi affidata
ad una società denominata ‘Consorzio Telesio’, consociata della Regione, la cui
determina di approvazione per l’avvio lavori risale allo scorso agosto e stabilisce
che i lavori vengano affidati alla ditta originaria, GICO.
In realtà, pare che i lavori non siano andati
avanti in tutti questi anni non solo perché non si poteva intervenire sui corpi
4 e 5, ma anche perché si dovevano montare montalettighe adeguati e gli spazi risultavano angusti. Sorge a
tal punto un dubbio: il progetto appaltato era effettivamente esecutivo?
È lecito ritenere alla luce dei fatti un difetto
delle necessarie indagini preventive ed è doveroso chiedersi se le perizie (e i nuovi
prezzi) siano state fatte perché il progetto potrebbe essere stato non
adeguato. L’eccesso di perizie e di atti contrattuali aggiuntivi, contenenti la
formulazione di nuovi prezzi non presenti nel contratto d’appalto, uniti alle
sospensioni dei lavori alquanto prolungate (la durata complessiva della
sospensione dei lavori non può superare i sei mesi secondo il Regolamento dei
Lavori Pubblici, oltre questo termine l’impresa può rescindere il contratto e
chiedere i danni) fa supporre che andava lentamente modificandosi l’oggetto
originario dell’appalto, introducendo categorie di lavori e prezzi più
remunerativi a fronte del praticato ribasso del 20% circa sul prezzo originale
di contratto.
Sarebbe
ora importante sapere, viste tutte queste traversie e i fondi spesi, quando si
pensa di completare l’opera e di rimetterla in funzione. Servirebbe a sgravare
l’Annunziata e ad offrire assistenza sanitaria ai tanti pazienti che oggi sono
ammassati nel Pronto soccorso bruzio.
Cosenza, 14
novembre 2020
©Francesca Canino
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