‘’In fatto di giornali non ne comprendiamo che di due specie: o giornali di partito che essendo l’espressione delle idee, delle aspirazioni, dei metodi di un dato partito, servono a propagare e difendere queste idee e questo metodo; o giornali notiziari cui cura precipua deve esser quella di servire il pubblico... Il giornalismo della prima maniera è missione, quasi sempre nobile e bella missione; l’altro è mestiere (nel senso buono della parola) o, se suona meglio professione. Il primo è vecchio, il secondo è giovanissimo e certo tentativo come il nostro in Calabria deve sembrare stoltezza più che audacia. Fra le due specie ve n’è una terza, il giornalismo di questa terza non è molto amico dell’onestà, per esso non esistono principi, fede, coerenza. Oggi sia lode a Dio, domani a Satana purché il ventre sia pieno, ben pieno”.
Cosenza, 3 gennaio 1895
Luigi Caputo, direttore di Cronaca di Calabria

10 novembre 2020

Il sindaco di Cosenza ci riprova a ordinare l’assunzione di personale sanitario, non gli è servita la batosta di cinque anni fa

 


 

Oggi il sindaco Occhiuto ha fatto visita all’ospedale dell’Annunziata di Cosenza, in affanno per l’esaurimento dei posti letto da destinare ai pazienti Covid e per la carenza cronica di personale sanitario. Quest’ultimo problema ha spinto il sindaco a emanare un’ordinanza contingibile e urgente per imporre all’Azienda ospedaliera di assumere medici, infermieri, Oss, tecnici. Una trovata che ricorda quella di qualche anno fa, clamorosamente fallita quando il Tar annullò un’ordinanza di Occhiuto emessa per gli stessi motivi.

Facciamo un salto indietro: il 4 luglio 2014, il sindaco Occhiuto emise un’ordinanza contingibile e urgente che ordinava alla Direzione generale dell’Azienda ospedaliera di Cosenza «di provvedere immediatamente, nelle more ed anche in assenza del superamento del temporaneo blocco del turn-over, all’ulteriore prosieguo dell’avviato procedimento per il reclutamento di n. 4 unità di personale medico per il Pronto Soccorso e n. 3 unità di personale medico per l’U.O.C. di Anestesia e Rianimazione, garantendone la più celere conclusione, in sintonia con i principi fissati dalla legge n. 241 del 1990, in considerazione della assoluta eccezionalità della prospettata situazione attuale di grave pericolo che involge l’intera collettività locale».

Paolo Maria Gangemi, allora direttore generale dell’Azienda ospedaliera bruzia, prese atto del provvedimento e predispose da un lato le graduatorie e dall’altro propose ricorso dinanzi al Tar in autotutela.

L’ordinanza di Occhiuto fece molto discutere i vertici della sanità regionale e cosentina, oltrepassando in breve i confini degli ambienti sanitari per investire la società civile. Il quesito che in molti si posero era: “Può il sindaco ordinare delle assunzioni, sebbene per un tempo limitato e in presenza di forti criticità? Ovvero: può un sindaco ordinare a un ente autonomo, quale è la Regione da cui dipende l'ospedale, di assumere personale a carico della stessa Regione, tra l’altro sottoposta a Piano di rientro?”.

L’allora sub commissario per il Piano di rientro, Luciano Pezzi, intimò al direttore generale dell'ospedale, Paolo Gangemi, di non ottemperare all'ordinanza di Occhiuto. Gangemi, dal canto suo, affermò testualmente che avrebbe proceduto con le assunzioni, ma avrebbe, allo stesso tempo, impugnato l’ordinanza dinanzi al Tar. Così fece.

Diversi mesi dopo, esattamente a maggio 2015, i giudici amministrativi si pronunciarono annullando il provvedimento del sindaco. Nel giudizio, l’azienda ospedaliera era rappresentata dall’avvocato Paolo Siciliano, mentre il comune da Benedetto Carratelli. Il Tar giunse alla conclusione che il provvedimento del sindaco Occhiuto non fosse legittimo, facendo anche rilevare un difetto di potere, poiché in regime di Piano di rientro sono ben altri gli organismi che devono assumere provvedimenti del genere. L’iniziativa del primo cittadino fu, dunque, censurata dal Tar, che condannò il Comune a pagare 3500 euro per ognuna delle parti costituite in giudizio, più le spese legali. Come sempre, a farne le spese sono i cittadini, ma ora non è più tempo di commettere errori che peseranno sulle tasche dei cosentini, c’è un precedente, non si sbagli di nuovo.

Cosenza, 10 novembre 2020

© Francesca Canino

 

 

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